lunedì 28 novembre 2016

Carte sbagliate .


Si aspetterà un nuovo giro di karma .
Il social network presenta i risultati della ricerca. Con noia scorro la lista, è tardi e sto adotta, non adotta un piffero. Sono finito un paio di volte nel carrello, ma a parte le buone intenzioni, non è che abbia ricevuto altro, anzi, mi sono esposto a psicopatiche in cerca di vita da rosicare/succhiare.
Scorro sulle persone con l'hashtag specifico per la ricerca e l'attenzione cade su Una. Tra la ragazza che vuol sembrare donna, ma senza prendersi troppo sul serio, tra la strafottente e l'incuriosita, qualcosa mi ricorda Rò. Mando l' “incantesimo”.

Attendo.

Passano dei giorni e quasi ci spero, vorrei proprio giocarmela con questa ragazza, mi piace e molto. Ricevo la possibilità di risponderle il 30 Ottobre. Iniziamo a parlarci a morsi e spizzichi.
Procedo con cautela nell'esprimermi, memore delle esperienze fatte in precedenza, qualcosa con questa persona mi piace. Mi ricorda Rò, ma non è Rò. Va di pancia, ma non travolge la pancia. Ho voglia di sentirla, di parlarle e farla mia. Non so come mai, le emozioni di pancia colpiscono e si fanno avanti. Una ventata mi prende. Me la gioco calcolata perché c'è una parte di me in partita, un pezzo di sentimento pulsante.
Scrivo, non molto, domando ma senza essere invadente, attendo i lunghi periodi di risposta, ma non mi agito più del dovuto. Tanto è già un traguardo l'avere una risposta e poter parlare di pancia (mitigata), con una persona che piace.
La discussione si fa per le lunghe, troppo elaborata, troppo costruita. Butto di pancia una notte che sento di perderla nelle sue risposte. Faccio in modo di poter esprimere quello che sento, senza essere invadente alla prima occasione possibile sui lineamenti. E' fatta, un pezzo di me sussulta, sono riuscito a dare forma con le parole a ciò che sento dentro.
La discussione si protrae per quasi 1 mese, faccio un invito a scambiarci i numeri di telefono, ma qualcosa mi dice dentro di me che questa persona, ha bisogno del suo tempo per poter decidere, è lenta nel farlo, o forse attenta calcolatrice?
Ricade la discussione in un monotono cosa fai, cosa dici, etc. Una sera la pancia mi prende e butto fuori quello che ho dentro, osando un pizzico di più. La chiacchierata prosegue liscia con una maggiore passione da parte sua. Mi chiede se avessi Whatsapp.
Gioisco.
Le do il numero ed attendo la risposta sull'altro social network, potrò inviare foto a sostegno delle mie idee e magari riceverle. Senza scordarsi la voce.
Arrivano i primi scambi di messaggi, Io fremo e sono felice come uno scolaretto. Mi sento leggero e felice, direi quasi in “up”. Sono idee che scorrono, pensieri che prendono forma, emozioni che vengono espresse. Iniziamo a sentirci periodicamente e poi una sera arriva la nostra prima telefonata, da quasi subito. Sono le 4 di mattina quando ce ne andiamo a letto e ci salutiamo molto più intimi di prima.
Io volo con la mente, ho voglia di vederla, di sentirla di avere quel pezzo di me dentro di Lei. Perchè la cosa sembrerebbe di entrambi. Anche lei è molto presa dalla cosa e vorrebbe vedermi. Parliamo, parliamo molto, telefonate serali, mattutine, pomeridiane.
Un pomeriggio, di una domenica, al termine del lavoro mi dedica una canzone, la ascolto in riva al mare a fine turno, con un cielo al tramonto fantastico, mi sento in pace con il mondo e con me stesso, sento qualcosa di profondo per questa persona, sento di essere legato a Lei.
In una telefonata iniziamo a parlare di quello che proviamo l'uno per l'altro, però ho l'errore di essere troppo esplicito, troppo invadente negli spazi comuni, dico troppo. Lei mi domanda cosa sono per Lei, io sintetizzo con un'immagine del pomeriggio in spiaggia: Sono un'ombra colorata che ti parla, ne più e ne meno e se non facessimo il passo successivo di vederci, Io resterò tale e come tale scomparirò appena la luce verrà proiettata su di Me.

