mercoledì 2 aprile 2014

Urlo .

Tradimento - Travolti Da Un Insolito Destino Nell'Azzurro Mare D'Agosto

Non compreso .

Le gambe si stendono sul tavolino davanti al divano, sembra una serata casa e famiglia, pigiama, ciabatte e tante coccole, ma qualcosa non quadra. C'è distacco nei gesti, distante e fredda. Cerco di rallegrare la serata stuzzicandoti e parlandoti, ma nulla.
Finiamo a vedere le foto con il tuo ex. Che ancora mi domando se davvero era un ex o è sempre stato presente come un'ombra nella tua vita, dato che non c'era occasione in cui non me ne parlavi. Sentendomi fuori luogo ed anche lo psicologo che non volevo fare.
Arrivi a farmi vedere il vostro filmato su youtube mentre ballate il Tango. Lui che se ne frega lontano un miglio e tu immersa “nel merdone” fin sopra la testa. Non ce la faccio più, comincio a sentire la stanchezza delle punte di frecce addosso, ma ancora non realizzo che sono dardi conficcati nelle carni.
Faccio una sortita, esco allo scoperto. Prendo la situazione in mano e punto a vedere se qualcosa di passionale e vivo può rimescolare le carte in tavola.
Voglio condividere una parte importante di me e perchè non parlare di "Travolti Da Un Insolito Destino Nell'Azzurro Mare D'Agosto"? Film che amo minuto per minuto e che mi ha aperto gli occhi su tante cose, anche circa il.. "sesso".
Prendo il primo filmato e lo vediamo. Voglio capire le tue reazioni alla visione di questa parte educativa per me. Niente di che. Fredda e quasi infastidita scorriamo avanti.
Il film è quasi finito, scorrendo da un pezzo di filmato all'altro. Registro un tuo interessamento nella parte finale, sulle urla di Giancarlo Giannini abbandonato sulla diga del porto. Con una "innocenza" da ragazzina di dodici anni ( ma + 23, aggiungo Io ) mi domandi << Ma perchè piange? >> . Mi ghiaccia il sangue nelle vene, "Come non capisci perchè quest'uomo piange ed è disperato? E' stato appena piantato in asso!". Lascio scorrere alcuni secondi, raccolgo le idee, spazzo via la sorpresa sgradita, monto su un volto sorpreso e rispondo << Ma Giò, è stato appena Lasciato e gli sono andati in fumo i sogni. >>, sottolineando la "L" di lasciato.
Altro silenzio, sconcertante. Ma è la stessa persona che ha conosciuto giù? Quante personalità albergano al suo interno? E sopratutto, quella che Io conosco e per cui sono salito, che fine ha fatto? La sorella gemella stronza non mi interessa.
Torna a farmi vedere le foto del suo Ex e la cosa è un “fracassamento madornale di cugghiuna” tanto per citare l'On. Cettolaqualunque. Mi dipingo in volto una maschera di morte e finalmente decidi di staccare il PC.
Mentre ci alziamo dal divano, un altro brivido di paura mi attraversa i pensieri. Un brivido di allarme. Se Io sto vivendo la sensazione che qui non ci metterò mai più piede, perchè questa persona non ha percepito l'urlo di disperazione dell'attore? Ha qualche alterazione circa i suoi “neuroni specchio”? Oppure ha semplicemente indossato una maschera dietro cui si cela? E da cui lascia trasparire ben poco? Ho come l'impressione che è pronta a scaricarmi come un sacco indesiderato.
Quando imparerò a dar maggior retta alle mie emozioni sarà troppo tardi. Ma almeno una cosa l'ho capita. L'unica persona che può veramente farmi de male, sono Io stesso, permettendo a gli altri di farmelo. Mi ci è voluto del tempo, ma alla fine ci sono arrivato.

Il materiale audio e video appartengono ai rispettivi proprietari.

Pensieri sul Cinismo .

