sabato 13 maggio 2017

Come un ...

Ulivo .
Da un po di tempo cerco di alleggerire la mia vita, butto, dimentico, scordo, metto da parte, scrivo, leggo, provo, evito problemi, di entrare ed avviare discussioni, cerco di dormire regolare e svegliarmi in modo ordinato, cerco di ricucire pezzi di me stesso, cerco di allontanare le persone negative, provo a far spazio, sfoltisco.
Avevo già affrontato l’argomento in modo fugace, in un post “Teoria del cassetto”, ne continuo l’idea in questo scaffale aperto nel mio blog.
La sensazione è come di perdere pezzi non più miei, far cadere o perdere parti che non mi appartengono e cercare di concentrarmi su altro, magari meglio, forse migliore o comunque nuovo.
Un po come fa l’albero di ulivo, lascia morire i pezzi di se stesso morti, li fa marcire, senza però intaccare il suo midollo, continua a crescere, a sviluppare, alternando zone piene a zone vuote, ovviamente contorcendosi e non essendo lineare, ma d’altronde, quando mai la vita è stata lineare o semplice?
Meglio farmi ulivo contorto, alternante pieni a vuoti, punti in luce a punti bui ma vivo, che una tavola di frassino piena e lineare ma morta. 

Buoni propositi.

Per l’anno che verrà.

Il 2013 si chiudeva come un anno difficile. Alle spalle due storie importanti chiuse, una situazione combattuta tra la possibilità di prendere la strada della Discesa, semplice dolce e dal retrogusto amaro via via più intenso; o la via della Salita, difficile. Doversi arrampicare e tirarsi fuori dal guano, a patto di affrontare le difficoltà.
Scelsi la seconda strada, tirarmi fuori dal guano in cui scivolai nella seconda parte dell’anno e ricompormi pezzetto dopo pezzetto. Fu dura, ma ci riuscì.
Verso la fine del ‘13, preso dalla cordata positiva di migliorarmi, mi inventai la “lista di buoni propositi per l’anno che doveva arrivare”, con l’intento di viverlo come se fosse un’opportunità piuttosto che una condanna. Prevedevo di pormi obiettivi, programmarli e realizzarli, con caratteristiche principalmente piacevoli per Me stesso.
Le ristrettezze economiche erano dietro l’angolo, ma ciò non mi impedì di stilare una lista. Era anche un periodo di ristrettezze di conoscenze, le persone che avevo accanto erano più un problema che un supporto, ma questa è un’altra storia.
Decisi di stilare la lista ( il 8/12/13) per l’anno 2014 che entrava :
  1. Ascesa a Vulcano ( rimandata ).
  2. Ascesa a monte Scuderi fatta il 4/5/2014 .
  3. Escursione a Marinello fatta il 4/1/14.
  4. Mandare a quel paese un po di Persone (nel particolare una), fatta il 8/11/14 .
  5. Scrivere.
  6. Fare apnea, fatta il 16/03/14.
  7. Andare a funghi, fatto il 30/11/14.
  8. Leggere, fatto il 3/12/14.
  9. Fare una vacanza, , fatta il 29/4/14 e ed 2/5/14.
  10. Ridere, fatto il 03/12/14.
Si aggiunse:
  1. Ascesa all’Etna, fatta il 29/06/14.
La lista iniziale doveva essere di soli 10 punti. Mi ero dato un limite, in modo da scegliere, essere sintetico e non perdermi, non affollarmi di buoni propositi e non concluderli, non ritrovarmi con buoni propositi di impiccio ed intralcio. Sarebbe stata una lista di aiuto, non per affossarmi nei buoni propositi.
Messo il limite dei 10 punti, iniziai a buttarli giù. Mano a mano che la stilavo e le possibilità di aggiungere si riducevano, mi rendevo conto che l’anno sarebbe finito e le cose che avrei potuto fare sarebbero passate in cavalleria, o peggio ancora rimandate.
Riformulai la lista, in modo da escludere le cose inutili e concentrare il tempo su cose interessanti/positive. La lista fu stilata ed affrontai il 2014 con una serie di punti da svolgere.
I giorni passavano e diventavano settimane, le settimane si sommavano ai mesi e 9 punti su 11, furono portati a termine. Cammin facendo si aggiunse un altro obiettivo e mi concessi questo sfizio in più, conscio del fatto che sarebbe stato un solo punto in più, utile, sintetico, di aiuto, di supporto e non di intralcio.
Ne restavano 2: 1 Ascesa a Vulcano ed il N° 5 Scrivere.
L’anno volse al termine e decisi di affrontare il 2015 riprendendo le fila dal 2014.
La lista, fu fatta ad anno avviato, correva il 4/8/14 e fu come una ri – edizione della precedente, arrivando quella per il 2015 :
  1. Ascesa a Vulcano ( rimandato ).
  2. Buttar roba vecchia.
  3. Andare a trovare i nonni in Toscana.
  4. Mandare a quel paese un po di persone ( bis ).
  5. Scrivere ( sospeso ).
  6. Fare apnea (bis ).
  7. Scattar foto.
  8. Leggere (bis ).
  9. Farmi una vacanza (bis ).
  10. Ridere (bis ).
  11. Conoscere nuove persone.
  12. Camminare.
  13. Regolarmi di peso.
  14. Fare spazio.
  15. Partire.
  16. Ascesa a Stromboli.
  17. Cucinare .
  18. Ciaspolata.

