lunedì 1 luglio 2013

Scelta .

Era il 4 maggio del 2011 e scrivevo:
Oggi ho 31 anni ed una giornata piena di scelte. Alla fine la sacca è vuota, si fa per dire, ma felice. Ho navigato nel mare delle scelte veleggiando dal rapporto lavorativo al mettere un punto di fine al cortocircuito che da Novembre mi ha toccato, ho navigato su scelte una dopo l'altra ed ho trovato un bel regalo.
Il presente è stato un poter descrivere senza pesantezza la mia situazione a Piero, in maniera semplice, diretta e distaccata. Inoltre i due piccoli cadou di guardarlo in faccia e poter dire senza vergognarsi: Da quando ho smesso di credere alla favola dell'esser "pur sempre famiglia" ho iniziato a viver meglio e che con mio fratello si ho provato a lavorarci, ma appena ho visto che voleva fregarmi i soldi, ho chiuso.
La mia disponibilità ripresa nelle mie mani (buono ma schiacciante).

Status .

Pezzi di ingranaggi .
Il 16 di Marzo del 2011 ero in giro con il motore per testare il contachilometri parziale, quando ad un certo punto un concetto mi si è fatto strada: Come definire i diversamente abili? All'idea ci avevo già pensato in precedenza, ma in quel giorno volevo provare a trovare un senso al discorso. Non ci sono riuscito, ma leggendo successivamente "Vieni via con me" di Roberto Saviano, al capitolo 6 "la meravigliosa abilità del Sud", mi ha colpito il seguente paragrafo:

E' il 2002, sono passati sei anni dalla confisca. L'allora commissario prefettizio pro-tempore di La Mezia Terme Dino Mazzorana (Il Consiglio comunale era stato sciolto per infiltrazione mafiosa) chiede a don Giacomo se se la sente di prendere possesso della casa che nessuno vuole. Don Giacomo accetta, non aspettava altro. Ha questa comunità di persone intorno a sé, con famiglie che non riescono ad accoglierle, cacciate dal proprio posto di lavoro, che hanno bisogno di ricostruirsi una vita quotidiana, di un posto dove vivere. Ha con sé persone distrofiche, persone con difficoltà motorie, persone con problemi cognitivi. Dice di sì..

Ci sono persone "diverse" quali: ciechi, sordi, muti, distrofici, persone con difficoltà motorie e persone con altri problemi, i problemi cognitivi. Mentre per un cieco la diversità salta all'osservazione: non vede, per il sordo non sente, per le persone con difficoltà motoria mancano interi arti o se sono presenti essi non funzionano, per coloro che sono nella categoria "problemi cognitivi" il problema è: come fai a far capire all'altro che hai un problema cognitivo? Lo può vedere? Diciamo che è un po difficile, se poi non c'è disponibilità a capire, il tutto finisce per esser bollato come "filosofia".
Immaginate di avere dei problemini cognitivi, ed immaginate che chi vi sta accanto non li voglia sentire sia perchè non è in grado, sia perché questo vuol dire scoperchiare una fossa comune in cui ha gettato buona parte della sua vita che non gli conviene. Otterrete un bel casino. Quello che ho in testa.. Ma quello che ho in testa è dentro la mia testa ed è coperto da uno strato di capelli (quando c'erano), cute, sottocute, muscoli pellicciai, periostio, osso, le tre tuniche avvolgenti il Cervello e finalmente l'encefalo.
Il problema sta proprio lì, tra gli "ingranaggi" della tua testa, quello per cui te ne rendi conto sono gli effetti: nei pensieri, nelle azioni, nel parlare, nel come vivi le emozioni, nelle giornate che trascorrono come i buchi di hemmental, o come formaggio gruviera in cui è ridotta la memoria.
Capisci che qualcosa non va bene, arrivi alle soluzioni prima degli altri per pochi secondi, ma non riesci ad avere le parole per esprimerle, vedi passarti avanti gli altri.
Con gli altri corri la corsa in bici della vita, ma tu ti ritrovi ripetutamente solo a bordo strada a cercare di riparare il mezzo che non ne vuole sapere di andare avanti. Sembra poi che riparta, corri velocissimo, più degli altri, li raggiungi, magari li superi, ma ad un certo maledetto punto la tua bici non ne vuole sapere di andare avanti, si rompe nuovamente.
Ti ritrovi a bordo strada a cercare di ripararla: libri, sonno, terapia, dieta alimentare e mentale, cerchi di ricostruirti una vita sentimentale, cerchi di cambiare luogo per ricominciare, ma stai fermo minuti, ore, giorni, settimane, mesi ed anni.
Invecchi ma hai riparato così tante volte la tua bici che non riesci a farla più ripartire, alzi lo sguardo dalla tua bici e ti guardi attorno, ti svegli come da un lungo sonno, lunghissimo. Ti guardi attorno e vedi quello che un tempo era la tua famiglia invecchiata, incattivita, non riconosci più tuo fratello per quanto è diventato stronzo con te, ti ritrovi in una stanza a scrivere sul blog e cercare di ricomporre i pezzi di una vita che stenta a camminare.
Che ne sarà? Bho...