Gli auricolari suonano The muse - UndiCloseed desire, mi viene da piangere.
Solito treno .
Ci ho provato, in tutti i modi. Ora ricomponendo i pezzi, mi rendo conto che ero un giocattolo nelle sue mani. Cinicamente prendeva quello di cui necessitava, l'altrui certezza di non esser anorgasmica, una serata senza un cameriere affettato, un abbraccio senza tempo al binario ed altro.
Preso quello di cui aveva bisogno, la storia è finita, ben lungi da dirlo all'altro onde evitare inutili discussioni, a poco a poco si è disimpegnata lasciando l'altro solo, come un giocattolo vecchio messo da parte.
Forse la prospettiva di dover vivere con meno di 2000,00€ al mese non l'affascinava più di tanto, forse voleva Luca, Sergio, Ulisse o qualsiasi altra persona del suo passato con cui non era riuscita a chiudere. O forse Massimo?

martedì 1 aprile 2014

Tre Atti.

Il buongiorno si vede dal mattino .
Mattina, momento prima di svegliarsi, come ormai da tempo il primo pensiero sei Te, ma stavolta qualcosa non quadra. Sarà stato il power Joga, sarà stata la meditazione, il prossimo appuntamento per camminare o la valanga di post che ho scritto e/o corretto, aggiornato in questi giorni, il fatto è che mi dico “Fermati”.
Mi fermo ed il pensiero va ai primi momenti dei nostri due ultimi incontri dei tre atti della nostra storia.


Bumper Secondo Tempo.

Il secondo atto inizia alla stazione di Milano, dai tuoi messaggi criptici capii che eri impegnata, ed avrei dovuto far l'ultimo tratto in treno da solo. Scendo dal vagone e forse ho mangiato la foglia. Il mio Marte interiore mi dice che Tu sei lì. Lo sento nell'aria, lo sento nelle viscere, lo sento in ogni parte di Me che Tu sei lì. Scruto l'orizzonte. Scruto alla ricerca di un volto familiare tra quei volti sconosciuti. Vedo un cappello rivolto verso me, mi punta. Scendo con gli occhi e riconosco il tuo volto sorridente.
Mi vieni in contro correndo, Io armeggio con il borsone. Lo trascino, mi rallenta. Decido di afferrarlo per i manici e correr meglio verso Te.
Un flashback mi riporta alla stazione di Palermo, Ale, un senso di paura e pericolo mi prende, ma è una frazione di secondo, torna via.
Continuo la corsa, ad 1 metro da te lascio cadere il borsone per terra, allungo le braccia e tu come una bambina mi salti addosso. Ti avvolgo e sollevo di slancio da terra, alzandoti a più non posso. Affondo il mio volto nei tuoi capelli. Hai il profumo che tanto amo. Ti stringo fortissima, quasi ho paura di schiacciarti tra le braccia. Mio Dio mi sento così felice. Con la coda dell'occhio vedo le persone scorrere, ma tu sei tutto per me. Ho viaggiato un giorno ed una notte per esser qui con te. Non ce la faccio a staccarmi.
Uno si è avvicinato troppo al borsone, il mio Marte interiore mi dice “Non sei a Milazzo! E' Milano e possono rubartelo!”. Mi allento per recuperare il sacco. Ci stampiamo un lunghissimo bacio, mentre fiumi di persone scorrono indifferenti sulla pensilina. Sento il tuo profumo ed il tuo gusto, mi ubriaco di Te. Non so per quanto stiamo, ma ad un certo punto sento umido sul mio volto, sono le tue lacrime di felicità che mi bagnano. Non riesco a crederci, sembra un sogno. Non ce la faccio a staccarmi.
Le labbra si staccano ed inizio a coprirti di baci il volto, come un padre per la sua bimba, bacio dove il solco del rimmel ha strisciato il volto. E' una questione di pochi secondi, riprendo ad abbracciarti. Mi sento felice come quando il nonno venne a prendermi a scuola di sorpresa. Emozione e felicità vere, pure, dirette, senza mediazioni.
Ti dico che devo fare il biglietto del treno, incamminandomi verso la biglietteria automatica. Tiri fuori il titolo da viaggio per Me e Te. Guadagniamo il treno locale e mi chiedo se lo guiderebbe Stefano, ma lui è alle merci. Saliti in vettura ed inondatici di baci, carezze, abbracci scorriamo nella Bassa. Viene annunciata la stazione di Verdello, il mio pensiero va alla Crì e Fabrizio. Un altro segnale di paura, allerta e freddo mi prende, ma la tua presenza mi riporta alla realtà allontanandomi da quei campi Elisi.


