lunedì 6 luglio 2009

Tetris


Quello del Game Boy .

Avevo circa 10 anni quando comprai il mio primo “computer”, meglio chiamarla console, detta “Game Boy”, quello marchiato MATTEL . Caricai la prima cartuccia allegata e partì il videogioco Tetris.
Ero e tutt'ora sono molto legato al gioco, perché mentre ci giocavo andavo a ruota libera con i pensieri e ti permetteva/permette di incastrare quello che hai, nel modo che preferisci in modo da andare avanti.
Ore ed ore spese sul gioco per trovare nuove combinazioni dei pezzi, che sembravano/ sembrano non finire mai. Ogni partita era una storia a se stante, dove mai nessuna era una uguale all'altra. C'erano partite simili tra loro, ma mai uguali.
Il gioco ti permetteva di esplorare e trovare combinazioni, cercare di risolvere gli accumuli di pezzi non disintegrati che ostruivano il passaggio dei nuovi, aspettare il pezzo “più lungo possibile” per fare Tetris e poter andare avanti.
Mosse, cambi di direzione, incastri possibili premendo il cursore di movimento laterale fino a quasi spaccare il tastierino, tutto perché credevo di riuscire a sistemare ogni cosa ed andare avanti.
Come credevo di riuscire a sistemare i problemi in casa e poter trovare la strada libera, però i fatti mi hanno dato torto, dato che ho perso molto tempo appresso a persone che alla fin fine se ne fottevano di quello che dicevo o facevo, si prendevano il risultato ( macerie sgombre ) e ti dicevano: hai fatto il tuo dovere, mentre io aspettavo a vuoto il pezzo “più lungo possibile” per fare Tetris ed andare avanti. Ma il tempo passava, il pezzo non arrivava, Tetris non si faceva ed ho imparato che è meglio sgomberare le macerie dalla propria vita, piuttosto che da quella delle persone che ti stanno vicine.
Che stronzate, potevo impegnare il tempo ad incastrare le cose per me.

Sii prudente dalle deduzioni tratte da ciò che leggi: ciò che pensi potrebbe non essere ciò che chi ha scritto ha inteso.

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