sabato 1 febbraio 2014

Cinica.

Cinica 001 .
La chiamata si chiude e con essa un'altra storia volge al termine. Finalmente quel peso che ti portavi dentro da più di un mese si è tolto, quella storia iniziata benissimo e poco a poco degenerata ha avuto un epilogo.
Forse non avresti dovuto farlo tornare a casa tua o forse non avresti dovuto andarlo a prendere all'aeroporto. Forse sarebbe stato meglio lasciarlo alla pensilina degli autobus dell'aeroporto, fargli aspettare il bus, magari farlo arrivare in centro, non rispondere al telefono già da subito se ti avesse chiesto informazioni per arrivare. Come dire, un minimo di furbizia l'avrebbe potuto mettere in guardia dal continuare sulla strada verso di te. 
Cinica 002
Forse non avresti dovuto aprirgli nuovamente la porta di casa, quello spazio combattuto a sacrifici e privazioni e più volte messo in pericolo dall'ultimo “Cretinetti” che si presenta nella tua vita. Forse quel cassettone liberato per lui ti servirà a te per altro, magari trovar posto ai tuoi attrezzi. Forse era meglio non lasciarglielo libero quello spazio, chissà cosa avrà creduto? Di certo che gliel'ho preparato per lui, che sciocco. Serve a me.
Forse era meglio festeggiarsi il compleanno da sola, con i miei amici ed i miei genitori, lui addirittura chiedeva di far venire un suo amico. A casa mia? Con i miei amici? Ma scherziamo? Già sarà un miracolo se riuscirò ad evitarmi una foto di compleanno senza lui. Il prossimo anno se ho un altro cosa gli dico? Ad ogni compleanno ho un fidanzato diverso?
Cinica 003
 
Forse avrei dovuto tirar fuori la scusa di esser impegnata più spesso, mi è mancata la mia libertà. Ma tirar fuori 3 volte la stessa necessità, su 6 giorni passati assieme, forse si sarà insospettito; l'ultima cosa che avrei voluto era una sfuriata di gelosia, non l'avrei sopportata così come non ne sopportavo la lentezza nelle cose.
Ieri l'ho sfanculizzato fuori casa con la scusa di dover pulire ed i preparativi per la festa, oggi faccio il bis con la scusa delle lezioni alle 3 di pomeriggio, che poi sappiamo Io e la Mia Amica che è solo una scusa per aver tempo per far altro..
Cinica 004
Basta devo smetterla di dirmi tutti questi forse, è arrivata la sua lettera e dovrei leggerla. Sarà piena di stupide cose smielate da adolescente invecchiato che carinamente dovrò sorbirmi per poi doverlo ringraziare e davvero mettere la parola FINE a questa scopata estiva durata troppo a lungo.

martedì 28 gennaio 2014

Valanga di ...

Grasso .
Quando questa valanga di grasso passerà, lascerà le sue stimmate. Quando ho cominciato a prendere l'ascensore per i 100 non volevo crederci, 90, 92, 95, 99 e 100kg.
Arrivato in quota sono diventato una persona con il peso a 3 cifre, la cosa mi ha cominciato a dare i nervi, ma intorno non c'era spazio per muoversi o giostrare. Le attività intraprese venivano boicottate, negate, ostacolate.
La proposta di una passeggiata si risolveva in una “passiata” per vedere le vetrine, guardare i prezzi e non per camminare.
L'ultima escursione in montagna fu una continua lite sul non procedere sull'andare avanti, metafora di una storia ferma da troppo tempo oltre a portarsi appresso una mole di materiale che faceva peso sulla schiena e si doveva trascinare.
Poi ho ripreso una scelta fatta ad inizio anno, riallacciare le fila con una associazione di camminatori nata a Milazzo di cui ero socio. Sapere che quella data era un appuntamento fisso e che cominciavo ad attendere, mi ha permesso di guardare le cose in maniera diversa, affacciarmi a poco a poco al di sopra di quel manto di grasso che mi avvolgeva ed ottundeva.
Ho cominciato a camminare piano – piano, mi sentivo bene per il movimento, per i rapporti umani che si intrecciavano, per i bei posti che vedevo con un'ottica diversa. Le idee si placavano, la coscienza era più sgombera, cominciavo a sentirmi meglio, ma non con chi stavo accanto.
Ho cominciato a guardare come il mio corpo reagiva a questa valanga di grasso che l'ha investito: il grembiule di pelle sulla pancia, i seni ingrossati, il volto arrotondato, il sottomento, le alucce a gli arti che pendevano, le gambe via – via meno toniche. Mi ha fatto male vedermi cambiare in peggio ed intravedere le stimmate che cominciano ad affiorare all'orizzonte, le smagliature, la pelle pendente, la perdita di tono dovuta anche all'età ed all'inattività.
Quando affioreranno del tutto vedrò di trovargli una soluzione o l'accettazione o altro. Intanto oltre al camminare, si è aggiunta l'apnea, ma questa è un'altra storia ;-)

Una pinta ...

Di bolle ...
E' sera, quasi notte. L'altrui silenzio mi fa impazzire, sento scavare dall'altra parte  un profondo fossato per tendermi un agguato. Decido di far sortita, travestitomi di vesti non mie, mi aggiro per la piazza e scatto foto sui muri delle altrui dimore .
Ciò che ne esce non è piacevole, anzi, è un pugno allo stomaco, forte, secco e ben assestato. Dolore da animale ferito si sguinzaglia dal ventre, come nero inchiostro sgorga a fiotti avvelenandomi l'animo. Dolore e rabbia si stringono la mano, soffocando in uno strangolamento simmetrico quel poco che resta di rispetto altrui. Una frenesia nel raccoglier pezzi si scatena.
Una cronistoria lunga quasi un anno e se non di più, con tanti momenti passati assieme, foto di Lui che abbracciava Lei, Lei che metteva la mano sulla coscia di Lui,  cuoricini postati sull'altrui bacheca e tag vari su altrettante fotografie. Stasera quello che mi sono andato a ricordare, tanto per farmi incazzare quel poco che mi serve per farmi contorcere le viscere è la poesia dedicata davanti ad una pinta, non di birra.
Quelle braccia ora fanno gesti, suggerendo idee e pensieri: non solo fumo gli passava, pure denaro. Visto che la situazione è difficile, le due braccia mimano una scenetta da teatro dei burattini: forse sarà tornata tra le sue braccia. O in quelle di chissà chi altro?
I miei calci nei coglioni me li sono presi abbondantemente per questa sera.