sabato 7 marzo 2009

Per ricordare quando studi.



Dello spot si ricorda: Stuffed / Cheese e Crust .. La grossa crosta buttata via.

Nel caso in cui si debba studiare una lingua nuova, un trucchetto potrebbe essere associare una o più parole da ricordare ad uno spot pubblicitario, dove magari il verbo, l'aggettivo o la parola sono l'oggetto della pubblicità.
Gli elementi oggetto dello spot, di solito sono posti in modo da poter essere facilmente ricordati, grazie all'aiuto degli attori, delle musiche, delle parole e dei toni utilizzati per meglio memorizzare il prodotto.
Nel caso in questione si utilizza la bravura pubblicitaria per imparare le parole interessate. Quindi W gli spot! Ma sono un valido strumento anche i testi delle canzoni ( che a me ha sempre rotto i... ) da tradurre, meglio ancora se supportati da un bel video clip che ci prende completamente :-)

La risposta ricevuta.

Fete come il banco della tonnina: si sente?

In questi ultimi tempi sto scoprendo le possibilità date da uno scambio epistolare via e-amil.
Verso la metà del mese scorso mi arriva la prima mail, dato che c'è tanta gente strana per la strada, rispondo e mi tengo su le mie. Vedendo che lo scambio epistolare continua, inizio un po ad aprirmi. Si racconta cosa si fa, impegni, amicizie, si cerca di capire da dove si viene e cosa si vorrebbe fare.
Vista la disponibilità a parlare, lancio l'invito informale per qualcosa al bar. Proposta cassata da una eruzione un po acida. Resto spiazzato, anche perché ho come una sensazione poco definibile di qualcosa di già sentito, per cui decido di restare sulle mie.
Rifletto, sul come poter rispondere in un modo equidistante tra l'infastidito e l'allegro, ma vengo contattato in chat. Scambiamo idee, opinioni, pensieri, ma all'improvviso c'è uno stacco della discussione. Ci resto un po di merda. Faccio cadere nel dimenticatoio, se è stato involontario verrà a galla .
Il giorno dopo mi arriva una missiva di scuse per la caduta improvvisa della linea. Si apre uno scambio di mail, aperto da un nomignolo da me inventato, prontamente catalogato come vezzeggiativo. Lascio correre, anche perché se mi è venuto in mente è stata l'ispirazione del momento, vado avanti e cerco per mail di aprire finestre di dialogo. Si finisce a parlare nuovamente in chat, dove la sessione si chiude con il lasciare il mio numero di telefono. Cala un silenzio di tomba per 4 giorni.
Il lunedì mattina in casella vedo una nuova missiva, dove mi si domanda se sono sparito. Io sparito? Ma non aveva il numero di cellulare per contattarmi? Hmmm... Lanciata la battuta sull'avere il modo di contattarmi, mi si risponde classicamente: ho perso il numero.
Diamola per vera, anche se non ci credo, metto la parte l'offesa ( sono permaloso ) e nuovamente apro un po di finestre per poter parlare e stimolare la risposta altrui, tanto per scambiare 4 chiacchere: cosa ho fatto, dove sono stato, idee, impressioni, emozioni. Roba di vita in pratica, chiudendo stavolta con la richiesta dell'altrui numero di telefono. Cala nuovamente un silenzio tomba di 3 giorni.
Alla mezzanotte del 2 giorno, mi girano proprio le palle e lo scrivo sulla bacheca di facebook. Prontamente arriva la domanda sul che tipo di risposta aspettassi. Siccome sono anche stronzo e mi aspettavo la domanda, avevo già pronta la risposta pronta circa un numero di telefono che attendevo con ansia ( detto tra noi dell'allenatore ). Frecciatina, silenzio e pausa. Continua il silenzio e preciso che attendevo nuove dall'allenatore, permettendo così allo scambio di parole di riprende.
Scorrono i minuti e a me butta il cazzo a parlare in chat, anche perché ho da studiare. Comincio a stringere le risposte e a essere evasivo, anche perché di tempo non ne ho molto.
Poco prima che prendessi il commiato, c'è l'altrui saluto. Prima del congedo c'è un riferimento al “dover” accettare il precedente invito al bar di quasi un mese prima. Colgo l'occasione al balzo per sottolineare che dovrebbe esser un “piacere”. Lo riconosco: sono il solito sciarrino. Saluti e abbracci chiudono la sessione di chat.
Concludendo, la risposta alla fin fine c'è, ma momentaneamente non riesco a leggerla o perché confuso dalle emozioni suscitate in questo valzer di parole asettiche di chat e mail, o perché è un tipo di risposta che non conosco e dovrei scoprire come è fatta. Mhà..

giovedì 5 marzo 2009

Cartoni animati sulla pizza in Giappone.

