Squalificato: Niente male come inizio . |
16 Marzo del
corrente anno. Prima gara di apnea.
Da mesi lavoro non
so proprio a cosa durante gli allenamenti, ma grazie alla seduta con
Luigi Ceppi comprendo che bisogna migliorarsi, per la precisione mi
dedico alla partenza, momento fondamentale.
Stacco, caduta in
verticale, piegamento gambe, carico con le braccia, spinta come se
dovessi andar a far canestro, scivolamento fino a che non mi sento
quasi fermo ed infine palata di braccia alla Wolverine. I risultati
si vedono e miglioro. La partenza è mia.
Arriva la gara a
Catania, un crollo psicofisico mi prende, meglio dire depressione.
Non partecipo. Il team fa incetta di medaglie e risultati,
gareggiando da soli e con un corpo arbitro lassista. Tornano tutti
gasati. Capisco la mia situazione, la razionalizzo dando spazio alle
emozioni (tante e negative) e si riparte.
Arriva la notizia
della gara di Messina: E' il mio obiettivo. Provo e riprovo, con il
Direttore Tecnico prepariamo i tempi. Alla simulazione gara
finalmente mi viene svelato il trucco di contare le bracciate ed
affidarsi ad esse. Io contavo i bocchettoni del deflusso acqua ed il
tempo con il cronometro, l'esperienza non è acqua.
Alla partenza bene,
buono lo scivolamento, ma il tempo di chiusura dei 25m è alto, oltre
i 30 secondi. Negli spogliatoi ci facciamo una chiacchierata e con il
Mister scegliamo il tempo da dichiarare.
Arriva Domenica 16.
La tensione la taglio con il coltello. Il mister mi butta in acqua
alla prima occasione e cominciamo a provare. I tempi non coincidono,
vado troppo veloce. Sento qualcosa che non va nell'acqua, è troppo
leggera, mi da una spinta fenomenale, la assaggio ed è pure buona.
Mi ricorda l'acqua dell'Alcantara bevuta da Alù.
Con il Direttore
Tecnico proviamo e riproviamo. Lavoro duro ma buono, non mi
impaurisce. Arriviamo a dichiarare un nuovo tempo. Giunge il mio
turno di preparazione alla gara, non mi faccio trovare impreparato,
il portaordini mi trova già in vasca intento a prepararmi.
Il Mister mi
comunica di uscire dall'acqua. Un freddo pungente con addosso solo la
muta mi fa rimpiangere l'acqua riscaldata della piscina all'aperto
dei Cappuccini. Mi avvolge l'accappatoio, ma è poco. Una volta
asciugatomi indosserò il pezzo di sopra della tuta.
Arriva il mio turno
in quel dì di Messina per prepararmi alla gara. Il portaordini mi
comunica di impegnare la corsia 6, con Umberto di Messinapnea non
capiamo chi debba partire per primo perchè c'è una discrepanza tra
gli ordini di partenza negli elenchi. Alla fine viene l'arbitro e da
Lui l'ordine di partenza. Io entro un po in panico. Il collega è il
primo a partire e chiude i suoi 25 metri tra le urla di gioia dei
colleghi del proprio team.
Ora è il mio turno,
Egidio mi batte una mano sulla spalla. Gli rispondo << Per i
nostri padri >>. Guadagno l'acqua.
Gli occhialini che
Egidio mi ha prestato ( i miei non sono conformi al regolamento ) non
mi danno una buona prospettiva tridimensionale, non mi rendo conto
delle profondità. C'è la novità della pedana da cui partire, mai
provata negli allenamenti. Non c'è tempo per provare. E' il mio
turno.
L'arbitro mi da i 3
minuti. Un silenzio da chiesa cala dove fino a poco prima era gioia
di risultato. Inizia la mia danza a respirare, lento, profondo, come
se volessi far l'amore.
2 minuti, ancora più
lento e più profondo, attivo la respirazione diaframmatica.
