martedì 18 giugno 2013

A far del bene...

Se non si sta attenti ci si rimette .
Un pomeriggio, mentre lavoravo alla casa di accoglienza al Capo di Milazzo, si ferma un'auto. Lato guidatore scende un volto noto, lo guardo e vi riconosco "Lo Sballato". Un po sorpreso, cerco di capire cosa vuole ( non toccate i ragazzi ! ) e tra una chiacchiera ed un'altra esce fuori che tra amici hanno raccolto dei fondi per comprare sotto le festività degli alimenti ai ragazzi ospiti della comunità .
Contenti e felici (eravamo rimasti a secco), accettiamo di buon grado. Con lo Sballato resto che a breve ci saremmo sentiti, una volta scambiati i numeri.
Spinto dall'idea di un Fund-rising alternativo, dove quello da sbloccare sono risorse elementari in campi da altri non trattati, partorisco l'idea di coinvolgere le persone tramite donazioni non di origine economica, bensì materiale. Allorquando in una famiglia vi è un lutto, nel momento in cui si decide di svuotare gli armadi dei vestiti del caro, si potrebbero donare i capi che si è deciso di dismettere ai ragazzi, in modo che possano continuare a vivere confortando i figlioli e non prender  polvere e suscitar rimpianti accatastati negli scaffali.
L'idea funziona, il responsabile di struttura approva, divulgo l'idea e come ritratto in foto, da i suoi frutti buoni e cospicui; ma data la presenza di 19 pargoli in struttura, finiscono in un batti baleno. Tutto da ricominciare.
Condivido l'idea su gruppi facebook, recepisco delle disponibilità, chiamo lo Sballato e condivido l'idea. Ne è entusiasta, proferirà tra colleghi a lavoro e restiamo che a breve ci vediamo. La telefonata si chiude per l'impegno a Domenica, Domenica.. Si..
Arrivano i turni di lavoro e guarda caso sono in turnazione di Domenica, ma di mattina. Chiamo lo Sballato e gli comunico di esser in struttura proprio domenica mattina. Inizia a tentennare, dubbi, ripensamenti, frasi di circostanza del tipo "Ma sai. Aspetto gli altri. Non ho tutto. Rischierei di fare dei viaggi a vuoto". Fermo la discussione e gli dico che non c'è bisogno di venire per forza Domenica, possiamo fare un altro giorno. Lo Sballato insiste per Domenica ed Io nonostante ribadisca che non è obbligatorio, prendiamo appuntamento per Domenica mattina. A far del bene ci saranno pure dei sacrifici da fare.
Arriva la notizia dello stato di agitazione in Cooperativa dopo l'ultima riunione. Mi avverte il responsabile della situazione ed Io lo seguo, dato che avevo già informato della mia indisponibilità a salvare la patria, ne tanto meno a portare da solo il Santo. Prima di rimanere tra i pochi con la vara di sopra, comunico che fino a nuovo chiarimento con i quadri cooperativi, avrei interrotto la prestazione lavorativa che a sua volta attende un rinnovo di contratto.
Nel frattempo un conoscente tramite Facebook mi invita a camminare tutta la giornata sui Peloritani: di Domenica. Rigorosamente devo rinunciare per l'impegno preso per i vestiti dei ragazzi. Mi invita la mia ragazza a stare con lei in questi giorni che mi si sono liberati, ma visto l'impegno preso per i ragazzi ho da rimandare.
Arriva Domenica mattina del 13 Gennaio del 2013, il tarlo del dubbio insinuatomisi la sera precedente prima di andar a letto, prende coscienza: Non è che lo Sballato mi da buca? Ricordo che quando viaggiavamo, non è che era tanto affidabile. Quando l'ho visto alla casa al Capo non è che mi aveva fatto una buona impressione la sua fretta di andarsene via. Ho un preconcetto su di lui, figlio della mia persona e della mia esperienza. Decido di telefonargli per conferma, il tarlo mi inquieta. Il telefono è staccato. Il tarlo rosica la mente.
Batto al PC un calendario di date per le Assemblee Comunali e l'occhio mi cade al cellulare che fa uno strano squillo. Era un 1/2 squillo di qualcuno che provava a chiamarmi. Alzo il coprischermo e scopro che è lo Sballato. Il tarlo del dubbio si alimenta di questa mancata telefonata. Vado a chiamarlo ed allegro e sballato, lo Sballato mi informa che gli hanno dato "buca" i suoi colleghi e che non potremmo vederci in struttura. I nervi mi salgono a fior di pelle. Tutto contento e sballato mi chiede un secondo appuntamento per Martedì, stavolta ho imparato la lezione e rispondo "non lo so". Insiste per un nuovo nostro incontro, ma ribadisco il "non lo so", anche se questo è vero vista l'incertezza lavorativa in cui verso. Riattacchiamo il telefono e mi rendo conto di essermi messo troppo a disposizione degli altri proprio quella domenica in cui ero finalmente libero, dopo circa 3 mesi di turni in cui venivo piantato a lavorare proprio di Domenica.
Arrivato a questo punto, signori miei, va bene che ho preso l'impegno per la consulta provinciale dei Presidenti di Sabato pomeriggio e mi sono fracassato le palle, vada che me ne sono rimasto a mangiare una pizza con i colleghi dopo la riunione e la pizza è arrivata con 1 ora di ritardo, vada che ho preso l'impegno per una birra con gli altri colleghi ed ho fatto le 2 e passa di mattina quando sono tornato a casa mezzo ubriaco, vada che ho preso l'impegno per Domenica mattina per i ragazzi, vada che ho preso l'impegno per la Consulta di Domenica sera circa la Shoah a Milazzo. Ma cazzo dai, mi sono perso una giornata spettacolare da dedicare a me. Vedete un po voi che tempo perfetto per andarmene a camminare che c'era. Ora è bene che cambio registro.    
   

