giovedì 25 settembre 2008

Ogni generazione ha i suoi problemi.

Mentre scorrevo le righe di un esercizio, gustato davanti ad una tazzina di caffè, la mente se ne è andata ad un mio caro ex-compagno di classe ed al padre. Molto simili tra loro, entrambe teste votate alla matematica ad indirizzo ingegneristico.
La mente mi è balenata al periodo in cui da semplici compagni di classe affrontavamo la vita e della serie di problematiche che in quell’epoca adolescenziale si presentarono a tutti noi. Problematiche nuove, sconosciute, al più se ne parlava in TV e non si pensava potessero colpire le persone vicine o te stesso. Sto parlando di problematiche quali:

Anoressia

Perché un bel giorno entravi a scuola e la ragazza che per mesi era mancata in istituto, te la ritrovi scheletrica davanti a gli occhi, che camminava come un moribondo per i corridoi. La vedi di un pallore cadaverico, con le ossa del costato sbucare la cute da dentro, i tubercoli delle ossa ischiatiche quasi a voler sfondare l’addome. Un mucchietto di ossa che a fatica si trascina per la scuola, con movimenti lenti, in cui i piedi vengono trascinati piuttosto che sollevati in un lento dondolio. Non ti sembrava di avere davanti un essere umano, bensì una salma pronta ad un passo dalla tumulazione.
Perché un bel sabato sera, mentre siete tutti seduti al tavolo di un pub davanti al un fresco boccale di birra, uno dei presenti se ne spunta con una frase dal tono magnifico del tipo:
- Ho scoperto come dimagrire!
I presenti un po’ increduli gli chiedono:
- Cioè come? Fai la dieta?
- Semplice. Mangio tutto quello che mi pare, senza remore. Appena finito vado in bagno e ficcatomi 2 dita in gola, vomito. Così non assorbo nulla. Ho già perso 4 chili in una settimana.

Il sangue nelle vene ti si ghiacciava come la birra nel boccale.
Perché una persona che prima stava bene, te la ritrovi davanti con gli occhi di fuori e rossi, piange senza motivo, triste, a cui non importa nulla della vita, degli altri e di te. Ti vomita addosso non so quanti problemi, dubbi, domande a cui non sai e non puoi rispondere perché sei entrato da poco nella maggiore età e non è cambiato poi così molto da prima.
A questi problemi i genitori, il corpo docente, e chiunque altro faceva finta di nulla, o si ignoravano, o non se ne parlava, o si evitava di parlarne, o addirittura se se ne parlava si cambiava squisitamente discorso. I problemi però restavano e la mia generazione, da sola, ha cercato di trovare delle soluzioni.
Alcune volte si è avuto comprensione, altre volte si è ignorato il problema, il fatto sta che molte volte i genitori non c’erano e preferivano ignorare piuttosto che ammettere che il proprio figlio soffrisse di quelle cose strane, viste solo in televisione e quindi così lontane, eteree, inesistenti.

mercoledì 24 settembre 2008

Evoluzione dell’On. Cetto la Qualunque .

La prima versione dell’onorevole era un pugno nello stomaco, ma sotto – sotto ciò che diceva e raccontava era sotto gli occhi di tutti, lapalissiano. Solo un po’ lento e chiuso in un monologo non interattivo.



La seconda versione in “Mai dire gol”, era dai ritmi più incalzanti, dalle battute ritmiche e ripetute, quasi a tormentone, ma che presentava al pubblico un personaggio più maturo, raffinato, capace di interagire con la Gialappa's Band che lo stuzzicava.



La terza versione presentata a “Che tempo che fa”, insieme ad un intelligente e provocatore Fabio Fazio nella parte della coscienza umana, si è dimostrato un valanga geniale. Un personaggio dinamico, raffinato, capace di interagire portando “pensierini del posto”, ‘bbampate di pilu, il figlio Melo, slogan sempre più intriganti, un concentrato di tutto il lerciume che c’è in politica in chiave ironica.



Ad Antonio Albanese un sentito: Grazie, nel riuscire a farmi ridere dei mostri contemporanei.

Pacchia finita .

Tornano i miei.
La settimana all’insegna di libertà nel fare, dormire, mangiare, svagarmi e studiare, volge al suo termine, come tutte le cose. In questo periodo mi sono messo a sperimentare tante cose, con me stesso e con gli altri, tirando un giudizio finale più che positivo.
Si riaprirà il solito tram – tram nel quale spero qualcosa cambi, perché è un po’ difficile studiare e non svagarsi, stare seduto e non muoversi, pensare e non riposare, stare sopra i libri e non fare una pausa, non poter dormire per 8 – 9 ore filate ma essere continuamente svegliato un po’ per il gatto, un po’ per le urla al telefono, un po’ perché si sono superate le canoniche e convenzionali ore concesse al sonno, è difficile anche poter stare nella propria tranquillità ed essere continuamente disturbato, pedinato, inseguito o interrotto nelle tue cose. Uffa !
Mi girano le palle e forse sarebbe meglio prendermi una casa per i fatti miei.

lunedì 22 settembre 2008

I conti, anche se del passato, si pagano .