La lista originale si fermava a 12 punti, gli altri 6 nacquero confrontandomi con altri ed esperienze colte al volo.
La cosa che saltò all’occhio fu l’aver re – introdotto gli stessi elementi dell’anno precedente un seconda volta ( Mandare a quel paese un po di persone - Fare apnea – Leggere - Farmi una vacanza – Ridere ), praticamente 5 punti sui 12 originali.
Quasi la metà dei punti erano la copia dell’anno precedente, come se volessi star fermo su dei passi ritenuti fermi, ma rilevatisi effimeri, uno tra questi fu l’apnea. Metti il lavoro, gli orari non coincidenti, vuoi lo scontro con Carmelo, vuoi la partenza di Egidio, questo punto saltò come altri e mi ritrovai in una condizione di dover ricalibrare la lista. La cosa non fu fatta.
In totale realizzai 10 punti su 18:
  1. Ascesa a Vulcano ( rimandato ).
  2. Buttar roba vecchia. Fatto: 15/5/15 et al.
  3. Andare a trovare i nonni in Toscana ( rimandato ).
  4. Mandare a quel paese un po di persone (bis ).
  5. Scrivere ( rimandato ).
  6. Fare apnea (bis ). Fatto: 15/03/15
  7. Scattar foto. Fatto: 12/04/15 et al.
  8. Leggere (bis ). Fatto: 2015, ma il 2016...
  9. Farmi una vacanza (bis ) Fatto: 12- 14/05 a Palermo; 13 -15/07 a Palermo; 24-25/08 a Lipari; 10-11/09 Sant'Alessio Siculo; 10-11/11 Palermo.
  10. Ridere (bis ).Fatto: 20/02/15 et al.
  11. Conoscere nuove persone. Fatto: 10/03/15 et al.
  12. Camminare. Fatto: 31/5/15 et al.
  13. Regolarmi di peso ( rimandato ).
  14. Fare spazio ( rimandato ).
  15. Partire ( rimandato ).
  16. Ascesa a Stromboli ( rimandato ).
  17. Cucinare . Fatto : 6/11; 13/03 et al.
  18. Ciaspolata. Fatto: 15/02/15

