Palermo, Addaura: Buttare.
Da un po di tempo mi sento la testa un po costipata: troppe cose da ricordare, principalmente persone, fatti ed emozioni. Di certo avere una rubrica telefonica intasata da quasi 300 contatti che uso raramente o quasi mai, non aiuta a dimenticare, anzi, quando l'occhio cade sull'immagine di una persona, si attiva il meccanismo del ricordo non sempre pieno di cose buone.
Ricordare ciclicamente le cose non è che aiuti molto, c'è bisogno di metterle da parte, di buttarle. Una volta buttavo forzatamente le cose in discarica, cioè mi imponevo di dimenticarle. Ad un certo punto mi sono ritrovato con la testa così satura di ricordi buttati alla rinfusa in discarica che la testa mi esplodeva.
A mie spese capii che le cose per esser dimenticate hanno bisogno di un processo attivo, partecipato, selezionato. Un foglio elettronico dove mettere a dormire i contatti in surplus della rubrica, un blog a cui affidare l'onere di tenere a mente le date calde, uno scanner che inizia a macinare fogli su fogli di pezzi di carta che non mi voglio più trovare tra i piedi ma che ho voglia di buttare e custodire solo in formato digitale e lì lasciarle.
Una volta preso dalla foga mi misi a cancellare le foto di una persona cara, ancora oggi mi mordo le mani per averle eliminate definitivamente, quanto mi mancano. Praticamente mi sono scavato con le mie mani un buco nero di memoria, dove prima c'erano delle foto, oggi non c'è più nulla. Peccato, fa ancora male.
Ricordare ciclicamente le cose non è che aiuti molto, c'è bisogno di metterle da parte, di buttarle. Una volta buttavo forzatamente le cose in discarica, cioè mi imponevo di dimenticarle. Ad un certo punto mi sono ritrovato con la testa così satura di ricordi buttati alla rinfusa in discarica che la testa mi esplodeva.
A mie spese capii che le cose per esser dimenticate hanno bisogno di un processo attivo, partecipato, selezionato. Un foglio elettronico dove mettere a dormire i contatti in surplus della rubrica, un blog a cui affidare l'onere di tenere a mente le date calde, uno scanner che inizia a macinare fogli su fogli di pezzi di carta che non mi voglio più trovare tra i piedi ma che ho voglia di buttare e custodire solo in formato digitale e lì lasciarle.
Una volta preso dalla foga mi misi a cancellare le foto di una persona cara, ancora oggi mi mordo le mani per averle eliminate definitivamente, quanto mi mancano. Praticamente mi sono scavato con le mie mani un buco nero di memoria, dove prima c'erano delle foto, oggi non c'è più nulla. Peccato, fa ancora male.
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