sabato 9 agosto 2008

Ciceri e Tria.

“La magiàda locanda”.

Se il Sabato sera mi ero mangiato la zuppa, la domenica successiva del maggio scorso ( era il 25 ), dopo essermi girato abbondantemente i vicoli del centro storico di Lecce in bici e salitomi un abbondante appetito, dove potevo recarmi? Ma alla “La magiàda locanda”.
In questa occasione capito che i miei legumi preferiti ( ceci ) accompagnavano della pasta, all’interno del piatto “Ciceri e Tria” , la scelta fu obbligatoria.
Il piatto in questa occasione aveva un bell’aspetto, ma come sempre il gusto era squisito. Una goduria di ceci, olio, pomodori di pachino, pasta ( la locale Tria) bollita e addirittura fritta! Non lasciai nulla nel piatto.

Il mare interiore .


A volte le parole non bastano.
Si devono aggiungere
gesti
sguardi
immagini
canzoni
e suoni.
Forse così si riuscirà a far sentire all’altro il rumore del mare che ognuno porta dentro.

venerdì 8 agosto 2008

Frollini .

Pacco da 800g .

Mercoledì 30 luglio mi reco al supermarket per fare un po’ di spesa. Tra le tante cose da comprare ci sono i biscotti per la colazione. Mi guardo un po’ attorno per constatare l’ampia offerta, anche variegata, ma una cosa salta subito agli occhi: La maggioranza sono da 700g.
Un po perplesso, cerco di guardare meglio le offerte ed i numeri sono sempre gli stessi 700g, 800g 1 Kg o addirittura 2Kg! Per prendere 3 tipi diversi di biscotti si sono dovuto prendere quasi 2 Kg e mezzo di roba.
Vi sembra normale che si debba dover comprare per forza un pacco così grosso, perché di più piccini non ce ne sono? In questo modo o ti finisci il pacco per forza o se no lo devi buttare. E chi è disposto a gettare nella pattumiera del mangiare con tutta la fame che c’è nel mondo? Non è che le imprese ci lucrano nel proporre solo pacchi maxi? Dove sono finiti i pacchi da 350g, pratici, economici, razionali e non obesizzanti ?
Si parla tanto di salute delle persone, ma perché non cominciamo a ridurre le quantità dei cibi inscatolati?

Cecca maritu.


L’aspetto sembra disgustoso, ma il sapore è buono!
Durante il penultimo Sabato di Maggio ( era il 24 ) mentre girovagavo per i vicoli di Lecce, sul Corso V. Emanuele fui colpito da un ristorante: La magiàda locanda.
Il modo di presentare il menù del giorno mi ricordava tanto Firenze, la corte che si apriva prima di entrare nel salone mi sapeva tanto di Sicilia ed i nomi dei piatti erano curiosissimi. Tenendo conto di questi particolari e che l’altra prospettiva era mangiare al Mc Donald, la decisione era presa, cenavo a “La magiàda locanda”.
Portato il menù e consultatolo, con gioia nel cuore, scoprì che erano tutti piatti locali! Visto che a pranzo mi ero mangiato un panino e volevo un po’ di verdura, consultai la voce minestre / zuppe. C’era di tutto e di più, dove la parte principale erano l’accostamento di verdure a legumi e forti sapori. Già ora mentre scrivo ho l’acquolina in bocca al ricordarlo.
Tra i tanti nomi invitanti e poco comprensibili ( se non ricorrendo a quel minimo di greco antico fatto per i fatti miei ), la scelta cadde sulla zuppa chiamata: Cecca maritu.
La cameriera, dall’aspetto giunonico e gentile nel modo di fare, mi spiegò perfettamente e senza fretta il contenuto della zuppa. Avevo già deciso, ma l’aggiunta di questi particolari mi fecero ulteriormente confermare il piatto.
Una abbondante bruschetta con pomodori aprì la danza culinaria, accompagnata da un buon boccale di birra alla spina ghiacciata. Quando arrivò il piatto, ci rimasi un po’ male, l’aspetto non era dei migliori, dato che come si evince dalla foto sembrava una paccottiglia di roba verde con cose bianche. Un po’ deluso dall’aspetto inforcai la forchetta ed assaggiai.
Tripudio del palato! Verdura dolce accompagnata da farro, disseminati delicati pomodorini di pachino ( siciliani… ci siamo sempre ), tocchetti di pane fritto giustamente dosati per dare quel rinforzo di gusto e dulcis in fundo un olio dal sapore fragrante, come un bacio dato sotto un ulivo, le cui fronde nascondono i cuori di due amanti all’occhio del sole autunnale, mentre la brezza di mare sposta le fronde ed accarezza i volti dei due. Davvero squisita!
Mentre mangiavo facevo una considerazione sul nome del piatto e la terra dove venne creata, il Salento. La fantasia correva verso un’epoca non molto lontana, magari la prima età del secolo scorso, quando l’economia del posto era contadina.
Immaginavo una giovane ragazza, tutta intenta a preparare questa minestra dai poveri ingredienti ( verdura di campo soprattutto ) e l’amore che ci avrebbe messo nel realizzarla. Amore e passione per preparare il piatto per quell’uomo seduto al suo desco tutto intento ad esaminarla, per capire se era una donna da prendere in moglie o no. Pensavo alla ragazza che ce la metteva tutta per preparare bene, perché con quel piatto si giocava il suo futuro che sarebbe stato con un uomo in una loro casa con figli attorno, o da sola nella casa paterna, aspettando la morte e seccandosi giorno dopo giorno.
Penso proprio che quella ragazza, per convincere quell’uomo a prendersela, abbia proprio cucinato la zuppa Cecca maritu.
Il mio consiglio spassionato è semplice:
Andate a “La magiàda locanda”, prendete un tavolo, sedetevi comodi e godetevi il concerto di sapori che vi presenteranno, perché lì si mangia davvero bene.