Bumper Terzo Tempo
Il terzo atto inizia all'aeroporto Orio Al serio. Anche se dalla notte del 23 Settembre qualcosa è cambiato, forse hai iniziato la tua fuga. I tuoi messaggi svelano una punta di stizza e fastidio. Sbarco dall'aereo ed un messaggio con un tono di fastidio mi da il benvenuto a terra.
Incredulo ed infastidito di esser arrivato lì, non sto nella pelle. Voglio vederti, sentirti tra le braccia. Metto a frutto l'esperienza con l'Avvocato, ho solo il bagaglio a mano e dribblo il recupero bagagli. Mi hai detto che mi attendi all'uscita della stazione, non sto nella pelle. Dribblo tutti, inizio a camminare verso l'uscita. Passo lungo e ben spedito, quasi volessi mangiarmi la strada sotto ai piedi. Allungo il passo e supero la soglia di uno stabile dagli interni bui come se fossero un rifugio nucleare. Mentre scrivo un pugno allo stomaco mi prende al solo rievocare i fatti ormai lontani da mesi.
Guadagno l'uscita dello stabile. Una valanga di luce inonda il volto, quasi resto cieco nell'uscire dal tugurio interno. Ti cerco.
Flashback: La luce fortissima sul volto quasi ad accecarmi mi riporta a Lecce, alla discesa dal bus. Qualcosa dentro mi mette in guardia verso quel tipo di luce già vista. Decido di ignorare gli avvisi di pericolo. Mi guardo attorno e non ti trovo, il mio Marte interiore afferra la sarissa e mi dice “Questa scena l'ho già vista!”. Mi volgo a destra e non trovo nessuno, se non il serpente stradale. Mi volgo a sinistra e c'è la pensilina dei bus con il logo psichedelico fucsia. Mi guardo indietro e c'è solo lo stabile della stazione. C'è solo da guardare avanti. Paura, panico. Il film di Lecce si ripete.
Dico tra me e me “Siamo a Bergamo! Cazzo! Non può girare sempre male!” Prendo il telefono e ti chiamo. Vedo una sagoma slanciata far cenno verso me. L'auto è color pistacchio metallizzato, il senso di panico inizia a placarsi. Il mio Marte interiore appoggia la sarissa per terra. Capisco che sei Te, come un bimbo all'uscita da scuola, stavolta con zainetto in spalla ti corro incontro.
Non ti muovi di un centimetro. Quando sono ormai a ridosso dell'auto e capisci che non entrerò perchè punto a te, ti stacchi dall'auto. Da solo rivivo le emozioni della stazione di Milano, mi baci fredda e staccata, con diffidenza mi abbracci, ricordandomi che c'è l'auto parcheggiata dove non deve stare. Ti dico “Futtitinni, te la pago Io la contravvenzione”, ma è un caricare il sacco in auto e sfrecciare.
Ti cerco con gli occhi, le mani, i baci, tu impassibile guidi, cerchi di darmi retta, ma sento che sei staccata. Non ci voglio credere, mi sono fatto mezza giornata di viaggio per esser qui e mi tratti con freddezza.
Lì avrei dovuto capire che era morta, ma ancora non ci credevo.
Sfuggente tra le auto, avevi già iniziato la tua fuga da me.