giovedì 24 novembre 2016

Cantiere

36 .




Volente o dolente c’è da ricominciare e come solito, metto tra i punti di questo nuovo inizio il blog. Ha funzioni importanti: dire la mia in maniera riservata ed aiuta a ricordare. Cosa? I passaggi e momenti della vita, le fasi buie e non, la strada fatta e quella da percorrere, senza scordare di lasciar traccia dei sentieri e viottoli attraversati.
Questo nuovo capitolo l’ho voluto intitolare Cantiere 36, vari i motivi.
“36” è la mia età momentanea, ho 36 anni e non nego di avere le palle abbastanza girate. Non voglio prendermela troppo, ho voglia di andare avanti, ma non sulle medesime mulattiere, ho voglia di provare cose nuove, nuovi modi di ragionare, pensare, senza scordarmi che sono Io.
“Cantiere” perché c’è del lavoro da fare, scelte da prendere, ipotesi da formulare e conclusioni da trarre. Ci sarà un bel po da fare.
C’è una cosa importante che reputo sia doveroso fare in prima battuta in questo spazio e che possa essere il leitmotiv conduttore: Alleggerire. Una formula di restayling dove l’obiettivo è alleggerire la vita e la persona, in modo da muovermi con maggiore disinvoltura nel quotidiano.
Mettere da parte i problemi o meglio ancora risolverli o perché no, non entrarci, evitarli, schivarli, risolverli e magari lasciarli perdere. Un cercare di prevedere le cose, ma non con la psicofisica di Asimov nel Ciclo della fondazione, ma cercando di capire le conseguenze delle azioni e vagliarne ove possibile i pro ed i contro, senza appesantirsi.
Leggerezza, volatilità e serenità.
Ho bisogno di “alleggerire” la mente e la persona. Non a caso il peso ponderale a tre cifre comincia a farmi preoccupare. Come mi disse il dermatologo, “spero abbia raggiunto il suo peso corporeo maturo”. Ho il sospetto che sia un peso a tre cifre, ma una parte di Me si trova male, nei movimenti, nelle proporzioni ed agilità, nonché come sensualità.

Cantiere 36, a lavoro và!