Taglia 54 . |
Era
da un po di tempo nell'aria, il peso era stato lasciato per strada ed
i risultati confermati, o meglio stabilizzati.
Ho
un appuntamento con una ragazza a Messina, due chiacchiere non fanno
male e conoscere persone nuove aiuta a dimenticare le vecchie.
L'armadio però è pieno di roba, non tutta indossabile specialmente
al primo incontro.
Prendo
il primo pantalone ma non calza bene, prendo un secondo capo di
abbigliamento e non mi convince molto. Il tempo stringe e devo far
strada, abbino una camicia di riserva sostituendo l'azzurra
macchiata. Non è il massimo come volevo ma va bene, un sospetto di
profumo mi accompagna nella partenza.
Incontro
quasi claustrofobico, possibilità di inserirsi nel discorso poche;
lei va a mano libero. Però mentre camminiamo mi sento osservato ed
osservo. La sensazione di destare interesse mi gratifica ma un po mi
sento inappropriato in quei vestiti così larghi ed inadatti.
Finita
la chiacchierata ed arrivati i momenti dei saluti, sento il bisogno
di comprar qualcosa per Me. Sarà l’incontro non andato bene, ma
sento svegliarsi dentro un bisogno: darmi una sistemata, non tanto
per gli altri, quanto per Me stesso.
Era
nell'aria da un po, ma proprio quella sera, superato il nubifragio in
autostrada, mi fermo alla Benetton. Un occhio cade sulla mia sagoma
allo specchio, mi vedo deformato dai pantaloni, guardo le taglie e mi
domando “Taglia 54? Perchè no..” . È un azzardo, voglio
provare.
Entra
il piede e lì è normale. Scivola il polpaccio e non ho la
sensazione di “stretto”. Arrivo a sollevarlo alle tante temute
cosce e la sensazione è di vestibilità a guanto. Chiudo il bottone
con semplicità e lasciata andare la pancia sento contenerla, non
stringerla.
È
fatta, un pantalone taglia 54 nuovamente per Me. Fatta cassa e notata
la cassiera niente male, prendo la via dell’auto per tornare a
casa.