venerdì 29 ottobre 2010

Emozioni .

Galleggiano!

Le emozioni potrei definirle come dei corpi, più o meno belli. Alcuni di forma e colore gradevole, altri sgradevoli a vedersi o sentirsi. Nell'immagine ho preso un palloncino colorato per dare un'idea.
Ognuno di noi ha un subconscio, che in parte è paragonabile ad un mare interiore che ognuno di noi porta dentro. Questo lago salato ogni tanto fuoriesce con le lacrime (sia per dolore ma anche per ridere), ma in generale è solcato e vi galleggiano questi corpi dette emozioni.
I corpi nel mondo esterno galleggiano sul mare in virtù del principio di Archimede, tale principio recita:

Ogni corpo immerso in un fluido (liquido o gas) riceve una spinta verticale dal basso verso l'alto, uguale per intensità al peso del volume del fluido spostato.


Tale principio se la trasponiamo nell'ambito del mare interiore ci potrebbe dire che:

Ogni emozione immersa nel mare interiore (subconscio umano) riceve una spinta verso il basso, uguale per intensità al peso morale addossato alla stessa.

Il ragionamento è per assurdo e per assurdo in questa discussione potremmo chiamare il principio di galleggiamento “il principio di Umberto Pitagora”.
Partiamo dal presupposto che le emozioni tendono a salire a gala, a fuoriuscire; ma lo fanno in virtù della presenza o meno del peso legatovi, per cui possono galleggiare a pelo d'acqua, o più, o meno in profondità.
Come abbiamo detto prima le emozioni di per se stesso tendono ad essere esteriorizzate, fuoriuscire ed esser visibili, cioè sganciarsi dal peso morale (ove sia presente) che le trattiene e venire a galla.
Cosa mette il peso affondante alle emozioni? Forse sono i rapporti umani quali conoscenze, amicizia, rapporto di coppia, fidanzamento, convivenza, matrimonio, rapporti di lavoro, di volontariato, di comunità ed associativi, sono sicuro di scordarmene qualcuno. Una volta messo il peso sulle emozioni, queste vengono trasportate in basso, oppure verso le profondità del mare interiore.
Dall'altra parte possono accadere degli eventi umani, in base ai quali questi pesi vengano sganciati e quindi le emozioni collocate volontariamente/involontariamente sott'acqua possano riemergere a galla.
Ciò che può determinare lo scollamento del peso morale dall'emozione, può essere un incontro, una lettura, una spiegazione, un evento traumatico, un evento piacevole, il sonno, il risveglio, un lutto, una scoperta e quant'altro di dinamico e vivo ci sia nella vita di tutti i giorni.
Nel momento in cui si ha lo scollamento del peso dall'emozione, questa come un galleggiante tende a riemergere verso l'alto. L'emersione sarà tanto più veloce e violenta di pari passo all'intensità del peso e del livello di profondità in cui era stata relegata, in pratica può uscirne fuori una bella bomba esplosiva, per cui una persona vinta e convinta delle sue idee può benissimo trovarsi con la merda fino al collo per un evento che ne ha sganciato il fermo.
Morale della favola: In questi ultimi tempi noto di aver conosciuto delle persone che hanno imbrigliato alcune o molte delle loro emozioni. Una di queste in particolare, durante la fase terminale del periodo delle scuole superiori dove c'era casa, chiesa e 'zzito (fidanzato), tutti ambienti caratterizzati da una forte tendenza a metter carichi morali, venendo a conoscenza di un'altra persona e piacendogli molto, come si è trovata? Si è trovata con una serie di emozioni che ritornavano a galla, scuotevano il suo mare, lo affollavano e la confondevano, tanto da mettere in dubbio molte cose della sua vita. Come si è risolta la situazione? Semplice ha legato alle emozioni pesi ancora più pesanti credendo di poterle mandare ancora più a fondo, ma ci sono momenti, quali prima di andare a dormire che la persona si ricorda dell'altro e si fa sentire.
Cosa fare in queste situazioni? Meglio esser chiari dal primo momento e dire le cosa in maniera diretta, senza perdersi nelle tagliole e gabbie dei discorsi dedotti ed indiretti.