venerdì 28 novembre 2008

Sono tornato proprio io indietro di un anno ?

Gli orologi li avete portati indietro voi.. Come sempre

Ennesima scenetta teatrale/focolare: cerco di finire un capitolo prima di andare a tavola, ma questo non può essere. A porta chiusa, mentre cerco di studiare, prima vengo chiamato da dietro la porta, ma chi mi chiama è intelligente e mi lascia stare, così riesco a continuare.
Squilla il telefono, si mettono ad urlare dall’altra parte delle mura che mi vogliono al telefono. La prima, la seconda volta, la cosa mi da fastidio e da dietro la porta urlo che non muore nessuno se passano 5 minuti e chiamo dopo, dato che sto cercando di studiare.
Non contenti arriva la pietra dello scandalo, si apre la porta e per forza mi si deve dire che si sta andando a tavola.
Con la pazienza al lumicino mi alzo dal tavolo e me ne esco fuori casa. Non chiudo la porta, perché so che se la toccassi la sfascerei, quindi lascio perdere, qualcuno ci penserà.
Esco in strada ed il tempo sembra instabile, penso tra me e me “quasi – quasi arrivo dalla nonna”, fiducioso inizio ad incamminarmi.
Fatti i primi 10m, le prime gocce d’acqua mi bagnano la fronte. Penso che forse è solo una pioggerellina ( mi piace) e tiro dritto .
Giunto al Tono, l’acqua rinforza. Speranzoso che sia arrivato al suo culmine, continuo. Un conoscente si accosta con la macchina per darmi un passaggio, ma gentilmente rifiuto, ho solo voglia di starmene per i fatti miei.
Continuo la camminata, ma arrivato all’altezza del ristorante la Pignatta, devo cercare un riparo sotto l’albero. Arrivano fulmini, tuoni e vento, lascio il rifugio per ripararmi riparo sotto una tettoia.
Scampato un pochino, riprendo la strada per casa. Acqua manco li cani mi pela, strade trasformate in fiumi, scalinate diventate fontane, caditoie in cascate.
Varcata la soglia esclamo: Posso finirmi il capitolo? Una voce moralista mi rimprovera: Chi ti ha impedito di farlo? Rispondo alterato: Se una persona cerca di restare raccolto è praticamente impossibile, perché c’è sempre qualcuno pronto a romperti i coglioni. Prontamente arriva la risposta: Peccato che l’abbia scelto tu di uscirtene. Peccato che tu debba fare sempre e solo il preciso SOLO con me, esclamo. Risposta: Sei tornati indietro di un anno!
Penso tra me e me: Sono tornato io indietro di un anno? Ma se in questa casa non si fa altro che parlare e ri-parlare e ri – ri - parlare ed ancora ri – ri – ri – parlare di cose vecchie, morte, passate e fracide da sempre: scuola superiore ( assenze dalla classe, rapporti, truffe, pianti, liti, urla, assenze di figure in casa ) , l’università ( esami, docenti, professori, tasse in LIRE, tesi di laurea, master ), militare ( selezioni, accademia, comando, colleghi e sottoposti da comandare) di mio fratello? E’ meglio quando si parla di quello nuovo che fa, ( anche se urla come un monaco sordo) piuttosto che sentire sempre lo stesso disco.. Che gente stronza ho accanto..

mercoledì 26 novembre 2008

Pornocchio.



Non so perché, ma l’accento dei doppiatori del cartone mi ricorda tanto l’accento Mugellano, se poi ci metti quel filone naturale di dissacrazione, presa in giro, mi sembra tanto di sentire i miei amici del Paese del mi babbo parlare. Mi manca andare a Galliano..

Cornuto .


Bel cervo :-)

Per mi sto gustando un libro dal titolo “L'onore di Roma”, autore Guido Cervo, edizioni PIEMME BESTSELLER. A parte gli oltre 50 e rotti personaggi dai particolari nomi gallo – romani e l’uso di un italiano aulico, la descrizione dei paesaggi e personaggi è semplicemente favolosa.
Mi ha particolarmente colpito la descrizione di un cervo, così dipinto:

Era un bell’animale, un maschio adulto con un folto palco di corna, e anche nella fuga non perdeva l’eleganza del portamento.

La messa su carta della descrizione di un cornuto. :-)

Dott. Frankenstein.



