La Memoria permette di immagazzinare elementi vari quali immagini, suoni, filmati, parole, simboli, situazioni, luoghi, date ed emozioni, sotto la voce "Ricordi".
Immaginiamo di poter convertire i ricordi in segni, righe, lettere e simboli tracciati sulla sabbia. Immaginiamo che nel tracciare gli elementi sulla sabbia andiamo in contro ad un meccanismo attivo, ovvero l'impugnare un bastoncino e disegnare le linee sulla sabbia della memoria.
Nel momento in cui si finisce di tracciare il segno, su di esso inizia il meccanismo del dimenticare ad opera dell'acqua che scorre come il tempo.
Sopraggiunge l'acqua che con costanza rimuove ciò che è stato segnato, toglie e lava via i granuli per riportare la situazione alle condizioni di prima: è il meccanismo del dimenticare.
I granuli ordinati in un particolare modo, disposti ad assumere una conformazione con significato, sopraggiungendo l'acqua perdono la loro disposizione, vengono allontanati, assumendo una conformazione simile all'iniziale. Simile, ma non uguale, perché i granuli assumono si dispongono a superficie piana, non ma non proprio, ancora qualcosa si intravede: tracce di segni.
Sembrerebbe quasi che la normalità fosse il dimenticare, il rimuovere, il togliere, il lavare, l'allontanare via, il liberare e non il ricordare. Perché quindi non focalizzarsi sul meccanismo del dimenticare piuttosto che del ricordare? Dato che il primo è un processo spontaneo a cui andiamo in contro subito dopo? E non tanto il ricordare?
Immaginiamo di poter convertire i ricordi in segni, righe, lettere e simboli tracciati sulla sabbia. Immaginiamo che nel tracciare gli elementi sulla sabbia andiamo in contro ad un meccanismo attivo, ovvero l'impugnare un bastoncino e disegnare le linee sulla sabbia della memoria.
Nel momento in cui si finisce di tracciare il segno, su di esso inizia il meccanismo del dimenticare ad opera dell'acqua che scorre come il tempo.
Sopraggiunge l'acqua che con costanza rimuove ciò che è stato segnato, toglie e lava via i granuli per riportare la situazione alle condizioni di prima: è il meccanismo del dimenticare.
I granuli ordinati in un particolare modo, disposti ad assumere una conformazione con significato, sopraggiungendo l'acqua perdono la loro disposizione, vengono allontanati, assumendo una conformazione simile all'iniziale. Simile, ma non uguale, perché i granuli assumono si dispongono a superficie piana, non ma non proprio, ancora qualcosa si intravede: tracce di segni.
Sembrerebbe quasi che la normalità fosse il dimenticare, il rimuovere, il togliere, il lavare, l'allontanare via, il liberare e non il ricordare. Perché quindi non focalizzarsi sul meccanismo del dimenticare piuttosto che del ricordare? Dato che il primo è un processo spontaneo a cui andiamo in contro subito dopo? E non tanto il ricordare?
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