Scorcio della “Piazza Grande” ove eravamo soliti parlare fino a tardi.

L’altro giorno mi sono soffermato a discutere con un caro amico del più e del meno. Tra gli argomenti toccati uno in particolare è sbucato fuori, con la solita spontaneità che hanno gli argomenti imbarazzanti che non si vogliono toccare, ma che alla fin fine ti ritrovi a parlarne. Si discuteva della comitiva condominiale, di come una realtà di ragazzi cresciuti fianco a fianco ed aperti a chiunque volesse aggiungersi, si è evoluta nel tempo.
Parliamo di amicizie che affondavano radici negli ultimi anni di scuola elementare e nei primi anni di scuole medie. Conoscenza e curiosità per chi sta nel tuo stesso condominio, possibilità di giocare assieme, ridere e scherzare. Potendo trasformare una occasionale partita di pallone in qualcosa di più periodico, come mangiarsi una pizza assieme, andare a mare, giocare al PC o a pallone, uscire assieme, le prime girate in motorino e poi le esperienze delle superiori.
Fintantoché ci muovemmo in un contesto para-infantile, cioè in un periodo in cui eravamo appena usciti dalle elementari e troppo presto per pensare solo alle ragazze, la comitiva tenne.
Quando si fecero i primi passi nell’adolescenza ed arrivarono le prime cotte per le ragazze ( arrivate perché mie compagne di classe ) iniziarono dei piccoli problemi, ma niente di preoccupante, dato che la voglia di giocare e stare assieme presero il sopravvento e tutto scorse via.
Nel momento in cui ci avventurammo nella fase adolescenziale “piena”, dove le cotte volevano dire amori ed ognuno muoveva i suoi primi passi nel terreno minato dell’amore, i nodi vennero al pettine .
La seconda ondata di “pilo” ( non me ne abbiano a male le lettrici perché sono sarcastico ), vide un paio di signorinelle dalla lunga lingua, inclini al parlare alle spalle, al complotto, a tessere e sfilare intrecci, amicizie, alleanze e conoscenze. In breve tempo si crearono tante di quelle tensioni, incomprensioni, male intenzioni che l’aria divenne irrespirabile.
Salutati gli ultimi rimasugli dell’adolescenza, con un’estate di maturità conclusasi con più cattiverie, litigi, battute acide ed infinite guerre che bei momenti, alcuni di noi cominciammo ( altri avevano già iniziato ) a fare rotta per lidi differenti, mentre altri iniziarono ad investire tutto quello che gli restava sulla comitiva.
Chi lo faceva per attaccamento, chi per difficoltà ad adattarsi, chi per amore o presunto tale. Colui che investì per questo sentimento, già da tempo aveva sacrificato l’amicizia per la ragazza, senza crearsi pudori, remore o dubbi. Il risultato finale fu che tutti, io compreso in capofila, si mise da parte, lasciandolo a se stesso e tirando ognuno di noi per la propria strada.
Trascorso un lustro dalle stronzate combinate dal Tizio, egli stesso cercò di riallacciare i rapporti ( me compreso ) senza chiedere scusa per le cazzate fatte, tra cui ricordo la prima di tutte: mancare di rispetto nei confronti degli altri. Lo feci cuocere nel suo brodo ed ogni tanto mi accorgo che in quel consommé ci sguazza bene e ce lo lascio, ma il mio amico in questione quando ne parla, ha l’amarezza in bocca per quello che ci sarebbe potuto essere e non c’è stato.
C’è sempre tempo per rimediare alle stronzate fatte in passato, basta chiedere scusa e i rapporti si possono sempre riallacciare, ma alla fin fine prima di riallacciarli ti devi mettere a saldare i vecchi conti. Sei fortunato se non ci sono interessi, ma questo è alla discrezione della bontà del creditore.

domenica 21 settembre 2008

Cosacavaddu semi stagionato.




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L’altro giorno nel banco frigo all’ Ipercoop ho trovato il Cosacavaddu. Non ho mai provato questo formaggio Ibleo, e per curiosità l’ho preso.
Dalla pasta dura, filante, corposo. Semistagionato prodotto dal caseificio Progresso, all’assaggio pizzica sul palato e ti sussurra all’orecchio di essere accompagnato da un buon bicchiere di vino rosso, magari un Nero d’Avola e del buon pane casereccio. Mi è venuta fame a scrivere, per cui suggerisco di assaggiarlo.