lunedì 6 luglio 2009

Quiz .

L'Adolescente dell'Ermitage e la Sagrestia Nuova di Michelangelo .

Abita nella casa sopra i nonni, gira con l'auto presa alla mamma, lavora ma si è comprato la moto al posto dell'auto, si fa pagare multe e bollette dai suoi, è entrato nella 4 decade di vita e non ne vuole sentire di sposarsi. Che cos'è?

2 risate .


Non fanno male.

W la Vodafone Infinity! E se ti trovi in imbarazzo spara una cosa ovvia.

Tetris


Quello del Game Boy .

Avevo circa 10 anni quando comprai il mio primo “computer”, meglio chiamarla console, detta “Game Boy”, quello marchiato MATTEL . Caricai la prima cartuccia allegata e partì il videogioco Tetris.
Ero e tutt'ora sono molto legato al gioco, perché mentre ci giocavo andavo a ruota libera con i pensieri e ti permetteva/permette di incastrare quello che hai, nel modo che preferisci in modo da andare avanti.
Ore ed ore spese sul gioco per trovare nuove combinazioni dei pezzi, che sembravano/ sembrano non finire mai. Ogni partita era una storia a se stante, dove mai nessuna era una uguale all'altra. C'erano partite simili tra loro, ma mai uguali.
Il gioco ti permetteva di esplorare e trovare combinazioni, cercare di risolvere gli accumuli di pezzi non disintegrati che ostruivano il passaggio dei nuovi, aspettare il pezzo “più lungo possibile” per fare Tetris e poter andare avanti.
Mosse, cambi di direzione, incastri possibili premendo il cursore di movimento laterale fino a quasi spaccare il tastierino, tutto perché credevo di riuscire a sistemare ogni cosa ed andare avanti.
Come credevo di riuscire a sistemare i problemi in casa e poter trovare la strada libera, però i fatti mi hanno dato torto, dato che ho perso molto tempo appresso a persone che alla fin fine se ne fottevano di quello che dicevo o facevo, si prendevano il risultato ( macerie sgombre ) e ti dicevano: hai fatto il tuo dovere, mentre io aspettavo a vuoto il pezzo “più lungo possibile” per fare Tetris ed andare avanti. Ma il tempo passava, il pezzo non arrivava, Tetris non si faceva ed ho imparato che è meglio sgomberare le macerie dalla propria vita, piuttosto che da quella delle persone che ti stanno vicine.
Che stronzate, potevo impegnare il tempo ad incastrare le cose per me.

Sii prudente dalle deduzioni tratte da ciò che leggi: ciò che pensi potrebbe non essere ciò che chi ha scritto ha inteso.

Voglia di....


Una casa propria.

29 anni, razza caucasica, studente universitario, donatore di sangue e poi... ???
E poi avrei una gran voglia di farmi un buco per i fatti miei.
Stare per i fatti miei, avere i miei tempi, il mio modo di cucinare e tenere le cose. Disporle come meglio creda, dai vestiti ai mobili, con luce che entri da tutte le parti.
I mobili devono essere quello che servono e non uno di più, spazio ovunque per libri e piante, un tavolo grande – grande in una cucina che sia la stanza di dimensioni maggiori possibili.
Letti che si possano aprire o ricavare all'occorrenza per ospitare amici o conoscenti. C'è un concerto in zona? Ma perché non vieni con me e ci andiamo? Una credenza dove stipare dei viveri quali: pasta, salsa, scatolette per pappare in compagnia di chiunque voglia condividere il mio desco .
Un piatto di pasta caldo ed un sorriso, per mangiare e condividere il momento con chiunque bussi alla mia porta .
Voglia di andarmene da casa dei miei, voglia di farmi un angolo mio. Dove vi siano bucanville o gelsomini rampicanti in balcone, piante all'ingresso, in cucina, nel bagno e nel corridoio, da tutte le parti!
Il mio Topo che mi faccia compagnia la notte ai piedi del letto, insieme ad un cagnolino per stare il più possibile bene.
Tanta ma tanta luce naturale, colori vivaci da tutte le parti, alle pareti, ai mobili (tipo ikea e se non li trovo me li costruisco io), colori che siano arancione, azzurro, giallo, poster o stampe di Van Gogh, Klimt appese da tutte le parti ed una radiolina portatile che mi farebbe compagnia nella stanza dove mi trovo.
Un bel sogno.