Durante il 2015 veniva meno la gioia di segnare la lista con foto di un traguardo raggiunto e lanciandomi verso il 2016 con una lista non aggiornata ed una non fatta. E di roba sotto i ponti ne è passata: Pepe, Federica, Università. I viaggi ci sono stati: Palermo, Lipari, Capo Sant’Alessio ed ho finito le camminate al Capo preparando 12 pacchetti di escursioni pronti all’uso. Ho conosciuto Noemi, Alessia F., Clara . Dall’altra parte verso la fine dell’anno è arrivata la “chiusura” a “Il Promontorio”.
Il 2016 è stato un anno di bivaccare, ho continuato la scia di libri letti l’anno precedente e l’anno ancora prima (horror zombie ), arrivando a stufarmi/ deludermi. Mi rendo conto che la lista divine un problema e non un supporto.
Passa del tempo, il 2016 volge al termine, l’anno si porta via Federica, tante persone conosciute e la storia con Valentina mai iniziata. Rispolvero un po quei punti lasciati in sospeso con me stesso e su Me stesso.
Arrivano le vacanze Natalizie, finalmente del tempo da dedicare a Me stesso. Il primo giorno libero utile, lontano dalle festività è il 27/12.
Cammin facendo trovo un compagno di Viaggio ( Davide R.) con cui condivido il progetto. E’ interessato ed affascinato, convergiamo sull’obiettivo ed è fatta. Programmiamo l’ascesa a Vulcano e via. Giornata meravigliosa passata in un posto unico e stupendo, incontrando belle persone .
La lista del 2014 si chiude con un altro punto realizzato e finalmente trovo un po di pace con Me stesso.
Ma la strada è lunga e la concentrazione è poca. Il 2017 sarà un anno importante, lo sento.

giovedì 11 maggio 2017

Prunaio .

Ci sono entrato ed è difficile ma non impossibile uscirvene .
Giorno dell’Immacolata, 8 Dicembre. Ci vediamo l’ultima volta con Valentina e facciamo l’amore, in quel momento che son con lei decido di mandare a fare in culo tutte le considerazioni di chiuderla con Lei e le apro per l’ennesima volta il cuore accettandola.
Di lì a poco scatenerà l’inferno contro di Me. Il punto di questa situazione è che mi è stato fatto del male da Lei. Tanto, al punto che ho iniziato Io a fare del male a lei.
E’ come se ad un passo corrispondesse un contro - passo, dolorante e tagliente, amore ricambiato con odio, affetto con rancore, un regalo con un rifiuto, un abbraccio con un peso. Più mi muovo e più mi faccio male, più cerco di uscirmene e più mi sento risucchiato dentro questo labirinto di spine, dolore e buio.
Ci vuole un aiuto esterno, magari di qualche amico o magari di Catia.

mercoledì 10 maggio 2017

Primo crollo in cantiere.

Assestamento ?

Tra le tante cose iniziate nel crepuscolo tra coscienza e sub conscio del cantiere 36, avevo messo mano ad arginare il rapporto con Valentina, il fine era chiuderlo. Ero sulla strada di dare un colpo finale, per poi uscirmene ma l’8 dicembre ci rivediamo e facciamo l’amore.
Sembra una situazione tranquilla, messaggi, qualche chiamata e poi silenzio, lungo, sempre più lungo.
Nella notte del 10/12 viene rotto il silenzio, si fa prendere dalla gelosia e partono i lunghimessaggi senza senso, fa nuovamente a pezzi tutto, presa da una furia cieca.
Finita la scossa tellurica di devastazione, si sono aperti 9 giorni in cui non risponde a chiamate, messaggi, a nulla. E’ come se per lei fossi morto e sepolto.
Una brutta botta al cantiere. Giovedì 22 mi vedo con Letizia e le chiedo un parere.

L'immagine appartiene al rispettivo proprietario.

Il Treno per il passato .


