giovedì 12 novembre 2009

Il Blog .


Un lamentatoio.

Ripasso in fretta le pagine del Blog, una breve carrellata di eventi fermati con immagini, filmati, musica e tanto scritto. L'idea originale del Blog era un punto di partenza per ritrovare e coltivare quel mio lato un po folle che mi porto dietro. Lato che porta vantaggi e svantaggi, evidenti, qui riportati e leggibili. Quella parte un po spensierata ed un pizzico euforica, che poteva portare a fare tante cose, ma di cui ho preso con il tempo le distanze, perché portante anche molti problemi.
Con il tempo si è trasformato in un raccoglitore di lacrime, lamenti, dispiaceri e poca roba positiva. Mhà... 2 Palle....

Momenti pieni e momenti vuoti .

Vita ad Emmental .

Ci sono momenti della vita, siano essi pochi secondi, minuti, giorni, settimane, mesi, anni o lustri, in cui il mondo intorno scorre, la vita c'è, ma è fuori di te scivolandoti di sopra, senza che essa riesca ad entrare dentro ed attraversarti. Si crea una situazione di vuoto, freddo, solitudine, dove si è poco presenti.
Dall'altra parte vi sono dei giorni pieni, caldi, con il sole, in compagnia, dove la vita passa attraverso te, ti scalda, ti riempie, sei parte integrante e sei presente .
Altri giorni ti guardi indietro e vedi che la vita è a zone, punti piena e sei presente, parti vuota e sei assente. Ti ritrovi con una bella forma di Emmental tra le mani, di cui ne vai non troppo fiero, perché i giorni vuoti, mangiati, sono andati e nessuno più te li riporterà .  

mercoledì 11 novembre 2009

Effetto Spugna .

Assorbo e poi mi strizzo.

Tra i tanti “pregi” della sensibilità, vi è quello di riuscire a trovare spazio nel proprio mondo interiore anche per gli altri. Forse più che sensibilità si parla di timidezza, ma comunque si ha l'animo disposto in modo tale da poter accogliere al proprio interno tantissime cose di chi ti sta accanto.
Finché si parla di pregi altrui ( rari come i personali ), abbiamo una voce in positivo del bilancio, ma quando si parla dei difetti di chi ti sta accanto ( tanti come i propri ), la questione si complica e diventa difficile.
Quando sei solo con te stesso ed inizi a muoverti per i fatti tuoi, ti senti come appesantito, stordito, infastidito, alterato. I passi segnati sono faticosi, pesanti, perché senti sotto – sotto dentro di te della zavorra, ma chi ce l'ha messa? La sensibilità, quella finestra sempre aperta verso il mondo contemporaneo nel contesto del muro della riservatezza. E ti ritrovi carico di tante idee, pensieri, parole, emozioni, azioni, coazioni, fisime, turbe, idee ridondanti altrui, oltre le ovvie proprie.
Che fare a questo punto? Bella domanda.
La cosa logica ma non conseguente, è iniziare a spremersi, buttar fuori, rilasciare, allontanare quello che si ha dentro. Come ? Semplice, pensando (non troppo), parlando (in compagnia), scrivendo (in un diario), disegnando (provandoci), fotografando (basta un semplice cellulare), telefonando (W la 0 Limits), “messaggiando” (W per la seconda volta la 0 Limits ), “bloggando” (ecco il post), digitando ( e-mail for-ever ), scendendo in piazza (sia essa analogica che digitale), uscendo di casa a fare quattro passi, viaggiando (c'è un'isola da scoprire), progettando (magari una stanza dove andare a starci), riparando (mobili vecchi), riciclando (dando nuova vita a quello che per altri è morto) e tantissime altre cose.
AVE ATQUE VALE