Il primo cartone:



Eccone un altro:



Ecco l'ultimo trovato:



Bellini questi disegni.

Piccole lezioni di Inglese .

Mi sono accorto che il mio Inglese va sempre peggiorando. Come rimediare? Ma semplicemente studiando un pochino e trovando on – line degli strumenti interessanti di supporto.
Un mezzo utile per capire la lingua di un paese e le abitudini, per poi comprendere il senso delle parole, sono le pubblicità. Vedrò di realizzare qualche post in Inglese per associare un verbo, un aggettivo, una frase, ad una pubblicità e poter ampliare il mio vocabolario di Inglese. I mezzi on - line ci sono, la volontà pure, Speriamo bene :-)

mercoledì 4 marzo 2009

Don Minico ed il panino alla Disgraziata .



Io al locale ed il panino portato a casa .

La prima Panineria di Messina è stata Don Minico. Il locale sforna panini alla Disgraziata da far leccare i baffi, con cui potersi confrontare e godersela.
Domenica 01 Marzo ho inforcato il Vespone ed ho fatto rotta per il Colle San Rizzo, giunto in località 4 strade ho trovato il chiosco in questione. Donna Razzia mi ha domandato cosa desiderassi ed io prontamente ho risposto: Del pane di Don Minico! Incartato ed imbustato il prodotto, me lo sono portato a casa dove insieme ai miei a cena gli abbiamo fatto una bella festa.
Il panino in questione è fatto con prodotti tipici locali: poveri ma gustosi. Si parte dal pane, tipica pagnotta rotonda di panificazione montana, di quei pani che si devono mantenere morbidi per un paio di giorni. L'interno custodisce uno strato di melanzane sottolio, fette di pecorino e salame, giardiniera sottaceto e pomodori sottolio. Il tutto condito da olio santo che dà quel pizzico di gusto in più al pezzo. In pratica ce lo siamo mangiati in quattro e quatto - otto.
Altro piccolo tassello di questa terra, elemento caratteristico del posto, da gustare in loco, magari con un buon bicchiere di vino mentre in lontananza si scruta Messina immersa nello Ionio.

Per chi volesse approfondire l'argomento, il chiosco ha pure un suo sito web raggiungibile al seguente indirizzo:

Carne.

Morta e surgelata .

Certi momenti per la mente si aggirano pensieri vecchi, morti. Idee passate, andate, che il tempo ha surgelato in un angolo recondito della memoria. Poi un incontro, una frase, una foto, 4 chiacchiere, la lettura di un messaggio, la visione di un cielo stellato che ti riporta a momenti unici, il ricordo di un bacio o di una carezza furtiva, l’idea di quello che poteva essere e non è stato, la voglia di ricominciare o avere un’altra chance.
Queste idee si scongelano, a poco a poco, lentamente. Sembrano riprendere vita, colorito, intensità, ma è un momento vago, dato che uno strano odore dolciastro si diffonde, espandendosi nell’aria. Sono pezzi di carne morta che il disgelo ha scoperto dal pesante strato di neve che le copriva, per cui si devono prendere con la dovuta cautela e non cibarsene nel presente, ma tener conto che ci sono e che non torneranno più alla vita.

martedì 3 marzo 2009

Similitudini

Lady Gaga - Just Dance



Dove l'avevo già visto questo modo di cantare e far video? Ma certo... Madonna!



Cambiano i ritmi, ma il modo di condurre il videoclip è sempre lo stesso: modi ammiccanti ed alludenti, 2 palle.. .

Colle San Rizzo e Dinnammare.



I momenti più salienti dell'avventura .

