mercoledì 3 dicembre 2008

Un grido afono .

Apro il Portatile ed il Server di casa perché ho 5 minuti liberi e vorrei sistemare alcune fotografie. Nel curiosare tra le varie cartelle, ne trovo una con le foto del mio cellulare NEC e616. Rimango un po perplesso dato che sono foto che avevo in precedenza sistemato, ma non mi faccio prendere più del dovuto dal fastidio ed inizio a scorrerle.
Io che pesavo 78 Kg ( ora 96 Kg ), le partite a basket con Mario, il Ferragosto con gli amici al ristorante la Trota, il teatro al Tindari, l’Ottobrata, il compleanno del Nonno e tanti altri ricordi di un 2005 cronologicamente dietro l’angolo, ma difficile da mandare giù.
Poi la ricerca cade sulle foto di Antonella, ed una strana sensazione si fa strada in bocca. Non la capisco, cerco di rilassarmi e metto su Michael Nyman - The heart asks the pleasure first. Come un pianista che batte le corde del piano, alla stessa maniera le note battono le corde del mio animo. Inizio a piangere, senza freni, 1, 2, 3 lacrime e via dicendo. Le lacrime diventano pianto e la bocca si apre.
Le labbra si schiudono, vorrebbero gridare, ma non è un grido di rabbia o di odio, esce fuori un gemito di dolore interiore, vivo intenso, come se fossi andato a lacerare una vecchia ferita. La musica va avanti e guardo le altre foto, quelle dell’estate, quando andammo a mare e nuovamente dolore. Per la testa passano i volti di coloro che amai, ma gli occhi chiusi fino a quel momento e celati dalle mani, bagnati di lacrime e saliva, si aprono e tornano sulla foto di partenza.
Che Dio possa perdonare il male fattoci l’un - l’altro.

lunedì 1 dicembre 2008

Il discorso della torta .

La torta in questione.

C’è la torta ( ma potrebbe essere qualunque altro bene) ed intorno gli altri che la vogliono: Io, Te, Lui, Tu, Egli, Lei, Esso, Essa.

Se dovessi dire: La torta è TUTTA MIA! Di certo farei uno sgarbo a chi mi sta accanto. Viceversa se Egli ( o qualcun altro del gruppo ) dicesse la medesima frase, farebbe il medesimo sgarbo.
Se la torta l’ho preparata io e me la tengo tutta per me, non è che ci abbia concluso molto nella vita.
Se la torta l’ho fatta / trovata / procurata ( o quant’altro ) io, posso scegliere se condividerla o no con gli altri.
Una cosa è certa, se dovesse arrivare una seconda persona, che dovesse affermare che la MIA TORTA è sua, lì mi incazzo.
Nel condividere con gli altri, posso seguire varie strade. La prima via che mi viene in mente potrebbe essere la suddivisione della torta in parti tutte eguali, per cui avrò:


Ho ripartito la torta in parti uguali, senza scontentare tutti, dato che ad ogni persona possiamo dire di aver ripartito il bene in parti eguali e distribuito. Bella scoperta, magari abbiamo dato un pezzo di torta il doppio di quanto ne potrebbe mangiare Essa, mentre Egli con il pezzo equo neanche si sazia.
Un aggiustamento potrebbe essere che Essa dia ad Egli la parte in sovrappiù, fermo restando che Egli si farà carico di Essa in un altro momento.
Altre strade percorribili sono al momento in fase di percorrenza, suggerimenti e consigli sono bene accetti.