mercoledì 2 gennaio 2019

Lathraea squamaria .

Una pianta parassita .
Con fare da parassita, hai fiutato la mia storia in fin di vita e bussato alla porta, hai aspettato che ti aprissi.
Con passo felpato da gatto nella nebbia, ti sei intrufolata nella mia vita. Prima con lo sguardo dell’innocenza, poi quello sguardo aveva una strana scintilla, poi la scintilla prese fuoco della passione e ci bruciammo in fretta quella notte al Tono.
Facesti di tutto per parassitare completamente la storia e cibartene, buttasti nella mischia anche i sentimenti pur di spolparti fino all’osso quella storia. Finalmente era tua, eri felice di suggere il buono di una relazione ma non doverti prendere le responsabilità di essa. Era bello poter sempre dire che non era colpa tua, entrare, prendere ciò che volevi ed andartene via. Era bello buttare la colpa sull’altro. Però poi la storia è finita e non c’era null’altro da parassitare. Lui ti guardava con gli occhi davvero dell’amore e lì iniziasti ad issare le scuse per giustificare la tua uscita e cominciare freneticamente a cercare un’altra storia da parassitare e poter suggere nuova linfa.

Ogni cazzo di .

Giorno .
Ogni cazzo di giorno sei lì, a combattere affinché non indietreggi, a rimanere dritto, a non piegarti, a mantenere la tua dignità, la tua persona, le tue idee.
Ogni cazzo di giorno, gli altri fanno un passo aventi e tu resti al palo nel migliore delle ipotesi, se no indietreggi e finisci in un mare di melma nera Infiammabile, dal fuoco nero .
Ogni cazzo di giorno speri che sia meglio di domani. Speri che arrivi il giorno libero e quando arriva sei attanagliato da dubbi, pensieri, problemi, che non vedi l’ora che finisca per non pensarci più, sprofondare nel lavoro, dimenticare che hai 38 anni, stai ancora a casa dei tuoi, non hai una casa tua, una macchina, una famiglia, una compagna ed hai solo qualche euro grattato come un pazzo e messo da parte, per sperare di tornare a lavorare e staccare completamente il cervello.
Speri che domani sia migliore, ma a sera non ci arrivi. Speri che la prossima volta che passa un evento ci sarai, magari sarà la volta buona, ma sei solo a lavoro ed appena ti ci allontani hai subito le vertigini e vuoi tornarci.
Ogni cazzo di giorno fai la check list delle tue ex, ti fai il conto di quante te ne sei scopate, ma alla fin fine resti solo e non hai una famiglia.
Ogni santo cazzo di giorno sali sulla bilancia ed i responsi sono a cifre che ti inquietano e ti domani “Come mai?”.
Ogni cazzo di giorno speri che sia l’ultimo di questa marea di merda, ma poi ti rendi conto che la marea di merda ti sta sommergendo e tu rischi di lasciarti andare.
Ogni sacrosanto cazzo di giorno inizia la mia guerra ed ogni sacrosanto cazzo di giorno patteggio una cazzo di battaglia.

domenica 30 dicembre 2018

Mollare la presa .

A volte un film aiuta a riflettere .
Sono di quella generazione dove i film di fantascienza erano inquietanti e paurosi, se avessi parlato di fantascienza, parlavi di horror o comunque film noir. Non si sa perchè, ma quando si guardava al futuro, la prospettiva era o un alieno nel torace, un’ecologia catastrofica o nel peggiore delle ipotesi scenari post atomici apocalittici.
La prospettiva con Valentina non era tanto invitante. Dopo una serie di tentativi per riallacciare i rapporti andati a vuoto, una sera, arrivato l’ennesima delusione per un rifiuto, di un No, ho mollato la presa.
E’ stata la sera in cui sapevo che al cinema c’era “Blade Runner 2042”, la invitai ad andare a vedere, ma sapevo dell’arrivo del sicuro “No”, ma mi serviva sapere “No” e mi serviva avere un motivo per uscire da casa per non crollarvi dentro. Avere una scusa per reagire in qualche modo. Parte la proposta, sofferta perché sapevo dell’imminente “No”. Arriva la risposta scontata e dentro mi sento morire per l’ennesima volta. Non so più quanti dinieghi ho collezionato in questo rapporto e non so più quanti pesci in faccia ho ricevuto. Scelgo di uscire da casa per andare al cinema a vedere il film. Esco ed è come se lasciassi la presa.  
Da quella sera ho mollato la presa e mi sono allontanato. 
E’ stato un po un dolce soffrire, sofferenza per una cosa finita, dolce perché in seno ha la promessa di una vita che va avanti.