Domenica 01 Marzo, per la meteorologia inizia la primavera ed io non ho proprio voglia di starmene a casa a rincoglionirmi.
Spolvero un paio di buoni propositi fatti per il 2009, ricordandomi di gustarmi il territorio dei Peloritani. L'idea in altre occasioni accarezzata di prendere il vespone e farmi un giro sui monti prende consistenza dentro di me. Scambio 4 chiacchiere con mio padre e detto fatto: l'obiettivo Colle San Rizzo è tracciato. Finisco di pranzare e preparato l'occorrente nello zaino delle avventure, salgo a cavalcioni sul vespone e parto.
La strada si apre sotto ai piedi, insieme ad una serie di cose che vorrei fare, luoghi da visitare, persone da contattare, posti da scoprire. E' come un'esplosione di cose da voler fare, ma scendo a patti con me stesso e cerco di puntare all'obiettivo, senza scordare di concedermi un piccolo strappo.
Lo strappo è per cercare di percorrere la strada accanto al mare, ma dopo un paio di tentativi andati a male, demordo e scrutato per l'ultima volta la distesa di acqua mi butto a percorre la Strada Statale 113 o anche detta “Settentrionale Sicula”.
La SS attraversa Scala Toregrotta, Venetico, Rometta ed infine Villafranca Tirrena. Prendo una deviazione e mi ritrovo già ad arrampicarmi sui Peloritani. La strada non è nelle migliori condizioni, ma qualche macchina si vede. Più salgo e meno sento quel vago senso di caldo che provavo prima a Milazzo, tanto che mi domandavo: Non è che esagero con l'abbigliamento? Manco finisco di pensarlo, che un vento pungente mi riporta alla situazione reale.
Giungo a Gesso e lo supero, il cuore si rimpicciolisce nel vedere il grado di abbandono in cui versano le frazioni di Messina, praticamente è come se si sentisse la miseria della cittadina propagarsi fin su alle frazioni, con le strade scassate, i bidoni della spazzatura ammaccati e puzzolenti, i marciapiedi in pessimo stato, le case simili a baracche in calcestruzzo ed un paesaggio spoglio.
Toccata la frazione “Locanda” la SS è interrotta per un pesante smottamento. Scendo dal vespone, procedo a piedi e supero l'ostacolo, mitico mezzo che permette di affrontare situazioni davvero difficili.
Entro nel Demanio dei Peloritani, ho come l'impressione che il posto rispecchi la solita aria Messinese precedentemente narrata. Non mi sbaglio proprio, i sacchi di plastica li trovi a bordo strada e sotto gli alberi. Faccio una foto ricordo della tappa e riprendo ad arrancare per la montagna.
Il bosco mi abbraccia con tutta la sua ombra, ma qualcosa mi delude. Sono i primi alberi incontrati: Eucaliptus macchiati qua e la da pini silvestri. Un pococ contrariato continuo per la strada.
Arrivato in località “4 strade”, il registro della montagna finalmente comincia a cambiare. Faccio una sosta da Don Minico ed il mitico panino alla disgraziata finisce in sacca a far compagnia alla mimosa, per poi avventurarmi in direzione del santuario Dinnammare.
La sensazione negativa dell'inizio lascia posto alla curiosità: pini silvestri a bordo strada, aree di picnic ben attrezzate, strade pulite e ben tenute, numerosi percorsi per bici e trekking, cartelloni ben visibili ed accuratamente compilati. In poco tempo l'impressione negativa se ne va per la sciare posto a qualcosa di piacevole.
Cerco di vedere in lontananza il Tirreno o il Mar Ionio, ma niente da fare. Una coltre di nebbia mi abbraccia e non mi fa vedere a più di un paio di metri di distanza.
Arrivo a Portella Chiarino. Vi vedo un cospicuo numero di auto parcheggiate. Cerco di capire che ci fanno, sole non ce n'è, mare non se ne vede... Poi seguendo i movimenti di una sagoma all'interno dell'abitacolo, capisco che il motivo della sosta è lo stesso motivo per cui i Milazzesi vanno a Ponente. Mi metto a ridere e riprendo la mia strada.
La nebbia si fa più fitta e qualche goccia di acqua ticchetta sul casco. Incrocio fuoristrada che da dentro ai loro abitacoli asettici mi guardano con occhi sorpresi , sorrido e mi godo l'aria carica di profumo di bosco umido.
Inizio a trovare la neve a bordo strada, faccio qualche foto e la saggio con i piedi. Non è fresca ma dura e scivolosa, vorrà dire che dovrò stare attento.
I tornati si fanno sempre più stretti, mentre la neve abbonda ai bordi. Gli alberi sono fitti e la nebbia meno penetrabile all'occhio.
Arrivo ad una curva dove uno non troppo furbo ha parcheggiato in mezzo ai piedi. Scanso il mezzo, ma finisco sulla parte innevata / ghiacciata della strada. Saggio per la prima volta nella mia vita cosa voglia dire vespone e strada innevata e capisco sulla mia pelle le parole del cugino Giovanni quando mi raccontava che il vespone è ingestibile quando il manto stradale è ghiacciato, usandolo solo in primavera inoltrata ed in estate, ma mai con il freddo. In pratica la ruota motrice posteriore mi scivola, parte il mezzo in diagonale e se non l'avessi ripreso subito, rischiavo di andare dietro al vespone nel precipizio.
Superato il momento “da brivido”, trovo le grandi antenne che si scorgono da Milazzo guardando in direzione di Messina. Accanto c'è il cartello stradale indicante il percorso per il santuario di Dinnammare.
Tutto allegro e speranzoso svolto in direzione della chiesa, ma fatti 100 metri pianto una vigorosa frenata. La strada è completamente coperta di neve ghiacciata ed il vespone non ha aderenza sul terreno. Faccio dietrofront e riprendo la via del ritorno.
Scatto foto qua e la, per avere un ricordo della bella giornata trascorsa e della piccola avventura passata. Ero partito da casa alle 15 ed ho ri-messo piede alle 19 ed un quarto. Una bella esperienza rimarrà scritta nei miei annali personali.
Spero proprio che questa bella esperienza abbia dei seguiti, anche perché il posto è bello ed io la Domenica a casa mi annoio.