mercoledì 6 agosto 2008

Ritorno da Etnaland .

Sacco vuoto di cose, ma pieno di idee, emozioni, bei ricordi e persone.

Mentre scrivo le righe di questo post, il sonno mi abbiocca. Una giornata strappata al slito tram – tram e dedicata allo svago, ci vuole.. E come!
Destinazione dello svago: Etanald, il più grande parco giochi acquatico della Sicilia. Tuffi, piscine, scivoli, canotti, musica, sole cocente, risate e momenti felici si sono susseguiti uno dietro l’altro, senza interruzione.
L’unico inconveniente è stata una vespa che mi ha punto sul lato plantare della falange prossimale, dell’indice del piede destro, una sfiga memorabile. Meno male che una ragazza mi ha passato la crema anti-morso di insetti ed il dolore si è un po’ alleviato. Aggiungendovi pure una nimesulide per ovviare a quel dolore sordo, continuo e ottundente che è la sensazione nata da un morso di vespaccia.
Per il resto tutto a posto. Vado a nanna. Buona notte ospiti dell’Isola!


martedì 5 agosto 2008

Luna .

Ieri notte sono rimasto a guardare l’astro a lungo, uno spettacolo naturale mozzafiato. La gioia datami dallo scorgere l’astro alto nel cielo, poche cose o persone riescono a darmela.
Magari un bacio rubato prima di un addio, una telefonata con la voce tremante la prima volta che componi il numero e chi è dall’altro capo ti risponde.
Forse la gioia di un fiore regalato all’improvviso, senza che chi ti sta accanto neanche lontanamente se lo immagina.
Chissà.. una storia inventata e raccontata su due piedi per una persona, e nel vedere o sentire la sorpresa di lei. Come la gioia di lei nel sentire che la storia, o poesia, o epitaffio in prosa composto sul momento entra dentro al suo cuore per solleticarne le corde e farlo vibrare per te.
Sarà un caso, ma la prima parola che dissi da bambino fu proprio: Luna.

Mi fido di te...




Almeno ci provo :-)

Certezze non ne ho, dubbi tanti . Posso provare ad esserti accanto, ma non sono una roccia, sono un semplice essere umano, con il suo carico di pregi e difetti. Li accetterai?

lunedì 4 agosto 2008

Numeri che fanno pensare .

Piccolo rendiconto.

Quello che ti consente di vedere un grafico è l’andamento di un fenomeno nell’arco del tempo. Qui sopra è riportato l’andamento delle visite nell’arco di 10 mesi. Da notare l’improvvisa impennata di visite al Blog nel mese di Marzo. Cosa sarà successo?
Rivedendo i post del periodo, posso ipotizzare l’ennesimo accanimento nel leggere le righe pubblicate, per cercare di venire a capo di qualcosa. Non a caso è stato il periodo dei commenti pesanti e di strane persone che si aggiravano intorno all’Isola di Melee.
Meno male che è passata :-)

Sirena .

Lunghi i capelli, occhi intensi, una voce che tra mille riconoscerei, ma alla fin fine tu non ci sei .

Parlami mia sirena, parlami, affinché io possa ascoltarti, li tolsi i tappi di cera dalle mie orecchie. Questa corda mi lega all’albero della nave, ma il mio cuore batte forte nel petto ad ogni tuo richiamo.
O mia creatura, o mio miraggio, cantami con la tua voce più profonda e tenera, la più bella melodia che mai orecchie umane abbiano ascoltato. Se non avessi melodia da suonare, ma solo urla da lanciare, ti prego di urlare, anche se dovessero essere urla di dolore.

domenica 3 agosto 2008

Foto che mi piaceva .

Girovagando per i vicoli di Lecce, il 24 maggio mi sono imbattuto in una mostra fotografica dell’artista Gigi Nuzzo.
Tra le tante opere realizzate, la foto che maggiormente mi affascinò e catturò il mio sguardo fu proprio questa, da meravigliosamente una idea di armonia e moto, come dire: un dinamico movimento di vita equilibrato.
Ecco l’indirizzo della sua pagina web:

http://www.giginuzzo.it/Benvenuto.html

Buona navigata ;-)