L'immagine appartiene al rispettivo proprietario.

277 .

E passa di giorni di silenzio .
E’ da quasi 1 anno scarso che non pubblicavo e scrivevo sul blog, complice le numerose e poche cose accadutemi in questo periodo che mi hanno rosicato il poco di tempo a mia disposizione.
Sono diventato caposala, guadagno qualcosa in più, ma ho anche molte più responsabilità . Ho iniziato e finito il corso del primo livello per Sommelier e di tempo se n’è portato. Ho scoperto il vino ed i suoi fratelli, più piccoli, più grandi, coetanei, avi ed antenati, un meraviglioso dono dei miei 38 anni.
Poi ho conosciuto Lauretta e ci siamo lasciati 5 volte in 4 mesi, con una media di una interruzione di relazione ogni 20 giorni. Eravamo partiti benissimo, forse troppo e già nelle prime 48 ore ci siamo arenati e lasciati. Indimenticabile per Me la notte di capodanno trascorsa assieme, tra una bottiglia di spumante, le fiaccole, i calici e le candele per salutare il nuovo anno su al borgo nell’ex vivaio comunale. Poi però ci siamo lasciati e rimessi troppe volte ed alla fine siamo diventati due estranei dentro ad una storia.
Non ho conosciuto molte persone, ho perso amici e spero di farmene altri, vivo ancora a casa dei miei e spero di andarmene a stare da solo.
Vorrei costruirmi una relazione, con una donna, ma per ora sono attratto o dalle molto giovani o dalle molto mature, è come se cercassi l’essenza della femminilità o ai suoi primi albori, quando il sapore è intenso, non ancora corrotto oppure quando la donna sui 40 anni sboccia nuovamente con una femminilità nuova, più forte e più intensa. Voglio una donna e credo che il primo passo sia uscirmene da casa e farmi Io una mia casa.
E’ cambiata la gestione dove lavoro, ora ho molta meno tensione su di Me e respiro meglio, lavoro meglio e mi sento anche bene. Ovviamente le situazioni di conflitto ci sono, ma sono di più i momenti di confronto, chiedere scusa, capire dov’è stato lo sbaglio per poi ripartire con una bagaglio di esperienza maggiore.
Sabato ho visto Valentina alla guida della sua 313 nell’asse viario, il cuore da una parte gli è mancato un battito, dall’altro ha sparato una tachicardia di fuggi via dal pericolo e non guardarti indietro non indifferente. Tra le due sensazioni, quella più forte era quella di fuggirsene via, il più lontano possibile.
Mi manca il sesso, quel poco che c’è stato con Laura era come acqua salmastra bevuta per molta sete, piuttosto che acqua dissetante. Ogni acqua toglie la sete, ma ci sono alcuni tipi di acqua che proprio è meglio non berle.
Sto imparando a non investire, disinvestire, evitare, aggirare, rimandare, ignorare, guardare da un’altra parte, pensare ad altro. E’ un modo taccagno e parsimonioso di fare cambiamento nella vita, ma per ora tra tempo libero ridotto a lumicino, i 40 anni che si avvicinano, il peso dei pensieri in testa, le fregature prese, comincio ad affinare il fiuto come a Grenouille e se devo cambiare strada, la cambio, senza pensarci su molto.
Mi sono iscritto a ben due siti di incontri, ma stavolta ho avuto il culo impressionante che chatto da oltre 1 mese e a parte pizzicare una che sembrava gonfiata come un pallone di calcio dal napal, non ho conosciuto un bel niente. Sarà che sono fuori dall'universo femminile da un po di tempo e forse per avvicinarsi è meglio prima farsi un’amica.
Per il resto sono qui e qui continuo a vivere.