lunedì 2 marzo 2009

Aranciata San Pellegrino .

Per farsi 2 risate sulla sicilianità dell'aranciata San Pellegrino. Vediamo se ci sono siciliani? Qualche spagnolo ?



Poi controlliamo se non vi siano anglosassoni:



Aspettiamo i Brasiliani al varco:



E chiudiamo in bellezza:


Comunque Grande Nick Raio

Blackout .



C'è una tempesta dentro la mia testa.
Da Giovedì scorso ho un mal di testa e non tocco libri, mazzate su mazzate si sono susseguite una dietro l'altra: squilli anonimi sul cell e a casa, direttivo AVIS combattuto, e l'ultima ( ma non per questa meno importante ) la mazzata degli SMS scambiati tra Ex.
In pratica Mona piuttosto che rimboccarsi le maniche e trovarsi le proprie risposte a problemi personali, se ne è andata a cercare risposte su problemi personali miei che avevano portato alla chiusura di una storia con Claudia. Principio giustificante : una identità tra storie passate tutta da provare.
In pratica mi ritrovo 2 iene sguinzagliate.
Una cosa triste (tra le tante) è che se ne è andata a chiedere aiuto proprio a colei che l'aveva coperta di merda e insulti davanti a tutti, prendendola per bambina puttana e lasciandola per zoccola urlando in mezzo ad una strada. La storia è finita? Ma perché cazzo vai a rivendicarti su chi ti è stato accanto? Perché diamine fai un male cane all'unica persona che all'epoca ti ha difeso? Poi da chi? Da una persona il cui grembo cova vendetta e rancore? Meglio solo come son per ora che in balia di qualche iena che invece di guardare in faccia la realtà se ne va a farsi prendere per il culo da un'altra iena, nonostante eravamo lasciati, mi inondava di squilli anonimi, telefonate “piene di complimenti”, commenti sul blog firmandosi Claudia / Claclina oppure si creava account ad – hoc ( quali Nancy / Eli ), insieme a gli Anonimi per poter sembrare di passare inosservata e metter lingua.
Le storie chiuse sono corpi morti. SE si ostina a muoverli e ri-muoverli come se fossero ancora vivi è come portarsi appresso dei morti putrefatti, il cui lezzo pestilenziale ammorba le persone.
Non so perché, ma mi è venuta una domanda sul diritto canonico e civile: E' possibile fare i matrimoni a 3? Per la serie Marito, Moglie ed Amante? Chissà....


L'immagine appartiene al rispettivo proprietario.

domenica 1 marzo 2009

Asparagi .

Cominciano a spuntare.

Mercoledì scorso, se non erro era il 18, memore della precedente camminata con Davide per il Capo durante la quale abbiamo trovato un paio di asparagi subito invitati a cena, in una pausa studio ho inforcato gli scarponi e mi sono fatto un giro nel terreno dietro casa.
Devo riconoscere comincio a conoscere qualche pianta, per cui iniziato il mio solito giro, vado a trovare le piante note e a botta sicura trovo qualcosa.
Come al solito, la conoscenza del posto non mi ha tradito e sono tornato a casa con un bel fascio di turioni.
Questa è una delle pochissime piante selvatiche commestibili note del posto, a cui si somma il cappero a Dicembre ho fatto una prova a piantarlo. Per chi volesse documentarsi un pizzico sulla pianta, basta cliccare il link di seguito:

Logo verde .

Cheesee....

Per i momenti di Pollice verde, quando curo le piante, ho a che fare con frutti e magari fiori. Un altro piccolo prodotto che si va a sommare ai tanti dell'Isola di Melee.
Aggiungo che per ora c'è pure una bella manutenzione da fare: Video scomparsi da cambiare, foto mie personali che sostituiscono altre di terzi ( a cui appartengono ) ma che non sono proprio il mio punto di vista, insieme a strafalcioni scritti nei post. Un Blog pieno di sbagli, minchiate, errori, ma d'altronde:
Chi fa sbaglia e chi non fa non sbaglia.