Da quel ricordo . |
Preparazione alla statica. Egidio scandisce i tempi, sono partiti i tre minuti. Inizia il percorso mentale di avvicinamento all'Io. La ricerca dei bei ricordi può aver inizio. Scorrono le immagini, la vallata di monte Trino, fiori di primavera, sono solo e mi ritrovo ad incamminarmi verso cala Grottaccia.
E' un sentiero già preso durante una sessione di bagno Turco. Qualcosa mi dice che la strada non porta a nulla di buono, ma devo ritrovare un equilibrio per fare questo viaggio nella statica.
Mi trovo a camminare verso il mare, contrada Trinità. Supero il prato di acetoselle, iniziano gli ulivi. I passi procedono e mi ritrovo con Franco a raccogliere verdura selvatica, alle Tre Pietracce, la prima volta che scorgo bieta selvatica e qualcuno me la spiega, gioia.
Un'immagine di volto in controluce, Rò ed il suo sorriso, le fossette intorno alle labbra, noi due a mare, la festa di compleanno. Cazzo! Capitano via da quella cazzo di stanza! Chi cazzo aspetta? Via da questa stanza maledetta di ricordi! Andiamo via!!!! Viaaaa!! Perchè cazzo ci devi far fare a pezzi? Capitano invertiamo la rotta, in quella stanza dei ricordi c'è solo morte e ghiaccio! Cazzo capitano tra poco ci immergiamo! Cosa cazzo sta combinando? Viaaaa!!
Panico, silenzio, dolore, contrazioni nell'addome, un treno che fischia nella notte, paura e freddo.
Arrivano i due minuti scanditi dal Mister. Un segnale esterno, sovrasta gli innumerevoli segnali di pericolo interni, come un corno da guerra suonato da una collina.
I passi procedono in retromarcia, la mano accompagna la maniglia per chiudersi e finalmente si stacca, stavolta ci sono entrato, ma non è detto che la prossima volta ci debba ritornare, anzi, credo proprio che quella nota di emozione impressa seduto meditante sul vertice della roccia del torrente Santo Pietro, sarà un nuovo ground-zero da cui ripartire.
E' un sentiero già preso durante una sessione di bagno Turco. Qualcosa mi dice che la strada non porta a nulla di buono, ma devo ritrovare un equilibrio per fare questo viaggio nella statica.
Mi trovo a camminare verso il mare, contrada Trinità. Supero il prato di acetoselle, iniziano gli ulivi. I passi procedono e mi ritrovo con Franco a raccogliere verdura selvatica, alle Tre Pietracce, la prima volta che scorgo bieta selvatica e qualcuno me la spiega, gioia.
Un'immagine di volto in controluce, Rò ed il suo sorriso, le fossette intorno alle labbra, noi due a mare, la festa di compleanno. Cazzo! Capitano via da quella cazzo di stanza! Chi cazzo aspetta? Via da questa stanza maledetta di ricordi! Andiamo via!!!! Viaaaa!! Perchè cazzo ci devi far fare a pezzi? Capitano invertiamo la rotta, in quella stanza dei ricordi c'è solo morte e ghiaccio! Cazzo capitano tra poco ci immergiamo! Cosa cazzo sta combinando? Viaaaa!!
Panico, silenzio, dolore, contrazioni nell'addome, un treno che fischia nella notte, paura e freddo.
Arrivano i due minuti scanditi dal Mister. Un segnale esterno, sovrasta gli innumerevoli segnali di pericolo interni, come un corno da guerra suonato da una collina.
I passi procedono in retromarcia, la mano accompagna la maniglia per chiudersi e finalmente si stacca, stavolta ci sono entrato, ma non è detto che la prossima volta ci debba ritornare, anzi, credo proprio che quella nota di emozione impressa seduto meditante sul vertice della roccia del torrente Santo Pietro, sarà un nuovo ground-zero da cui ripartire.