La luce viene proiettata, ci diciamo che siamo impegnati da entrambe le parti, ma qualcosa dentro mi dice che chi è da Lei dall'altra parte è sempre più presente, come un'ombra a poco a poco consumata dai raggi solari, a poco a poco mi restringe lo spazio concessomi.
Inizio a stringere il cerchio, voglio vederla. Inizia un lento e subdolo interrogatorio vago da parte sua, come di chi saggia la mercanzia: età, stato di salute, peso, posizione sociale, posizione economica, prospettive di vita. Mi sembra di risentire il discorso di Rossana e quello di Federica sulla realtà dei fatti. Qualcosa mi dice che la sto perdendo pezzo dopo pezzo.
Le telefonate serali non ci sono più, restano le chiamate mattutine formali, a colmare un vuoto di compagnia prima di arrivare a lavoro.
Si rinfaccia la stanchezza pomeridiana nel dar retta all'altro, si mandano foto a mezzanotte quando Lei è con Lui. Su questa mi incazzo e glielo dico, mi hai mandato scatti di Te con Lui. Poi arriva la foto del cambio di capelli, mi son detto “è fatta”, ci sono cambiamenti in vista e di certo non sono buoni per Me.
Comincio a dire al mio ragazzo che la cosa finirà, che non ci sarà un “ci vedremo”, non ci sarà un “staremo assieme” ne tanto meno un “farti mia”. Non ci saranno molte altre cose, ma almeno un traguardo l'ho raggiunto.

Arriva la telefonata Fatidica. Alessia è sull'incazzato/voglio sistemare le cose/ho preso una decisione. Io sono quello da sacrificare tra i due, perché sono troppo distante. Tanto per lasciare il dolce in bocca dopo l'amaro, se fossi stato qui Fabio, le cose sarebbero andate molto diversamente.
Ripenso alla teoria delle vite spezzate in passato ed al suo riferirsi al film “Al di là dei sogni” di Robbin Williams. Forse in questo giro di carte del Carma, io avevo una carta sbagliata nel mio mazzo e non me ne sono reso conto.
Aspetterò un altro giro di giocata, forse in un'altra vita, se mai ne esisterà una.
Cade il silenzio dopo la telefonata Fatidica.

30 Dicembre del 2015, la radio suona una canzone. Il tono è tra l'innamorato ed il dannato, prendo il cellulare e faccio partire l'applicazione per l'identificazione del brano. Nell'attesa della connessioene con il database sospetto che sia un rapper francese, forse di colore e forse non da solo.
La rispota è la seguente:


Maître Gims - Est-ce que tu m'aimes ?

Quattro persone all'interno di due storie diverse/sbagliate. Il pensiero và ad Alessia, vorrei dedicargliela come Lei mi dedicò:


Ed Sheeran – Photograph in quel di dell'Immacolata ed Io me la gustai fronte costa a fine di un servizio massacrante a lavoro.

Qualcosa si ferma.

Domanda: Io mi sto piangendo il mio lutto, in maniera composta ma pesante. La flertata con Noemi se n'è andata a farsi friggere per Lei, la storia con Fede ha avuto un colpo pesante, mi sono esposto come non fato in altre occasioni, ma stavolta qualcosa mi trattiene, forse un pizzico di egoismo.
Perchè espormi ancora con questa dedica? Perchè tirar fuori le emozioni e poi ricevere una porta sbattuta in faccia, o magari neanche aperta? Bergamo ed il suo dolore incancrenito mi richiamano, per quale motivo farsi fare ancora male? La sua ultima foto inviatami, scatto di una sua fotografia da ragazzina con proiettata sulla superficie riflettente la sua sagoma contemporanea consumata da strega, mi trattiene. Perchè spendere passione, emozioni, amore per una persona che non gliene fotte più un cazzo di me? Mi faccio una risata ed esco dall'asse viario, abbandonando la strada della memoria.

Quid prodest? Il resto è un post..

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