mercoledì 7 ottobre 2009

Le formiche al cervello .


Registro degli appunti orali. Squilla il cellulare un paio di volte, sono in serie Cettina e Paolo, cerchiamo di risolvere problemi su problemi circa la raccolta al Liceo.
La discussione si fa serrata, le impressioni si fanno strada e tutto finisce con una bella risata circa le problematiche incontrate. Gli appunti vengono interrotti, ma chiudo la telefonata tutto eccitato e contento: ieri ed oggi non dicevo fesserie circa l'assurdità in cui mi sono trovato a fare le campagne di sensibilizzazione a scuola e siamo riusciti a risolvere un problema con la provinciale.
Mi fermo un attimo, ebro e stordito.
Cerco di rilassarmi e sento un formicolio in testa, al cervello, come se avessi le formiche che ci camminano sopra. Penso tra me e me se è uno di quei momenti che preludono alle impennate di attività di cose da fare, seguite da momenti neri di sconforto e stanchezza.
Voglio fermare il momento con questo post ed una immagine che faccia sorridere della sensazione soggettiva percepita. La prossima volta che mi sento le formiche al cervello faccio qualcos'altro, magari una passeggiata.


Unità Sociale .


L'immagine rappresenta la moneta da 1 €, unità elementare per gli scambi economici, dotata di un potere di acquisto. Fino a qua prendo in considerazione il concetto prettamente economico dello strumento, ma se mi fermassi un attimo a pensare e lo guardassi con occhi sociali, la moneta acquista dei valori in più .
E' una unità elementare che può essere investita in ambito sociale, sanitario, civile, prevenzione  ed in tutti quei contesti dove si possano comprare servizi che a loro volta abbiano degli effetti a breve, medio e lungo termine su gli utenti oggetto dei servizi.
In pratica 1 moneta può essere benissimo una unità elementare di investimento sociale, dove la decisione porta la moneta in oggetto verso un mercato piuttosto che un altro, di conseguenza determinando una influenza su chi vende, su chi acquista e su chi riceve l'acquistato. Il denaro quindi si arricchisce di una componente sociale, diventando strumento di scelta politica ( stiamo alla larga dai discorsi estremi o estremizzati ).
Se decidessi di investire 1 € nell'acquisto di un'auto a basso impatto ecologico piuttosto che una ad olio combustibile, farei una scelta economica di investimento in ambito ecologico, cioè politica ecologista.
Se decidessi di investire 1 € nella formazione giovanile, farei una scelta politica di investimento in ambito culturale ottenendo a medio – lungo termine un effetto di elevazione culturale sulla popolazione interessata.
Se decidessi di investire 1 € per rinnovare il vestiario delle forze dell'ordine, farei una scelta politica in ambito di sicurezza.
Se decidessi di investire 1 € per comprare una barretta di cioccolata in un negozio equo e solidale, piuttosto che un prodotto di multinazionale, non solo faccio una scelta di politica sanitaria ( l'alimentazione ), ma anche una scelta politica in ambito etico dove decido di supportare forme di produzione eque.
In definitiva voglio dire che “1€” diventa una unità di scelte politiche, in particolare si apre la strada del controllo collettivo dei processi sociali, dove si può far far prevalere l'interesse e il bene comune sugli interessi privati che in questi ultimi tempi ci hanno condotto ad una situazione sociale, economica, lavorativa ed ambientale tutt'altro che rosea.
Questa non vuol essere un esplicita dichiarazione di abolizione totale o parziale della proprietà privata dei mezzi di produzione, ma semplicemente una finestra per introdurre nei mezzi e modi di produzione l'interesse collettivo come valore aggiunto e da rispettare, fermo restando l'interesse personale al profitto. Senza scordare che il profitto di per se stesso non è un male da condannare, ma un elemento utile per nuovi investimenti in ambito sociale. Signori sto semplicemente delineando in neo – socialismo del terzo millennio, dove l'interesse collettivo è un bene da rispettare ed il profitto un traguardo da raggiungere per ottenere strumenti di politica sociale.

L'immagine appartiene al rispettivo proprietario .

lunedì 5 ottobre 2009

Messina, inferno di fango .



Meno male che Antonio ce ne ha fatto ridere in tempi non sospetti.

Correva l'anno 2007 quando una valanga di fango si abbatte sul lato Ionico della provincia di Messina, in particolare Giampilieri. Polemica a non finire e poi silenzio.
Venerdì mattina accendo la televisione, il caffellatte riscalda i pensieri mentre la televisione annunci una valanga di fango su Messina. Notizie poco chiare, si parla di statale bloccata, linea ferrata chiusa ed autostrada sbarrata. Mi preoccupo pensando che la linea con Palermo possa esser bloccata, poi vengo a conoscenza che l'evento ha colpito il lato Ionico. Penso tra me e me: Di nuovo.
Prendo il treno per Palermo, durante il viaggio arrivano notizie nuove e sempre più nere: morti, case distrutte e pezzi di montagna franati.
Sabato le notizie si fanno brutte, i morti sono oltre 10, i dispersi una trentina, il fango ha sommerso la città di Scaletta Superiore, notizie senza speranza.
Domenica troviamo con Ale la Gazzetta del Sud a Palermo e la compriamo. La prima pagina è da tragedia, fiato alle trombe della polemica dell'annunciato, alla cronaca nera dei morti ammazzati, all'eroismo che cerca di salvare l'impossibile ( e ti tocca quando sai di uno della tua stessa età ), i politici che da avvoltoi si avventano sui cadaveri della sciagura per rilasciare denunce al vetriolo, chiudo il giornale. Sono semplicemente sdegnato da questo modo di fare.
Messina e provincia è una regione ad alto rischio idro-geologico, ha un territorio povero di pianure, le colline vengono disboscate e sventrate da palazzine, i greti dei torrenti soffocati da discariche abusive o ci si costruisce sopra svincoli autostradali, o su gli argini cementati assi di penetrazione urbana. Le foci delle fiumare sono tappate dal cemento armato di palazzine o muraglie di marciapiedi, decenni di speculazioni edilizie di palazzinari senza scrupoli hanno innescato una bomba ad orologeria pronta ad esplodere.
Ieri L'Acquila, oggi Scaletta Superiore e Giampilieri in provincia di Messina, domani a chi toccherà? Quale sarà la prossima bomba eco – edilizia che esploderà, mietendo altre vittime: Casa mia? Casa Tua? Meglio sperare nella casa del vicino?
Siamo tutti chiamati in causa, io il primo perché i danni di questo porcile lo paghiamo Io, tu, egli, noi tutti e decisamente mi comincio a stufare di dover sborsare denaro per tappare con credito sociale di stato voragini speculative capitalistiche/ mafiose.