Di Stefano D'Arrigo.
Oggi ho preso il libro HORCYNUS ORCA di Stefano D'Arrigo presso la biblioteca comunale di Milazzo . Dovrò riconsegnarlo tra 15 giorni, ovvero sabato 10 Luglio 2010, ma già ad una prima occhiata si prevede una bella odissea di 1257 pagine scritte con un linguaggio intenso e profondo.
Tante le risposte che spero di trovare dalla lettura di questo libro, ma credo più che altro che abbia da ascoltare quello che le pagine del romanzo custodiscono. Ho trovato tante risorse on – line sul romanzo e credo che via – via le condividerò e le riporterò. Che nasca una nuova costa de l'isola di Melee? Ma si, ho proprio voglia di aprire un nuovo segmento dell'isola tutto dedicato all'opera, per cimentarmi in questa impresa.
Che le onde dell'oceano di Internet possano accogliere il mare custodito tra le pagine dell'opera.
Lembo di terra dove pensare, esprimere la propria opinione e ragionare nell'Oceano di Internet.
venerdì 25 giugno 2010
Nonna .
La nonna (1889) GIORGIO KIENERK . |
La corsa per la corte fino alle scale di pietra umida, mentre la manina afferrava e scorreva sul legno del passamano, mentre le corse per le due rampe di scale provavano il tuo fiato.
Sul ballatoio ti salutava il pendolo con il suo costante ticchettio, mentre tutto contento saltellavi per le mattonelle di terracotta del salone compiacendoti di far tremare i vetri delle finestre al tuo passaggio. Camminavi fino in fondo alla stanza ed allungavi la manina per girare il pomello in ottone della gialla porta lignea.
Entravi nella stanza e gridavi: Nonna! Nonna! Nonna ed una voce fievole dal fondo della stanza ti chiamava: Fabio. E tu correvi ad abbracciarla e baciarla in quella stanza che profumava di lavanda e saponetta, nel chiaroscuro della stanza la gioia del rivedersi era coperta ad occhi indiscreti dalla tenda fatta dalle sue piccole, nervose e tremolanti mani di lei.
Sul ballatoio ti salutava il pendolo con il suo costante ticchettio, mentre tutto contento saltellavi per le mattonelle di terracotta del salone compiacendoti di far tremare i vetri delle finestre al tuo passaggio. Camminavi fino in fondo alla stanza ed allungavi la manina per girare il pomello in ottone della gialla porta lignea.
Entravi nella stanza e gridavi: Nonna! Nonna! Nonna ed una voce fievole dal fondo della stanza ti chiamava: Fabio. E tu correvi ad abbracciarla e baciarla in quella stanza che profumava di lavanda e saponetta, nel chiaroscuro della stanza la gioia del rivedersi era coperta ad occhi indiscreti dalla tenda fatta dalle sue piccole, nervose e tremolanti mani di lei.
L'immagine appartiene al rispettivo proprietario.
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