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Volente
o dolente c’è da ricominciare e come solito, metto tra i punti di
questo nuovo inizio il blog. Ha funzioni importanti: dire la mia in
maniera riservata ed aiuta a ricordare. Cosa? I passaggi e momenti
della vita, le fasi buie e non, la strada fatta e quella da
percorrere, senza scordare di lasciar traccia dei sentieri e viottoli
attraversati.
Questo
nuovo capitolo l’ho voluto intitolare Cantiere 36, vari i motivi.
“36”
è la mia età momentanea, ho 36 anni e non nego di avere le palle
abbastanza girate. Non voglio prendermela troppo, ho voglia di andare
avanti, ma non sulle medesime mulattiere, ho voglia di provare cose
nuove, nuovi modi di ragionare, pensare, senza scordarmi che sono Io.
“Cantiere”
perché c’è del lavoro da fare, scelte da prendere, ipotesi da
formulare e conclusioni da trarre. Ci sarà un bel po da fare.
C’è
una cosa importante che reputo sia doveroso fare in prima battuta in
questo spazio e che possa essere il leitmotiv conduttore:
Alleggerire. Una formula di restayling dove l’obiettivo è
alleggerire la vita e la persona, in modo da muovermi con maggiore
disinvoltura nel quotidiano.
Mettere
da parte i problemi o meglio ancora risolverli o perché no, non
entrarci, evitarli, schivarli, risolverli e magari lasciarli perdere.
Un cercare di prevedere le cose, ma non con la psicofisica di Asimov
nel Ciclo della fondazione, ma cercando di capire le conseguenze
delle azioni e vagliarne ove possibile i pro ed i contro, senza
appesantirsi.
Leggerezza,
volatilità e serenità.
Ho
bisogno di “alleggerire” la mente e la persona. Non a caso il
peso ponderale a tre cifre comincia a farmi preoccupare. Come mi
disse il dermatologo, “spero abbia raggiunto il suo peso corporeo
maturo”. Ho il sospetto che sia un peso a tre cifre, ma una parte
di Me si trova male, nei movimenti, nelle proporzioni ed agilità,
nonché come sensualità.
Cantiere
36, a lavoro và!