 
Non ha numero ed orario, ma è puntuale.
Notte. Ruote di metallo stridono su binari, scintille rosso fuoco tagliano l’oscurità. Lo sferragliamento annuncia l’intercedere lesto di vagoni trainati da una motrice attempata.
Seduta su una panchina di marmo, una ragazza attende dondolando le fragili gambe. Le fanno compagnia una piccola borsa contenente i quattro stracci di sentimenti rubati a casa, stipati alla rinfusa, ed un uomo.
Lui parla, cerca di dissuaderla, forse dalla partenza o da altro. Chi ascolta ha il volto incorruttibile, fa finta di ascoltare mentre dentro tutti i contatti con il mondo esterno sono chiusi ormai da tempo .
Silenzio. Lui sembra aver capito di non esser ascoltato. Un ultimo sforzo, le dichiara ciò che prova per Lei, ma invano. La scelta è stata presa già da prima, ma solo ora viene comunicata a chi le sta accanto. Nonostante tutto non ne verrà distolta .
Lo stridere dei freni preannuncia una folata di vento. L’aria puzza di freno bruciato, di vecchio, di rancido, di cose andate a male e malamente conservate in un armadio intriso di naftalina.
Davanti alla panchina si ferma un vagone. Ombre al suo interno si muovono, armeggiano dietro i finestrini. Le luci della stazione tremolano. Aumentano di intensità per poi spegnersi, restando accesi i punti luce di emergenza. Le ombre si allungano, si gonfiano, gli oggetti diventano sagome.
Lo sportello si apre vomitando una scaletta nascosta nelle viscere di acciaio. Una sagoma scura scende lentamente, un passo ed un tonfo, un piede ed un rimbombo. Ha il volto inghiottito da un grosso cappotto dal colletto quasi sfiorante il berretto rigido in testa, l’occhio di chi è sulla banchina non può non cadere sull’alta calotta del copricapo. Le mani sono incorniciate da pesanti polsini. Puzza di rancido, non lavato. Una mano scheletrica tiene una punzonatrice, schioccata ad un ritmo lento e malinconico.
Si volta verso la coppia sulla banchina ed una voce cavernosa fuoriesce da quella che forse è una bocca:
- Treno! Treno per il passato! Biglietti prego o la moneta per essere traghettati.

La ragazza solleva il sacchetto e senza voltarsi scivola dal marmo. Punta al controllore. Cerca qualcosa nella borsa: o il titolo di viaggio, o la moneta. Trovato il soldo, lo afferra per mostrarlo fiera. Un ghigno ferino dall’altra parte è la conferma che basterà. Impugnata la moneta con mani scarne, esce dell’altro dall’antro :
- La moneta coprirà il viaggio. Prego Signora, salga in vettura. L’aiuto, Io. Carrozza “Ricordi”, scompartimento “Passato”, posto “Ragione solo lei”.
Senza troppe smancerie spalancato il portello della vettura, le sagome all’interno si agitano.
La moneta per l’acquisto scivola in una tasca polverosa dell’uniforme, mentre un biglietto viene afferrato da una risma macchiata e logora.
La punzonatrice stavolta emette scatti pieni, come di fera che rompe ossa. Il biglietto è stato staccato, l’ultimo piede scompare dentro la carrozza e la voce del capotreno echeggia:
- In carrozza signori. Partiamo per fare la guerra in un un posto in cui non serve !
Si volta verso l’accompagnatore che ha seguito tutta la scena. Due fessure di un nero differente fissano l’ospite. Con un tono poco rassicurante lo apostrofa:
- E Lei? Non vuol salire in vettura?
Un secco “No”, senza aggiunte è la risposta.
Con fare felino il controllore salta in vettura, sventola in direzione della locomotiva uno straccio ridotto a brandelli di fu color rosso. E’ il Vai per il macchinista. Un forte fischio preannuncia la partenza. Le ruote in motrice scivolano sui binari un paio di volte e lentamente il convoglio si muove.
L’ospite guarda attonito verso i vetri sporchi. Cerca di vedervi attraverso. Tra le ombre vede una sagoma, assomiglia a Lei. Persa chissà dove, ma decisa a non voltarsi e non salutarlo.
Il treno fischia e prende velocità. Una lanterna rossa dondolante in coda, è l’ultima cosa vista prima che la notte inghiotta il convoglio, Lui resta solo sulla pensilina.
Tornata la luce è come se nulla fosse accaduto.

lunedì 8 maggio 2017

Dicotomia .

