martedì 1 marzo 2011

Uova fritte .

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Del 10 Settembre 2010.

Prende la fase Up e tutto sembra facile, semplice, immediato. Le cose scorrono davanti a te, le pensi e le fai. Macini Km su Km, senza accorgertene, senti come le ali sotto ai piedi e vai, voli via.
Ad un certo punto senti come "puzza di bruciato", stai cadendo a pezzi, ti sei quasi fritto il cervello per quanto l'hai utilizzato ed impegnato a risolvere problemi, magari stupidi e di altri.
E' come se si fosse senza la nocicezione nella somatosensibilità, ti rompi una gamba e continui a camminare lo stesso, perché sul momento non senti il dolore della frattura. Alla fine ti fermi non perché senti finalmente (il normale e dovuto) dolore, ma perché ti rendi conto che cammini strano rispetto all'andatura normale: hai spappolato le gambe per terra.
E che diamine! :-D

lunedì 28 febbraio 2011

Lotta impari.

Con me stesso.

E' una lotta impari con me stesso, quando mi trovo a far qualcosa ed inizio ad andare sulla scia dei ricordi. Ricordi di momenti brutti, dove avrei voluto dire la mia, dove avrei voluto gridare e chiedere giustizia, equità, senso, ragione o anche torto, ma non ho parlato, vuoi per cause esterne o interne.
Momenti che danno rabbia, fastidio, che ritornano a galla dalle profondità dell'animo umano ed accecano la vista. Un po quello che ho già descritto in questo post e per questo non mi va di ri- scriverne:

Il punto è che oggi il tutto mi sembra una lotta impari di me stesso contro me stesso, dove alla fin – fine la vittoria di uno sull'altro si trasforma inevitabilmente in una sconfitta per il vincitore. Meccanismi strani a cui ogni tanto riesco a sottrarmi ed altre volte no, il fatto è che dopo quei momenti sono a pezzi, il vincitore si prende un bel trofeo: un mal di testa come se la parte frontale del cervello si volesse fluidificare, scomporsi ed andare via dalle arcate sopraciliari.
Bella guerra, peccato che ci vado di mezzo solo Io..

2010 01 04 Volo per Roma .



Mentre ascolto la canzone di Maya, mi é salita una gran tristezza, quasi a piangere, é la tristezza che noi siciliani ci portiamo appresso quando lasciamo la nostra isola. É straziante dolore per il distacco dalla nostra madre terra.