mercoledì 12 marzo 2014

La morte non è niente.

Narcissus tazetta L. a Capo Milazzo .
Finalmente un balsamo lenitivo per un profondo lutto che mi ha segnato e provato. Si può uscire, si può continuare a vivere.

La morte non è niente.

Sono solamente passato dall'altra parte:
è come fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l'uno per l'altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere un'aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano
quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima:
pronuncialo senza la minima traccia d'ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
è la stessa di prima, c'è una continuità che non si spezza.
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall'altra parte, proprio dietro l'angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore,
ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami:
il tuo sorriso è la mia pace. " .

Henry Scott Holland

Quando finirà ?



Amelie Soundtrack - Yann Tiersen - Album completo

Avevo cercato di evitarla con Etta, che felicissima mi aveva dato il film ed Io non volli vederlo volontariamente. Lo evitavo come si evita un appestato . Sapevo che mi avrebbe toccato parti dolenti, sofferenti, maciullate, doloranti. Mi ritrovo a 1'300 Km lontano da casa, con Te che vuoi farmi vedere il Film. Mi domando “Perchè no?”, acconsento ed il film scorre sullo schermo.
Appollaiati come una coppia, ci stringiamo sul divano l'una acconto all'altra, il video inizia ed Io mi sento trascinato per quella mia parte dolente, sofferente, di eccessiva fantasia e sensibilità, come se mi avessero tirato fuori da una bara e mi avessero messo alla luce.
Mi sento catapultato dentro al film, assorbo fotogramma dopo fotogramma, fortunatamente la squadra rimozione entrerà in azione per rimuovere queste marchiature a fuoco della memoria. Guardo il film apprezzando le inquadrature, le luci, le ombre e la colonna sonora. Le note mi entrano nell'animo e lo solleticano, come vento caldo d'estate.
Capitolo, crollo, sono a pezzi, per le emozioni, per il film, per Te, per la situazione irreale che sto vivendo, perchè so che sto perdendoti, per il poco sonno notturno. Sprofondo in un sonno nero, torvo e senza sogni, come un pugno in faccia, crollo sul divano e dormo.
All'aumentare della musica in sottofondo mi desto, ho perso una parte del film, trovando il tuo volto contrariato a riprendermi nel dormire e non seguire il film. Sorpreso, evito di esser contrariato, condivido l'esser solito dormire di pomeriggio e che in questi giorni non ce n'è stato modo, aggiungendo un pizzico di ilarità ed allusività alle possibili cause. Cerco di sdrammatizzare e riderci su, ma noto che per te è un altro casus belli a cui appigliarti. Mi dico tra me e me “maledizione”.
Poi sono nuovamente preso dalla colonna sonora e la mente va ai momenti di quel pomeriggio diventato sera, con in sottofondo la colonna sonora che girava per ore.
Dove sei finita? Dove sono finito? Chi sei Te? Ma sopratutto, cosa ci faccio Io qua? E vorrei piangere, scappare, ma devo attendere altri giorni prima di potermi imbarcare e tornare a casa. Giorni che saranno uno stillicidio mortale, dove a poco a poco danzerai sempre più sola in un sabba per me mortale, mentre Io bruciai a poco a poco nell'altrui indifferenza.