venerdì 28 febbraio 2014

Carillon .



Amelie Soundtrack 15 - Soir de fête alias Serata di festa .

Sono ancora qui, a togliermi le frecce nere conficcate nel costato, una ad una. La canzone “Soir de fête” ovvero “Serata di festa” scorre dal lettore multimediale. A metà brano inizano ad emergere le note di un carillon. Tra una suonata malinconica di fisarmonica e quel battito di mani ritmato, prima in sordina, poi via via più marcati, prendono spazio ed infine divengono l'unico strumento musicale della canzone le note del carillon.
Un carillon, un fottuto e bastardo carillon, uno dei tanti che vidi appollaiati come avvoltoi del malaugurio sulla libreria, a cui non diedi tanta retta perchè li scambiai per bomboniere, ma di cui mi ricordai della loro esistenza/importanza, proprio quando uno di loro musicò la nota di addio.
Lì fu un flashback, una botola che si apre sotto i piedi e ci sprofondi dentro senza freni.
La prima volta varcata la soglia e giunto nel salone, l'occhio mi cadde sui carillon. Il mio Marte interiore gettò un urlo di pericolo. Un grido di disperazione, un allarme di pericolo: Scappa !!!! Vattene via!
Rinforzato da miti consigli:
- Fabio a te i carillon non sono mai piaciuti, ricordi? 
- Ricordi quando ne smontasti uno che particolarmente ti piaceva per forma e  canzoncina? Fosti affascinato dal suono prodotto, ma la cosa che ti incuriosiva era capire come funzionava. 
- Ricordi? Lo apristi, lo smontasti pezzo a pezzo, arrivasti a trovarne il cuore, la ruota dentata con i punti sbalzati per dare tempo e note girando. Pizzicando i denti del pettine metallico che a tua volta suonasti, suonava la musica. Ricordi? 
- Ricordi? Il pomeriggio passato a capire che erano i denti metallici stuzzicati a suonare, ed ogni tamburo suonava una e sola una canzone? 
- Ricordi il senso di sdegno profondo, di tenaglia alle budella, quando capisti che quel carillon avrebbe suonato per sempre solo ed esclusivamente quella canzoncina? Che non avrebbe suonato alcun'altra musica? Che tutto era fermo ed immobile eternamente in quelle note suonate all'inverosimile? Si provasti a farlo girare più velocemente e lentamente, ma la canzone era la stessa. Ti sdegnasti, ti si strinse lo stomaco, quasi vomitasti. Prendesti il martello e teneramente gli scaraventasti un colpo secco e duro al carillon sul bancone di lavoro di tuo padre che non suonò più.
Avevo rimosso i carillon, considerati un oggetto infernale perchè suonavano solo ed esclusivamente una canzone, per sempre.
Trovatomi davanti una parete di carillon, ignorai l'urlo di pericolo. Spero abbia capito la lezione, non c'è da fidarsi delle persone che ascoltano o collezionano carillon. Non ne vale la pena e non c'è da fidarsi, se non si vuol esser fatti a pezzi a propria volta sulle note di quella canzoncina dolcissima suonata all'inverosimile.
Forse è anche meglio che mi dia una calmata con lo smontare l'idea di Lei. La smonto pezzo a pezzo per poi romperla e buttarla via? Forse ho solo bisogno di darmi delle risposte, ma quello che vedo non mi piace per nulla.

Il materiale audio e video appartengono ai rispettivi proprietari.

Dono.

Gratuitamente .
Sono un AVISino e periodicamente, anonimamente, volontariamente e sopratutto gratuitamente, mi reco al trasfusionale o ad un centro di raccolta associativo per donar sangue o emoderivati.
Per me il concetto Donazione si salda fortemente ed insolubilmente al concetto Gratuito. Una donazione è tale se Io al prossimo cedo un qualcosa di mio o di me, senza che ne tragga vantaggi o favori da ciò che ho dato. Se dovessi cedere qualcosa di mio ad un'altra persona con interessi, non sarebbe più una donazione ma altro: scambio, baratto, vendita, mercificazione.
Leggo i tuoi scritti: libri, messaggi, sessioni di chat, ciò che abbia lasciato un segno dei tuoi pensieri e che il tempo e la rimozione non abbiano cancellato indelebilmente. Li leggo con occhi diversi, staccati, disillusi, freddi, quasi cattivi.
Un pensiero salta all'attenzione, finalmente è il suo turno per non diventar pensiero interrotto, a più riprese affermi la tua sorpresa nel ricevere un dono da una persona e per di più gratuito. La cosa a gli inizi mi sorprese e quasi mi preoccupò, dato che per me donare è una cosa normale, ma quello che non mi quadrava era la tua sorpresa nel ricevere e nel non dover dar nulla in cambio, cioè dover contraccambiare, saldare, pagare, dare in dietro, scambiare.
Sulle prime pensavo una piccola sfumatura della tua personalità. Poi con il passare del tempo capii che a te hanno fatto pagare tutto, caro e probabilmente ogni cosa ha avuto un prezzo da pagare. Per me le cose si hanno un prezzo, ma quelle che Io scelgo di donare perdono di valore e di legame di fronte alla gioia della persona che la riceve che colliqua il legame verso un qualcosa che ho e che non mi creo problemi a donare: Sangue, un pensiero, una serata particolarissima, un cappellino, dolci, t-shirt, se avessi voluto anche la camicia che indossai..
Credevi che avessi presentato il conto e chiesto qualcosa in cambio? Mi dispiace per te se lo hai pensato. Io ti ho donato e se l'ho fatto, l'ho fatto per Te e perchè credevo ci fosse un Noi.

domenica 23 febbraio 2014

Fiducia .

