All'ultimo minuto. |
E' da un po di tempo che ho notato una cosa darmi fastidio: Quando la gente ti chiama all'ultimo minuto, per un passaggio, per darti una comunicazione, o altro.
La cosa l'ho notata durante le sessioni di allenamento di apnea, i primi tempi mi arrivavano le chiamate 20 minuti prima dell'orario di allenamento e mi ritrovavo a dover passare a prendere 2 persone e per di più in ritardo, facendomi saltare programmi e cose da fare. Non ultima la preparazione per la vasca.
Ma mi è capitato pure di ritrovarmi ad esser chiamato per una cioccolata all'ultimo momento di sera. “Dai Fabio, vieni, vieni”, chiudo i contatti, metto in sicurezza gli impegni presi e saluto ordinatamente le persone. Prendo la macchina, mi sparo un'ora di autostrada per arrivare a destinazione, trovo del traffico ed accumulo ritardo. Arrivo trafilato tra i messaggi di chi mi aveva invitato a casa di un amico comune. Salgo le scale, pregusto un clima caldo da cioccolata e voglia di stare assieme. Varco la soglia e ci ritroviamo in 3, dove Io sono il terzo incomodo, di due che vogliono flertare da dove lei fa la preziosa e non ci pensa due volte a metter di mezzo gli altri, o meglio l'altro cioè Io.
Nel primo caso ho detto l'ultima volta che ho dato un passaggio che per questioni personali non gli avrei dato più un passaggio se prima non si fossero organizzati per tempo, con largo anticipo, sia all'andata che al ritorno.
Nel secondo caso ad una cena tra “amici” gli ho detto papale – papale che chiamare all'ultimo momento per poi passare per il terzo incomodo da un'amica non me lo aspettavo.
Sto meglio e me ne fotto di più .
La cosa l'ho notata durante le sessioni di allenamento di apnea, i primi tempi mi arrivavano le chiamate 20 minuti prima dell'orario di allenamento e mi ritrovavo a dover passare a prendere 2 persone e per di più in ritardo, facendomi saltare programmi e cose da fare. Non ultima la preparazione per la vasca.
Ma mi è capitato pure di ritrovarmi ad esser chiamato per una cioccolata all'ultimo momento di sera. “Dai Fabio, vieni, vieni”, chiudo i contatti, metto in sicurezza gli impegni presi e saluto ordinatamente le persone. Prendo la macchina, mi sparo un'ora di autostrada per arrivare a destinazione, trovo del traffico ed accumulo ritardo. Arrivo trafilato tra i messaggi di chi mi aveva invitato a casa di un amico comune. Salgo le scale, pregusto un clima caldo da cioccolata e voglia di stare assieme. Varco la soglia e ci ritroviamo in 3, dove Io sono il terzo incomodo, di due che vogliono flertare da dove lei fa la preziosa e non ci pensa due volte a metter di mezzo gli altri, o meglio l'altro cioè Io.
Nel primo caso ho detto l'ultima volta che ho dato un passaggio che per questioni personali non gli avrei dato più un passaggio se prima non si fossero organizzati per tempo, con largo anticipo, sia all'andata che al ritorno.
Nel secondo caso ad una cena tra “amici” gli ho detto papale – papale che chiamare all'ultimo momento per poi passare per il terzo incomodo da un'amica non me lo aspettavo.
Sto meglio e me ne fotto di più .