giovedì 29 ottobre 2009

Sensibilità .

Una finestra sempre aperta .

La sensibilità è una brutta bestia, ha pregi e difetti. Ti permette di riuscire a comprendere un pizzico prima degli altri cosa vuol dire chi ti sta di fronte, nel bene e sopratutto nel male, ti da il quadro della situazione chiara prima degli altri senza filtri, le parole arrivano dentro al cervello senza tappe di pausa, tutto scorre velocemente dentro di te sia in positivo che in negativo.
E' come una piccola finestra nel muro sempre aperta, sia con il bel tempo che con il cattivo tempo, da cui ci può passare di tutto. Emozioni positive e negative, sentimenti belli e brutti, sensazioni calmanti e destabilizzanti, impressioni costruttive e distruttive, praticamente un canale di accesso costante al proprio mondo interiore.
Si può pure mettere il lucchetto alla porta dell'entrata principale, come in foto, ma la finestrella nei pressi resterà sempre aperta.  
Ricorda un po la “finestrella della morte” che c'era nelle case antiche. Consisteva in una finestra di piccole dimensioni, tali da poter esser lasciata sempre aperta e non far passare nessuno, sita vicina alla porta di entrata dell'abitazione. Posizionata in modo che da essa non si riuscisse ad aprire l'uscio della casa, e qualunque cosa accadesse all'interno doveva restare sempre aperta.
L'apertura costante della finestrella era in funzione del sopraggiungere improvviso della morte di un componente della famiglia. L'anima del defunto lasciato il corpo terreno, doveva volare via dalla casa.
Qualora l'anima avesse trovato la porta di casa chiusa, sarebbe restata nella casa, infestandola come fantasma. Per ovviare a questa possibilità apotropaica, era buona abitudine costruire vicino alla porta e lasciarla sempre aperta la finestrella in questione, con il compito di far volar via l'anima dei morenti all'interno della casa. Da questa premessa il nome: Finestrella della morte.
La sensibilità è possibile paragonarla ad una finestrella della morte: sempre aperta nel muro della riservatezza, da cui possono entrare ed uscire sempre tante cose: pensieri, parole, frasi, discorsi, gesti. Entrano e vanno a colpire direttamente, senza freni o smorzature.

mercoledì 28 ottobre 2009

'68ini .


Razza tossica .

Breve telefonata con un caro amico che si è fatto il '68 a Torino.
Informato di un urgente ordine da portare a compimento, visto che il bene in questione è agli sgoccioli, risponde uscendosene con una bella idea: 'ntartarata ( ndt. Tartarica ), faticosa e che nessuno ha portato a compimento fino ad oggi ( nemmeno lui ) e meravigliosamente me la vuole scaricare.
L'idea è di non fare l'ordine con la solita ditta con cui abbiamo già il canale di comunicazione, ma vai Tu (cioé Io) in un'altra città vicina, parla Tu (cioé Io) del primo ordine in questione con l'altra azienda che si trova lì, aggiungigli Tu (cioé Io) un secondo ordine ( di cui nessuno si è preso la briga di evadere ) e fammi sapere.
Faccio gentilmente notare che ora come ora tempo non ne ho, così come lui si è fatto promotore della bella idea la porti avanti lui stesso, in modo da poterla realizzare visto e considerato che di tempo sono a corto e che sto seguendo altri progetti.
Morale dell'esperienza: I '68ini sono persone che vomitano belle idee, stupende ed esaltanti, ma come tali non si prendono la responsabilità delle stesse  nel realizzarle, limitandosi semplicemente a delegare/scaricare ad altri per restare seduti sulla sedia ad attendere i risultati da criticare.
Come dice il buon Ministro della Paura di Antonio Albanese: “Ecco dove nasce la violenza”.