venerdì 25 giugno 2010

Nonna .

La nonna (1889) GIORGIO KIENERK .
  Il dito premeva quel campanello sul muro grigio, c'era la paura di prendere la scossa, perché non sapevi se il nonno l'aveva riparato. Lo scatto della serratura era il preludio all'apertura del pesante portone di legno, che rientrava sotto la spinta della mano paterna.
La corsa per la corte fino alle scale di pietra umida, mentre la manina afferrava e scorreva sul legno del passamano, mentre le corse per le due rampe di scale provavano il tuo fiato.
Sul ballatoio ti salutava il pendolo con il suo costante ticchettio, mentre tutto contento saltellavi per le mattonelle di terracotta del salone compiacendoti di far tremare i vetri delle finestre al tuo passaggio. Camminavi fino in fondo alla stanza ed allungavi la manina per girare il pomello in ottone della gialla porta lignea.
Entravi nella stanza e gridavi: Nonna! Nonna! Nonna ed una voce fievole dal fondo della stanza ti chiamava: Fabio. E tu correvi ad abbracciarla e baciarla in quella stanza che profumava di lavanda e saponetta, nel chiaroscuro della stanza la gioia del rivedersi era coperta ad occhi indiscreti dalla tenda fatta dalle sue piccole, nervose e tremolanti mani di lei.

L'immagine appartiene al rispettivo proprietario.

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