Penso a te.
Ho tra le mani il numero 1221 del 12 Agosto 2011 de "Il Venerdì di Repubblica", vi padroneggia la foto di una ventenne Brigitte Bardot in bikini.
Colpisce lo sguardo deciso di questa donna e le labbra semi-imbronciate a rimarcarne la carnosità e la voluttuarietà. Sarà la postura, lo sguardo o forse queste labbra, ma in mente mi vieni te, quando fingevi di arrabbiarti, quando stringevi gli occhi a fessura e mi guardavi tra il serio, lo sciocco ed il sensuale.
Mi ricordano di te le gambe di questa foto, per come sono messe, allargate, a sfida, con il bacino un po inclinato a voler rimarcare il cipiglio e la sensualità.
Mi ricorda di te la pancia, definita ma non squadrata, bella.
Mi ricorda di te questa foto il seno di Brigitte, non troppo grande, ma neanche assente, giusto, proporzionato alla tua persona.
Mi ricorda di te come porta il cappello, a mo di sfida per chi guarda, regalando un altro soffio di sensualità misto alla tua freschezza.
E mi ricorda quando tu mettevi il costume e ti vergognavi, ma per me eri bella.
E mi ricordo.. Forse questo ricordo del passato, tirato fuori casualmente dal congelatore del tempo andato si sta scongelando un po troppo. Le cose andate sono andate e non tornano più; resta, per chi lo vuole, ascoltare il rimorso per quello che sarebbe potuto essere se le cose fossero andate diversamente, proprio oggi che ti ri-vedo più bella e solare di prima. Ma dar retta alle cose passate non è che mi faccia viver meglio.
Un bacio sulle labbra e riporrò il tuo ricordo nuovamente nella barca di vimini bianchi. La spingerò dalla riva verso il centro del fiume del tempo. La saluterò e continuerà la sua corsa verso i ghiacci del passato, dove lì troverà il suo posto.
Addio, o forse arrivederci, o forse a mai più, se ancora ci penso ci resto male. .
Colpisce lo sguardo deciso di questa donna e le labbra semi-imbronciate a rimarcarne la carnosità e la voluttuarietà. Sarà la postura, lo sguardo o forse queste labbra, ma in mente mi vieni te, quando fingevi di arrabbiarti, quando stringevi gli occhi a fessura e mi guardavi tra il serio, lo sciocco ed il sensuale.
Mi ricordano di te le gambe di questa foto, per come sono messe, allargate, a sfida, con il bacino un po inclinato a voler rimarcare il cipiglio e la sensualità.
Mi ricorda di te la pancia, definita ma non squadrata, bella.
Mi ricorda di te questa foto il seno di Brigitte, non troppo grande, ma neanche assente, giusto, proporzionato alla tua persona.
Mi ricorda di te come porta il cappello, a mo di sfida per chi guarda, regalando un altro soffio di sensualità misto alla tua freschezza.
E mi ricorda quando tu mettevi il costume e ti vergognavi, ma per me eri bella.
E mi ricordo.. Forse questo ricordo del passato, tirato fuori casualmente dal congelatore del tempo andato si sta scongelando un po troppo. Le cose andate sono andate e non tornano più; resta, per chi lo vuole, ascoltare il rimorso per quello che sarebbe potuto essere se le cose fossero andate diversamente, proprio oggi che ti ri-vedo più bella e solare di prima. Ma dar retta alle cose passate non è che mi faccia viver meglio.
Un bacio sulle labbra e riporrò il tuo ricordo nuovamente nella barca di vimini bianchi. La spingerò dalla riva verso il centro del fiume del tempo. La saluterò e continuerà la sua corsa verso i ghiacci del passato, dove lì troverà il suo posto.
Addio, o forse arrivederci, o forse a mai più, se ancora ci penso ci resto male. .