venerdì 22 giugno 2012

Il comico .


Almeno questo fa sorridere .
Erano oltre 2 anni che non scrivevo un post sull'argomento, anche perché per via della dieta mentale, avevo deciso di evitare gli argomenti o le occasione che mi riconduccessero a pensare all'armata Brancaleone .
L'altro giorno su Facebook mi imbatto in una notizia. La mia attenzione è catturata dalla foto del profilo: un personaggio dei Penauts. Credendo che fosse una mia conoscente Bip, mi soffermo a leggere sull'altrui bacheca.
Leggo il post la prima volta e non capisco nulla. Lo leggo una seconda volta e non capisco nuovamente niente; lo leggo una terza volta e sulla strada della comprensione non è che abbia fatto passi. Mi domando, sarà uno sfogo intellettuale criptico? Vedo se l'intervento ha dei commenti. Sii! Sono fortunato, forse riuscirò a captare dei pezzetti di argomento che mi sfuggono dall'altrui osservazioni.
Scorro i nomi degli interventi, l'elenco dell'armata si dipana.
Non curante di quella dieta mentale auto-imposta, inizio a leggere. Leggo i commenti la prima volta, se avevo dei dubbi, sono aumantati. Scorgo che quella che a detta di tutti è la più in gamba ha scritto un commento. Lo leggo speranzoso di capirci qualcosa, ma non comprendo nuovamente nulla. E c'è da dire che con quello del post aveva ed ha tutt'ora un buon feeling.
Ad un certo punto, scorgendo le risate e gli applausi negli interventi verso il "comico", snocciolo le possibili soluzioni:
O sono Io incapace di percepire la battuta, mentre gli altri se la ridono o sorridono.
O l'altro è incapace di fare una battuta come si deve.
Oppure la battuta c'è, ma l'umor, la sagacità, l'ironia e quannt'altro serve per far ridere è così flebile, sottile ed impercepibile che un rozzo come me non riesce ad afferrare.
Diciamocelo, quello del post passava/passa per il comico dell'armata.
Il bello è stata l'andata in onda su Facebook di un atto della comitiva brancaleone, in cui quello che definiremo "Il comico" faceva la sua entrata. Entrava, parlava, faceva una battuta che solamente lui e quelli dell'armata capivano e se la ridevano. Io trovandomi nel mezzo mi sforzavo di comprendere, mentre gli altri se la ridevano, Io pensavo. Dopo essermi arrovellato il cervello nell'estrarre il succo della risata dalla battuta, la sensazione era di succhiare una nespola invernale acerba! A me piace la frutta colorata, succosa e matura!
Agli inizi pensavo fosse un problema mio, poi notai un modo di ragionare delle persone incentrato sul ripetere schemi vecchi, consolidati e impermeabili di amicizia. Qunado lo capii ero bello e stanco di passare per l'incapace, cercai dell'altro altrove. Ma questa è un altra storia.
Continuate a ridere sulle battute del Comico, io mi faccio due risate spontanee:


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