Correva l’anno 1991, i R.E.M. saltarono sulla cresta dell’onda musicale con l’album: Out Of Time. Ero un bimbo che giocava a fare la guerra con gli amici, mentre intorno a me mezzo secolo di storia europea cadeva a pezzi.
Cadevano i miti che per 50 anni avevano dilaniato e straziato il vecchio continente.
Crollava il mito dell’uomo sovietico sotto i colpi al muro di Berlino.
Crollavano i miti delle religioni totalitariste, sotto i duri colpi del progresso scientifico e delle applicazioni in ambito medico – sanitario.
Crollavano i miti delle potenze militari sotto i colpi prima dei Viet Cong in Vietnam, e poi dei Mujaheddin in Afganistan.
Crollava il mito dell’energia nucleare sotto il peso delle centrali nucleari impazzite e delle scorie radioattive che avvelenavano ( ed avvelenano ) il presente ed il futuro ( cioè oggi ).
Crollava il mito della classe operaia sovietica, sotto il peso del sistema burocratico dell’URSS che non riusciva a sfamare il suo popolo.
Crollava il mito della sicurezza militare, sotto il peso dei missili nucleari intercontinentali puntati ogni giorno su una capitale di questo o dell’ altro continente.
Crollavano… Crollava tutto…E meno male, perché di quella epoca ricordo solo l’insicurezza generale: oggi ti svegliavi ed avevi paura che qualcuno nella stanza dei bottoni potesse sparare qualche testata nucleare, mentre il giorno dopo non potevi mangiare il latte perché contaminato dalle radiazioni nucleari, oppure si sventolavano bandierine per tifare da una o dall’latra parte…