Certi momenti mi fermo a pensare, l’attenzione cade su cose passate, trascorse e vecchie. Mi focalizzo su questi elementi passati quali: amicizie, conoscenze, momenti brutti, o difficili, belli ed indimenticabili, magari persone care od odiate, ed inizio a pensare.
Con il pensiero rievoco momenti, emozioni e persone. E’ come se un film venisse nuovamente proiettato sullo schermo. Mi concentro al punto che sembra quasi le volessi far rivivere, far girare le lancette in dietro nel tempo. Come se prendessi dei pezzi del passato, ormai andato ed avariato e vorrei farlo rivivere.
A gli inizi dei momenti non me ne rendo conto, ma comincio ad avere un senso di sdegno, di schifo, di vomito. È come se volessi assemblare pezzi di carne morta, vecchia, putrefatta, che non si tengono in piedi come la creatura del Dott. Frankenstein. Mi accanisco, ci penso, ri-penso e ri – ri – penso. Cado, insisto, mi incazzo, mi altero, rivivo quei momenti, ed è come se l’accanimento che ci mettessi per farli tornare, è pari ai colpi inferti dal Dott Frankenstein a quell’ammasso di carne morta e putrida quale è la sua creatura.
Poi viene il momento della riflessione, dove mi rendo conto di esseri accanito su dei pezzi di carne morta, ormai putrida, andata a male, dai quali la vita è volata via da un pezzo. E’ come un momento di liberazione, dato che l’odore di morte comincia a dileguarsi, le tempie non pulsano più e la mente torna alle cose presenti, vive, vere.

domenica 23 novembre 2008

Per Mona...



Author: Franco Battiato - Album: L'Imboscata - Title: La Cura .

Vorrei proteggerti da tutti i turbamenti che potresti incontrare lungo la tua via.
Vorrei cancellare le ingiustizie e gli inganni per le tu scelte importanti .
Vorrei spianare le colline che troverai nel tuo andare avanti, ed esser lì a sorreggerti per mano quando cadrai.
Vorrei starti accanto e con un sussurro di un angelo dirti all’orecchio dove sbagli, per poi farti approdare a porti sicuri dove poter proseguire. L’importanza che ti ho dato nella mia esistenza non è misurabile, ma sappi che per me sei importante .
Vorrei portarti in dono tante cose. Non rose, ne piante o altri beni di consumo, cose che poi si potrebbero benissimo consumare, buttare e quindi dimenticare. Ma vorrei donarti: la pazienza per capirti in ogni momento difficile, un sorriso fresco per ogni momento amaro, una spalla a cui appoggiare quando sarai stanca, un angolo caldo sul mio petto per raccoglierti mentre fuori infuria la bufera, un pensiero dolce per ogni momento amaro, il silenzio per poterti ascoltare e dimenticare ciò che di male hai ricevuto.
Vorrei percorrere con te tante strade, ma non le frugali che non portano a nulla, se non a vicoli ciechi, ma sentieri ( a volte tortuosi e difficili ) che portano all’essenza dello stare assieme, in modo tale da non illuderti o condividere nulla di fasullo per la tua vita.
Vorrei continuare a tessere i tuoi capelli, come trame di una soffice coperta per avvolgerti. Tessere la tua chioma con dita, spazzola e amore, per massaggiarti delicatamente e farti sentire che ci tengo a te.
Quel poco che so: esperienza, saper fare, come fare, saper dire, cultura, vorrei donartelo tutto, senza una virgola in meno. Perché so quanto esso mi sia costato e a quale caro prezzo l’abbia guadagnato, ma sarei immediatamente disponibile a cederti tutto, ma proprio tutto purché tu non abbia a soffrire lontanamente nulla.
Vorrei fermare il tempo, la luce, lo spazio, l’aria, per lasciare ferma l’immagine del tuo sguardo che si posa sul mio, mentre con la testolina adagi la tempia al morbido cuscino del letto.
Potessi gettare ad ogni tua malinconia una scialuppa, ti salverei fino a restare un capitano solo sulla sua nave, ma felice di aver salvato tutto ciò che di più caro ha: te. Nel tuo esser unica, essere speciale, piccolo sublime pensiero, vorrei aver cura di te, fino a quando sia possibile.

Il rubinetto dei pensieri.

Per ora è chiuso.

Momento di riflessione sull’Isola di Melee, l’acqua delle idee è stantia, ferma. Tante cose si accavallano: lavoro, studio, volontariato, futuro, laurea, voglia di affermarsi, sentimenti, amicizie.

Non so se è una buona cosa lo snocciolare le idee con il contagocce, ma ho come l’impressione che a monte del rubinetto della bocca si stia creando un forte ristagno di idee / acqua .

Tante cose a cui trovare un senso, ma poche energie addosso. Molti i problemi da affrontare e poco il tempo per ragionare, vorrei avere più testa per pensarci ma trovare anche spazio per le emozioni, perché alla fin fine ragionare troppo fa male.

Vediamo di riaprirlo, o almeno crearne di nuovi .