Pagliara, Lunedì 27 Agosto 2012

E diamine! Uno lavora una giornata intera, dalla mattina alle 8.00 AM fino alle 23.00 PM, finendo così tardi l'unica cosa che vorresti è farti una bella doccia, una accurata pulizia, passare dal bagno e buttarti sul letto, perché sai che la giornata nuova ti attende dietro l'angolo. E cosa devi fare? Devi uscire con la ragazza. Ok, va bene, ma scusa almeno usiamo il tempo a disposizione bene: una passeggiata, una camminata da qualche parte. E purtroppo no! E devo fare benzina. E devo fare la ricarica del telefono, mezzanotte è passata, la stanchezza bussa alla porta e tu non ce la fai. Gentilmente chiedi di esser portato al dormitorio. E si è fottuta un'altra serata. Ce ne sarà un'altra? Non credo, prima penso alla mia pellaccia e poi se ne parla, dato che il rapporto si è ridotto ad un continuo scontro e lo stare assieme è dato dal negare le altrui esigenze elementari quali dormire, mangiare, cacare e scopare.
Siamo agli sgoccioli.

domenica 16 giugno 2013

Manutenzione Blog .

L'isola di Melee è stato ed è il mio blog da 6 anni, da quel 14 Maggio 2007, qunado iniziai a solcare le acque del web con un mio blog/isola.
Il sito si è rivelato un prezioso strumento. Imparando diverse cose  sull'argomento e fermandovi momenti importanti di vita, con filmati, pensieri ed immagini.
Sono proprio le immagini gli elementi che maggiormente mi preoccupano /interessano del blog, dato che parto dal presupposto che un post ha la sua immagine, a parte la sezione "Diario" con una filosofia di realizzaizone diversa, ma che fa parte del progetto in se.
A spese mie ho imparato che è meglio realizzarsi un'immagine piuttosto che recuperarla dal web, principalmente per 2 motivi:
1° Diritti di copyright.
2° Disponibilità delle stesse.
Al momento in cui scrivo, vi sono dei post dove le immagini recuperate dal web, per motivi di caduta dei server o cancellazioni varie, sono scomparse. Togliere un'immagine è come depauperare i post e la mia memoria, mi sa che c'è abbastanza per lavorarci.
Un'altro particolare che mi ha colpito della vita del blog è il periodo degli ultimi 2/3 anni, in cui i post si sono ridotti di molto in numero e la latenza tra ideazione, scrittura, elaborazione, recupero immagine adatta  e pubblicazione si è enormemente allungato. 2 anni per focalizzare un concetto? Ma scherziamo? O è segno di una mia "era glaciale"?
La sensazione a pelle che mi prende è che sono stato avvolto, per abbastanza tempo, dalle bende maleodoranti della pigrizia.
Vediamo.