Spaccata .

Hai una bramosia di fottere, ma una gran paura di esser penetrata.
Vorresti essere inondata da litri di eiaculato, ma hai una paura feroce del seme su Te.
Hai voglia di sentirlo in ogni dove, ma appena avvicinatoti al vestibolo è un continuo spostarsi, inarcarsi, togliersi, mettersi di traverso, contrarsi, ritrarsi, scappare, deviare, andarsene, togliersi.
Vuoi prenderlo, ma dettoti “mettitelo dentro” è un tormento di ansia, tenderti, inarcarti, paura di restare gravida.
Hai una voglia bramosa di provarlo lì, memore dell’aver assaggiato qualcosa, ma appena non è il qualcosa a spingere, è nuovamente un inarcarsi, un tendersi, uno spostarsi, un “No, non voglio”, un irrigidirsi, un mettere la mano e toglier via.
Hai voglia di fare sesso a tre ma hai il terrore del dolore delle penetrazioni, l'unica cosa che passa è la bocca, abbondantemente...
Vuoi una storia, ma non vuoi stare dentro alla storia.
Vuoi una persona tutta per Te, ma non riesci a starci accanto.
Vuoi l'uomo della tua vita, ma non lo vuoi nella tua vita.
Vuoi l’altro si leghi a Te, ma non vuoi legami su di Te.
Provato a far spazio tra questi punti estremi, al fine di ricercavi la persona, si alza la solita cortina fumogena del “non lo so”. E' un ripetere “non lo so, non lo so, non lo so, non lo so...
E' un disco rotto che si ripete ed Io voglia di ascoltarlo non ne ho voglia. .

L'immagine appartiene al rispettivo proprietario.

Sbucciato .

Come una mela .
Il caso ha lanciato i dadi ed il risultato è quel che è stato.
Esco da casa con lo zaino sulle spalle ed un bel senso di leggerezza in tasca. Sarà l’aria della prossima primavera, le giornate che si allungano o la possibilità di poter lavorare in modo un po più continuo. Cammino volando sul marciapiede dai mattoni dorati.
Arrivo all’angolo del Impallomeni, mi volto a sinistra per vedere se sopraggiungono auto, la carreggiata è sgombera. Posso passare. Mi sento di allungare il passo, lo faccio, arrivo al condominio Giallo ed incrocio Te uscirne dal portone.
E’ un baleno, ti saluto, ma sento dentro una molla scattare in direzione Tua. Come attratto ti fermo ed iniziamo a parlare.
Domande di rito, come stai, cosa fai. Poi butto i dadi stavolta Io sul tavolo ed affermo.
Mi sei mancata, ti ho cercata per molto tempo, sei scomparsa, una parte di Me ti reclama, ti vuole, mi manca il tuo sorriso, parlare con Te, quella di Bergamo si è presa la domatura della mia rabbia, era tua. Vado come un fiume in piena, mi manca il profumo della tua pelle, mi manca far l’amore con Te, mi manchi. Mi dispiace di averti trattata male, mi spiace di averti urlato, mi aggiungu che ti ho pure bestemmiaTO.
Deglutisci, pausa silenzio.
Io sono uscito nudo verso Te, ma non accenni a schiodarti, con gli occhi lucidi che conosco di Te ed il tuo silenzio con cui mi hai ripagato numerose volte, anche stavolta il silenzio cala. Forse un pizzico di compassione ti porta a dirmi “è passato tanto tempo, siamo cambiati”. Però capisco e te lo dico che ancora stai con Fabio, te lo leggo sul volto.
E’ un salutarsi velocemente, quasi in imbarazzo è più un addio che un arrivederci. Nuovamente  provo quella sensazione di vuoto e di mancanza che sentii con Te e con Rossana.
Poi una domenica 23 aprile del 2017 capii e vidi che eri di un altro e non mai più mia.