sabato 23 novembre 2013

Fallimento .

Parola tagliente come un rasoio .
Se sei stata una persona a me cara, ti sconsiglio di leggere il seguente post. Potresti farti dell'inutile dolore interiore. Se ancora stai leggendo, vuol dire che hai preso la tua decisione. Buona fortuna, è una scelta tua.

Il telefono è caldo al contatto con il padiglione auricolare, inizio ad accusare il freddo della sera per restare sul balcone per parlare al cellulare in un posto appartato .
La cornetta mi riporta la lagnanza dell'altrui situazione: precaria, un lavoro di merda, nessuno compra le tele, un mutuo sulle spalle, le bollette succhiano quel poco guadagnato, un buco di casa dove non poter crescere una propria famiglia, le storie passate che ti hanno svuotata come un guscio di lumaca, l'aborto, il vuoto che cerchi di colmare con vino e fumo.
Finito il primo giro di walzer, ricominci a piroettare come una folle brandendo il bisturi della ragione. Acuto, preciso tagliente e dolorosissimo, lo brandisci contro tutto e tutti, pazza e folle di giustizia su questa faccia della terra.
Provi a convincermi ad usarlo, ma Io a questo gioco ho smesso di parteciparvi da anni, da quando Katia mi ha ricostruito.
Brandisci questa lama ed affondi fendenti verso Luca, Adelfio, Salvo, Carmelo e chi cazzo vuoi Te. Sindacati, politici di merda, giro di persone importanti che non ti cagano, famiglia che ti ha azzoppato la crescita perchè dovevi andare a lavorare e non potevi studiare.
Bimba forsennata che ti scagli brandendo questo bisturi e molli fendenti. Li schivo uno ad uno e ti dico di fermarti. Continui, continui a dar colpi su colpi. Ogni colpo va a fondo e pezzi di sangue e carne saltano, volano, imbrattandoti capelli, volto e vestiti. Come pescatore durante la mattanza di tonni, sei lercia di sangue e brandelli di carne. Lercia, con un lungo fiatone ti fermi dopo il tuo operato contro “Loro”.
Il sangue ed i pezzi di carne sono i tuoi, i fendenti del bisturi della ragione li hai rivolti verso te massacrandoti, per l'ennesima volta. Non ne vuoi sapere di fermarti. Hai sete di sangue, ma non hai capito e non vuoi capire che la prima persona che devi proteggere è te stessa, ma la parola “fallimento” non la vuoi lasciar perdere. Continui a brandirla. Io non posso far nulla.

giovedì 21 novembre 2013

Quella che non sei


L'autostrada A18 scorreva sotto la Ford, direzione: Roccalumera. La radio vomita canzoni commerciali, una fotocopia dell'altra. La ricerca cade su un'emittente locale, di quelle che hanno ancora il coraggio di mandare in onda, alle 8 di mattina, un pezzo di musica rock italiana invecchiato di 18 anni: Ligabue - Quella Che Non Sei.
Le note fanno scorrere la voce, la canzone prende corpo e forma. Le lacrime senza senso si placano sul volto e un raggio di sole squarcia la bruna che mi avvolge da giorni. Pezzi sparsi ovunque, si ricompongono intorno ad un particolare del tuo passato condiviso con me.
Tu seduta sul treno, direzione Milano, scuola del fumetto. Cuffie alle orecchie e riserbo massimo per non esser disturbata, per gustarti l'album “Buon Compleanno Elwis” ed un buon libro. Le note scorrevano nelle orecchie di una diciassettenne ansiosa e vogliosa di crescere, impostare e modellare la propria vita sulle rime di “Quella che non sei”. Già immagino l'allora piacere dell'attesa tra lo sbolognare l'ennesimo rompino ed il tempo che ti separava dall'ascoltare questo brano, oltre alla voglia di buttarti nella vita per esser “Quella che non sei”.
Fregata ..
Riparto da questo frammento per capirti e finalmente uscirmene da questo labirinto del Minotauro dove ci siamo entrati e lì mi hai abbandonato.
Dimenticavo: Non ho obblighi verso alcuna persona di dover spiegare o dare delucidazioni circa i miei post o idee. Non ti hanno obbligato/a a legger ciò che scrivo.
AVE ATQUE VALE
Il materiale audio e video appartengono ai rispettivi proprietari.

Lo scaffale "Anima & Musica" l'ho bonificato. Sembrerebbe che ora tutti i post tornino a musicare le emozioni ivi raccolte.

domenica 17 novembre 2013

Post sulla paternità .

Ci giro intorno come corvi ad un albero spogliato .
E' un po di tempo che giro intorno al post “Paternità”. Lo apro, guardo la foto che vi ho personalmente scattato e scelto, sembrerebbe quella corretta, ma mi si chiude il pensiero.
E' come se una parte sia stata presa a calci, violentata, calpestata, colpita, maciullata, stuprata, impoverita. Appena viene toccata, o mi ci avvicino, si ritrae, si chiude su se stessa e si rinchiude a guscio. Come se avesse bisogno di proteggersi.
Oggi, a posteriori, maledico il momento in cui l'ho messa in gioco nella storia passata, sembrava il momento giusto e la persona giusta. Volevo dei figli da quella persona, oltre farmi una famiglia, oggi ho semplicemente un dolore interiore che mi ammazza.

L'immagine appartiene al rispettivo proprietario.

Ho puntato ...

Ed ho perso .
Ho giocato una partita, fatta di 67 manche; a ciascuna ho puntato forte ed ho perso, ritrovandomi svuotato. Ho puntato e perso:
Il sentimento della paternità.
La voglia di far spazio nella propria vita per una persona.
I progetti sul futuro.
La voglia di farmi una famiglia.
La speranza sul domani.
La fiducia nella persona accanto.
La voglia di scopare.
Etc. Etc.
Mi sono alzato dal tavolo da gioco che ero esausto, stanco, scoglionato, sfinito e sfiduciato. E quanto bordello per una giocata! :-D

L'immagine appartiene al rispettivo proprietario.