Un filo .

La fiducia è un filo donato alla mia amata, affinché confezioni una coperta con cui avvolgersi, proteggersi, abbracciarsi, amarsi, crescere la famiglia e riscaldare il Talamo ove giacciamo assieme.

Questo, candidamente credevo e ripetevo fino a qualche tempo fa, ma...

Un bel giorno sulle mure della cinta Aragonese del castello Milaito, irradiato dal sole Estivo scaldante il corpo e rincuorato dal sorriso di chi avevo accanto, mi permisi di condividere il pensiero sopra esposto, intimo e personale .
Non ricordo come la discussione giunse al punto della fiducia verso il partner, ma l'interlocutrice aveva preso una brutta via per il Blues. Emersa la mia solita generosità verso il prossimo ( virtù che mi porta più problemi che vantaggi ), condivisi questa massima partorita durante un difficile viaggio di ritorno da Tropea, durante il quale avevo filo da torcere nel contenere una Giusy eruttiva ed esplosiva .
Non so quale sia il motivo, ma ho il problema di condividere/donare i frutti dei momenti più difficili della mia vita con gli altri, piuttosto che tenerli gelosamente stretti e sottochiave. Credo che sia un'alterazione ben marcata di quella virtù chiamata “generosità”. Che culo..
Conclusa la frase ad effetto, incorniciato dal Golfo di Milazzo e la spianata del castello, vidi l'interlocutrice scattare come una molla di fucile subacqueo e spararsi da sopra le merlature della cinta al calpestio del torrione. La cosa mi colpì e mi domandai tra me e me “Questo effetto hanno le mie parole?”. Mi incuriosì e volli andarci a fondo . Sottolineo a fondo, perchè mi scavai la fossa con le mie mani.
Cominciai a dar fiducia a quella persona, vedendola armeggiare con questo filo donatole . Pian – piano questa persona è diventata più vicina a me e più intima, fino al punto che divenne la mia “ragazza”, o almeno per me con il senno di poi .
La fiducia chiamava altra fiducia ed Io ormai aperte totalmente le spagnolette dei fili/fiducia, gli occhi velati ed ottusi i sensi, seguii la mai “amata” per mare, per terra, per treno, per aria, per aereo etc. etc.
Giunge la festa di compleanno. Una persona che Io ritenevo a me vicina mi domanda, con lieve accenno Orobico << Fabio, ma Te con la Lei come farai?>>. La domanda particolarmente intima tirata fuori in un contesto pubblico, con amici solo di Lei, i Genitori, Io a 1'000 e passa Km di distanza, ospite, mi trova un po smarrito e mi affido alla mia cultura dei detti.
Rispondo in perfetto Siciliano << Codda Longa a boe sabbaggio!>>. Credendo che una frase in Siciliano potesse “scantare” (ndr. Spaventare) e distogliere l'attenzione su altro. Un volto perplesso da chi ha appena sentito parlare un arabo mi chiede << Ma in Italiano cosa vorrebbe dire?>> Abituato a dover tradurre detti Siculi in Terra di Dante, spolvero il mio repertorio di intermediazione culturale e traduco letteralmente << Corda lunga a bue selvatico>>. Mi guarda ancora con il volto di chi non ha capito e mi chiede il significato esoterico del detto. “Cazzo! A questo non ero preparato!” ripeto tra me e me, “Non mi è mai capitato in anni di traduzione in Toscana tal accanimento sul significato delle cose!”.
Cerco di abbozzare una spiegazione political-correct di fronte a gli occhi incuriositi dei presenti e rinforzo << Carlo, ne più e ne meno dar fiducia ad una persona che vuole la sua libertà >>. La spiegazione esoterica non ha sortito l'effetto riuscito tra gli ascoltatori, sguardi increduli e carichi di dubbio mi vengono rivolti, della serie “Ma questo viene dalla luna?”.
Un bel giorno la persona che avevo accanto termina di confezionare la fiducia donatole. Vedo che qualcosa si concretizza, tra me e me mi dico “Una bella coperta!”. Con occhi increduli mi ritrovo legato con corda ad un albero ed infisso di frecce come San Bastiano.
Ma questa è un'altra storia.

Permanganato di potassio.

Da “Altri tempi” .

