mercoledì 26 ottobre 2011

Lutto.


Poco fa pensavo al possibile funerale di un mio familiare, alla faccia che avrei fatto: impassibile, per me era morto tempo fa.
Mi dico a che pro ri-piangere qualcuno, quando hai già pianto la morte di una persona? Se ne è andato quando ripetutamente gli chiesi aiuto, dal basso del mio esser ridotto in poltiglia per terra, mentre a suon di propaganda di fanfara dell'armata rossa mi passava di sopra, come un carro armato sovietico sopra ai militari tedeschi .



Fame.. .

Nera.
Aperto un nuovo angolo dell'isola ove raccogliere le sensazioni, le idee, i pensieri, le foto riguardanti questa sensazione.
La sensazione sarebbe spoglia se non vi fossero le emozioni che la accompagnano. Intanto mi è venuta una gran fame..

L'immagine appartiene al rispettivo proprietario.

lunedì 24 ottobre 2011

Un grande Dolore .

Ti può mangiare da dentro .

Leggendo "Il Venerdì di Repubblica" del 12 Agosto 2011, l'occhio mi è caduto sull'intervista al neo scrittore Alistair Morgan circa il suo primo romanzo intitolato "Nessun dorma" .
Un concetto presentato dall'autore mi ha colpito :

Il dolore può consumarci e portare ad occuparci solo di noi stessi. Di certo, aiuta a capire la nostra vera natura, e non è detto che sia una scoperta piacevole e rassicurante.

Tempo fa, prima di entrare e durante la terapia, mi accorsi ( anche dai Post scritti ) che ero pieno di dolore. Un dolore nero, becero, continuo, interno, costante, come se a poco a poco cominciasse a mordermi da dentro, consumarmi lentamente, come un tarlo o una malattia dentro ad un albero.
Il sorriso sul volto mi si spense, chi mi stava accanto attaccò una poesia sul sorriso nel punto della casa dove trascorrevo più tempo. La cosa mi fece incazzare in una maniera inaudita, spingendomi ad ignorarla, visto che il dolore mordente mi attanagliava e mordeva dentro. Mi chiusi a riccio sul dolore, per proteggermi e provare a mitigarlo.
Provai in molti modi a placare questa sensazione, ci volle tempo, denaro, pazienza, comprensione (pagata e cercata altrove), voglia di mettere nero su bianco cosa provavo e a poco a poco riuscii a metter fuori la testa da quella chiusura a riccio verso me stesso e verso il mio dolore.
Quello che scoprii ancora devo digerirlo e di certo non è stata unta trovata piacevole e rassicurante.
Più volte ho trattato nel blog l'argomento Dolore, a differenza dell'argomento Memoria non sono riuscito a raggrupparlo in un unico scaffale, non trovando un filo conduttore che leghi le numerose sfaccettature di questo stato. Parlare di dolore è come cercare di rimettere assieme uno ad uno i granelli di sabbia che compongono un essere umano e che il dolore stesso ha buttato giù da una carriola e li ha sparpagliati.