1 minuto, sento i
muscoli fremere, l'acqua intorno ribollire.
30 secondi. Butto
tutta l'aria, resetto la respirazione ed i respiri diventano lunghi e
profondi.
15 secondi. Resetto
il ciclo di respirazione, inizio a pompare lentamente aria nei
polmoni, come se dovessi sorbirmi una granita.
10 secondi, il conto
alla rovescia per me si chiude a 8.
Mi immergo, ma
qualcosa non va bene, la pedana non mi fa fare l'affondamento. “Poco
male” penso, mi do la più leggiadra spinta che posso fare. Mi
sento scivolare come una mano nel guanto. Iniziano le bracciate, non
voglio forzare, mi sembra quasi di toccare il fondo dagli occhialini.
Attento Fabio non andar troppo giù.
I bei ricordi mi
fanno compagnia, è come toccarli e sentirli vivi, non sono solo,
anzi, sono felice, sembra che volo. Superata la metà delle bracciate
abbandono il centro della corsia e a poco a poco mi sposto sulla
corsia sinistra della vasca, pronto ad uscire. Vedo il segnale dei 25
metri, allungo il braccio per superarlo. Con le dita arpiono
saldamente il bordo vasca e respiro con calma e lucidità.
Inizia il conto alla
rovescia e a 4 batto sulla tavoletta. Tra me e me dico “E' fatta!
Ce l'ho messa tutta! Ci siamo! Vediamo qual'è il mio risultato!”.
L'arbitro mi comunica << Squalificato, prestazione annullata.>>
Voglio morire e
sprofondare negli abissi non della piscina, ma dello stretto di
Messina. Mi riprendo e con forza esco dall'acqua con un sorriso
sardonico stampato sul volto, quello che mi dipinge i lineamenti
quando dico tra me e me “non mi prenderete mai la mia dignità.
Bastardi!”. Guardo con le lacrime pronte ad esplodere l'arbitro per
capire dove ho sbagliato << Hai rotto il film dell'acqua con il
tallone, uscendo con il piede. >>
Voglio morire. Un
macigno mi arriva alle spalle, tra capo e collo, mi faccio in diretta
un attacco psicotico. Ma ormai ci sono abituato, raccolgo i pezzi e
vado a decompormi negli spogliatoi, ma sapendo che il sorriso e la
dignità non le voglio perdere, non tanto per gli altri, quanto per
me e per la mia parte andata in pezzi e dolorante. Mi lavo, mi
cambio, aspetto la premiazione e dopo la consegna della medaglia di
partecipazione inizia il lavoro di ricomporre i pezzi.
Ero troppo positivo
nell'assetto, 4 kg erano pochi per compensare la spinta di
galleggiamento datami dall'acqua della piscina. Gli occhialini non mi
davano la profondità e sopratutto non mi ero mai cimentato con una
partenza dalla pedana.
Questi i punti da
sciogliere. Oltre un pianto di disperazione in privato a casa per i
fatti miei prima di addormentarmi nel letto. Un po per resettare.
Circa i pesi ho
comprato 1,5Kg di piombo in più e lavoro per costruirmi un collare
da apnea. Dopo una lunga ricerca ho trovato e comprato cari e salati
un paio di occhialini con lenti trasparenti a norma di regolamento,
oltre a provarli e riprovarli fino a quando non ho trovato il modo
corretto di indossarli. Per quanto riguarda l'assetto, una volta
provato il collarino, probabilmente lavorerò ad un altro da poter
sposare con la cintura di piombi e quindi avere una distribuzione
ponderata del peso sul corpo.
Un forte lavoro di
ascolto, definizione dei problemi e loro risoluzione comporta
l'apnea, oltre a ridurre al minimo le casualità, perchè in mezzo al
mare non ci sono taverne. Ma c'è anche da dire che il Team ti lancia
e ti lascia allo sbaraglio.