La mente mi è balenata al periodo in cui da semplici compagni di classe affrontavamo la vita e della serie di problematiche che in quell’epoca adolescenziale si presentarono a tutti noi. Problematiche nuove, sconosciute, al più se ne parlava in TV e non si pensava potessero colpire le persone vicine o te stesso. Sto parlando di problematiche quali:
Anoressia
Perché un bel sabato sera, mentre siete tutti seduti al tavolo di un pub davanti al un fresco boccale di birra, uno dei presenti se ne spunta con una frase dal tono magnifico del tipo:Perché un bel giorno entravi a scuola e la ragazza che per mesi era mancata in istituto, te la ritrovi scheletrica davanti a gli occhi, che camminava come un moribondo per i corridoi. La vedi di un pallore cadaverico, con le ossa del costato sbucare la cute da dentro, i tubercoli delle ossa ischiatiche quasi a voler sfondare l’addome. Un mucchietto di ossa che a fatica si trascina per la scuola, con movimenti lenti, in cui i piedi vengono trascinati piuttosto che sollevati in un lento dondolio. Non ti sembrava di avere davanti un essere umano, bensì una salma pronta ad un passo dalla tumulazione.
- Ho scoperto come dimagrire!
I presenti un po’ increduli gli chiedono:
- Cioè come? Fai la dieta?
- Semplice. Mangio tutto quello che mi pare, senza remore. Appena finito vado in bagno e ficcatomi 2 dita in gola, vomito. Così non assorbo nulla. Ho già perso 4 chili in una settimana.
Il sangue nelle vene ti si ghiacciava come la birra nel boccale.
Perché una persona che prima stava bene, te la ritrovi davanti con gli occhi di fuori e rossi, piange senza motivo, triste, a cui non importa nulla della vita, degli altri e di te. Ti vomita addosso non so quanti problemi, dubbi, domande a cui non sai e non puoi rispondere perché sei entrato da poco nella maggiore età e non è cambiato poi così molto da prima.
A questi problemi i genitori, il corpo docente, e chiunque altro faceva finta di nulla, o si ignoravano, o non se ne parlava, o si evitava di parlarne, o addirittura se se ne parlava si cambiava squisitamente discorso. I problemi però restavano e la mia generazione, da sola, ha cercato di trovare delle soluzioni.
Alcune volte si è avuto comprensione, altre volte si è ignorato il problema, il fatto sta che molte volte i genitori non c’erano e preferivano ignorare piuttosto che ammettere che il proprio figlio soffrisse di quelle cose strane, viste solo in televisione e quindi così lontane, eteree, inesistenti.