Si può chiamare Città?
Il mese di Ottobre si è concluso con un bazzicare e camminare per i vicoli di una Palermo eterogenea, aperta, commerciale, attiva, intraprendente ( per uno di una provincia assonnata ), piena di iniziative culturali, dinamica e propositiva, praticamente una Città.
Dall'altra parte dell'isola, nella provincia in cui risiedo, il capoluogo è Messina, struttura urbana che si prefigge il nominativo di “città”, forse per quello che fu in passato, piuttosto che quello che è ora.
Un elemento che depone a sfavore del vedere Messina come città è l'organizzazione toponomastica: si parla di Villaggi e non di Quartieri.
Il quartiere è l'unità cittadina delimitata e funzionale, dotata di servizi sul territorio, che possono andare dai luoghi di culto, alla storia del posto, negozi, scuole, monumenti, farmacia, laboratori, mezzi pubblici, facendo parte della città stessa. Per quanto riguarda l'appellativo Villaggio il discorso cambia.
Il Quartiere è percorso da linee urbane che lo attraversano legandolo e collegandolo ad altri quartieri, al centro cittadino ed al resto della città.
Nel caso del Villaggio il servizio pubblico lo deve raggiunge. Ciò premette che l'agglomerato urbano è staccato dal resto, isolato e ci si deve arrivare: arrampicandosi o scendendovi, quindi una struttura a se stante e scollegata.
Il Villaggio è un agglomerato di case senza una loro organizzazione spaziale, se non di esser disposte intorno alla piazza principale ( a differenza del quartiere che può contenere più piazze) o magari esser attraversato da una sola strada per tutta la lunghezza dello stesso ( il quartiere ha più strade che lo attraversano e si intersecano tra loro a formare una trama).
Il quartiere ha una sua identità storica, che affonda le origini sulle vecchie maestranze o lavoratori ivi residenti, con particolari eventi accadutivi ricordati con le proprie tradizioni; il villaggio è un gruppo di persone trasportate in un territorio a colonizzarlo, senza tanta memoria ( magari non si sa nemmeno il significato del nome dove ci si trova ) e che ancora si deve amalgamare.
Per quanto concerne i luoghi di culto per i cristiani il primo punto di unità macro-sociale è la chiesa, struttura presente in numero singolo o superiore all'interno del quartiere come punto di aggregazione. Nel villaggio non è detto che sia presente un luogo di culto, nel caso in cui mancasse ne verrebbe meno la funzione aggregante .
Per non voler limitare il discorso ad una osservazione parziale, rimando a fonti di toponomastica al di sopra delle parti. Collegandosi su Wikipedia è possibile vedere le Circoscrizioni di Messina e l'organizzazione in Villaggi e non Quartieri.
Faccio un primo esempio, nella Circoscrizione II troviamo il Villaggio CEP. Toponomastica accertabile da una bella pagina obiettiva su Wikipedia, consultabile al sottostante link:
Dall'altra parte dell'isola, nella provincia in cui risiedo, il capoluogo è Messina, struttura urbana che si prefigge il nominativo di “città”, forse per quello che fu in passato, piuttosto che quello che è ora.
Un elemento che depone a sfavore del vedere Messina come città è l'organizzazione toponomastica: si parla di Villaggi e non di Quartieri.
Il quartiere è l'unità cittadina delimitata e funzionale, dotata di servizi sul territorio, che possono andare dai luoghi di culto, alla storia del posto, negozi, scuole, monumenti, farmacia, laboratori, mezzi pubblici, facendo parte della città stessa. Per quanto riguarda l'appellativo Villaggio il discorso cambia.
Il Quartiere è percorso da linee urbane che lo attraversano legandolo e collegandolo ad altri quartieri, al centro cittadino ed al resto della città.
Nel caso del Villaggio il servizio pubblico lo deve raggiunge. Ciò premette che l'agglomerato urbano è staccato dal resto, isolato e ci si deve arrivare: arrampicandosi o scendendovi, quindi una struttura a se stante e scollegata.
Il Villaggio è un agglomerato di case senza una loro organizzazione spaziale, se non di esser disposte intorno alla piazza principale ( a differenza del quartiere che può contenere più piazze) o magari esser attraversato da una sola strada per tutta la lunghezza dello stesso ( il quartiere ha più strade che lo attraversano e si intersecano tra loro a formare una trama).
Il quartiere ha una sua identità storica, che affonda le origini sulle vecchie maestranze o lavoratori ivi residenti, con particolari eventi accadutivi ricordati con le proprie tradizioni; il villaggio è un gruppo di persone trasportate in un territorio a colonizzarlo, senza tanta memoria ( magari non si sa nemmeno il significato del nome dove ci si trova ) e che ancora si deve amalgamare.
Per quanto concerne i luoghi di culto per i cristiani il primo punto di unità macro-sociale è la chiesa, struttura presente in numero singolo o superiore all'interno del quartiere come punto di aggregazione. Nel villaggio non è detto che sia presente un luogo di culto, nel caso in cui mancasse ne verrebbe meno la funzione aggregante .
Per non voler limitare il discorso ad una osservazione parziale, rimando a fonti di toponomastica al di sopra delle parti. Collegandosi su Wikipedia è possibile vedere le Circoscrizioni di Messina e l'organizzazione in Villaggi e non Quartieri.
Faccio un primo esempio, nella Circoscrizione II troviamo il Villaggio CEP. Toponomastica accertabile da una bella pagina obiettiva su Wikipedia, consultabile al sottostante link:
O per portare un altro esempio, nella Circoscrizione III abbiamo il buon “Rione/Villaggio Aldisio”, sempre consultabile sulla imparziale Wikipedia:
Da questi primi elementi socio/architettonici e culturali scritti di getto, ce ne sono tanti altri che mi sfuggono, vuoi per ignoranza personale, per formazione appartenente ad altro campo, per tempo. Il concetto che voglio comunque focalizzare è : Messina è un agglomerato di Villaggi e non un incastramento Quartieri, declassando di conseguenza la struttura cittadina ad un gradino tutto suo che sta tra la città ed il macro-villaggio quale appunto è Messina stessa..