C’è Lavoro e Superlavoro. Il primo è quello dove fai quello che devi fare entro tempi di riuscita regolari, che rimane sul posto di lavoro, a cui pensi solo quando varchi la soglia del posto, che fai senza snervarti, senza stressarti, che realizzi con calma, con precisione ma senza pignoleria, dove ci sono gli altri, c’è caldo, c’è vita, c’è casino e non sei solo.
Il super lavoro… è altro. È dove rimani solo a fare le cose, dove c’è freddo, c’è silenzio, le cose non finiscono mai, non raggiungi l’obiettivo, non ti dai un limite, pretendi da te stesso molto di più di quanto tolleri, dove ti senti svuotato e più lavori ti svuoti. Questo fa un male cane.. L’ho provato il Mercoledì sera, orribile sensazione, da evitare.
Comunque mi rendo conto che anche sul blog me ne vado in iperlavoro, come se dovessi superare sempre i miei limiti, dovrei lottare con montagne immense, scalare vette irraggiungibili, saltare burroni profondi, attraversare deserti inospitali.. Ma a me chi cazzo me la fa fare? Ma sono rincoglionito? Ma va, va!
Ho trovato su internet un post, interessante sul Karoshi, fenomeno Giapponese del superlavoro che porta a morte. Buona lettura!
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