 
La prima volta che varcai la soglia di casa feci una considerazione: Sembra si una casa, ma troppo piccola per essere una dimora e troppo grande per essere una stanza. Non volli indagare più del dovuto, anche perchè Io stesso non ho in proprietà una mia magione. Feci una fugace considerazione “Sembra una camera da adolescente più grande, con bagno e cucina in modo da non dover andare da mamma e papà” .
Depositai le cose per terra, baci e carezze mi fecero dimenticare i pensieri ed il viaggio alle spalle. Trascinandomi dove volevi Tu.
Ci scordammo giorno ed ora. I baci iniziarono mentre fuori il sole era alto, ci demmo l'ultimo bacio che fuori era già buio e le prime stelle spuntavano nel firmamento. Cristo come ero felice di accarezzarti, coccolarti, baciarti, tenerti forte tra le braccia.
Giunta l'orario di cena, più per fame che per altro dato che da te non c'era niente da mangiare se no si sarebbe potuto continuare sino all'indomani mattina, a malincuore ci staccammo l'uno dall'altra per dirigerci in bagno.
Un fastidio ed un bruciore intimo ti prese. La mia prima reazione mentale fu “cazzo è colpa mia”. Mi fermai a riflettere, dicendomi tra me e me “Scusa Fabio, ma Tu stai bene, non è che hai qualche bestiaccia di sopra, anzi sei un donatore di sangue e finora, da quando l'avete fatto la prima volta tu non hai avuto problemi e non sei stato con nessun altra..” Io non ero stato con nessun altra, ma Lei? L'idea fu troppo brutta, la ricacciai nel dimenticatoio, assieme a tante altre fino a farlo esplodere .
Entrati in bagno apristi l'acqua del bidet e lo riempisti. Prendesti una boccetta di vetro ambrata e ti domandai:
<< Giò, che è? >> Con nonchalance mi rispondesti << Permanganato di potassio >>.
Tra me e me riflettei “Gli promisi che gliela avrei consumata e l'ho fatto”. Risi inorgoglito, ma fu riso amaro .
Tornato a casa, dopo un paio di settimane vidi la fiction “Altri Tempi”. Preso e coinvolto perchè l'attrice ha i suoi lineamenti, rimasi di stucco e piansi nel vedere le puntate a spezzoni durante la pausa pranzo. “Ma piango per cosa?” mi chiesi. Sulle prime risposi nel veder una donna amata ritrovarsi a far questo mestiere, tanto che ne parlai con Lei in un sms a cui mai ebbi risposta .
Con il passare del tempo la scena del permanganato di potassio si coagulò a poco a poco. Nella mente cominciai a percepire un particolare già visto, vissuto, sfuggito. Come quando si è su una macchina ad alta velocità. Si ignorano o quasi i segnali di pericolo, ma vengono visti e si sedimentano nel subconscio. Come un sassolino nella scarpa che infastidisce la camminata, è si piccolo, ma è presente.
Sedimentano nel subconscio anche i tuoi continui discorsi sulle difficoltà ad arrivare a fine mese, su i soldi che non bastano, l'ansia nell'ascoltarti, a volte per non sentirti lamentare ero pronto a prestartene dai miei. Ma qualcosa mi diceva di non darli, forse quel piccolo particolare in base al quale i soldi prestatiti non venivano onoravi. L'idea dei piccoli “prestiti” fatti dal secondo giorno che ci siamo visti, e non onorati: I soldi per il tabacco, la quota della luce delle scale nel condominio, tanto per citarne alcune.
Un altro particolare si coagula, esce allo scoperto, il rifiutare i regali: Il portatabacco in pelle colorata, la mia camicia tanto piaciuta, le rose del supermarket. Se una persona ti ama, riceve i doni altrui senza discriminazione, se vuole o ti fa capire che vuole solo doni particolari, allora è altro. Anche questa acuta osservazione finì nel dimenticatoio con le altre.
A mesi di distanza, riesco a recuperare il filmato, individuarlo, sceglierlo e tagliarlo, montarlo e far coagulare i pensieri.
La casa è ne più e ne meno la stanza del filmato, dove si accolgono i clienti. Soldi, fumo, favori, tutto va bene purchè frutti qualcosa ed Io sono stato trattato ne più e ne meno da cliente e non credo di esser stato il solo in quel periodo. Un dubbio supporta questa affermazione, quando ci rivedemmo la terza volta facesti in modo affinché Io potei percepire odore di altra persona su di te.
Anche questa è un'altra freccia nera conficcata nel mio cervello che sono riuscito a togliermi dopo 3 mesi e passa di sofferenza infernale nella mente.
Lavande vaginali con Permanganato di Potassio in acqua.. Ne so un'altra.

Manuale d'uso .

Meglio tardi che mai.
Era il 15 di Novembre dello scorso anno, quando un conoscente su Facebook pubblicò il post ritratto nella foto. Una storia cannibale mi si era chiusa da poco, lasciando un bel vuoto. Il post ritratto sembrava in telegramma un manuale per evitare l'inferno in cui mi ero andato a ficcare.
L'avessi letto qualche mese prima.. Ma comunque è da tenere a mente per il futuro, se ce ne sarà.