giovedì 18 agosto 2011

Spesa .

Il carrello è vuoto .

In un bilancio ci sono le entrate (poche) e le uscite (molte), oltre a strumenti finanziari di custodia del denaro per il riconoscimento di interessi (bassi). La crisi si sente anche nell'Isola di Melee e da qualche parte si devono pur prendere provvedimenti.
Il campo lavorativo continua, anche se non è il massimo un lavoro atipico; gli strumenti finanziari sono sempre gli stessi (poche le new entry nel mercato del risparmio italiano), per forza di cose si deve incidere sulle uscite, alias spese varie.
Il primo passo fatto è stato vagliare attentamente le voci di spesa, collegandole ai vari fornitori presso cui mi rivolgo, senza scordare o tralasciare i luoghi di produzione.
Seguendo le voci di spesa ed i fornitori, sono alla ricerca del venditore che mi permette l'acquisto più conveniente, ma anche qua c'è da allungare i tempi di acquisto, prendere i beni in mano, studiarseli, compararli, ridurli ad unità primari di comparazione (prezzo a 1 kg o 1 L ), la memoria, un colpo di cellulare per sembrare di scrivere un SMS quando invece si prova a ricordarsi il prezzo, un taccuino e penna nella tasca. Ben agguerrito e ben organizzato per cercare di non farsi fregare più del dovuto.
Il passo successivo è stato cercare di capire i luoghi di produzione, lì ho avuto un paio di simpatiche ed interessanti scoperte produttive. Oltre a farmi una piccola cultura su multinazionali, differenze tra supermarket/ipermarket, localizzazione di medesimi prodotti presso più fornitori, la ricerca di volantini per le offerte, mi sono incuriosito sui luoghi di produzione dei beni.
Non sempre chi produce è chi distribuisce, oltre che chi distribuisce non sempre produce in Italia. Concetti scontati, forse ovvi, ma che se cercati sulle etichette dei prodotti, magicamente essi perdono il loro vistoso colore, sbiadiscono la loro presunta bontà rivelando una strana storia con uno strano percorso.
Ho scoperto di succhi di frutta che per abbattere i costi sono pieni di dolcificanti/edulcoranti, che la Palmera è diventata una sottomarca della Rio Mare, che Coop e Sigma si fanno produrre le marmellate dalla medesima fabbrica, oltre che entrambe si rivolgono alla Sterilgarda per la produzione del latte UHT da loro distribuito con il brand Coop o Sigma. Tanti piccoli particolari che se tenuti conto, ti portano a comprare i prodotti con una maggiore criticità: non sempre la marmellata a minor prezzo è quella con maggior contenuto di frutta o quella che costa di più è la più buona. I prodotti di marca nel controllare i luoghi di produzione danno interessanti sorprese, ed un'analisi del gusto di ciò che si compra (magari un succo di frutta) per ricercarvi i dolcificanti che abbassano l'uso di zuccheri e frutta (leggi risparmio), ma che ti lasciano un retrogusto di amaro in bocca che può dar fastidio.
La prossima esperienza da fare per contenere la spesa sarà l'acquisto di ricariche di lamette on-line, dato che fornitori locali oltre ad una determinata soglia non si può scendere nell'acquisto del bene. Sembra che si muovano bene in tal senso i tedeschi e gli inglesi a vendere su eBayo o comunque si sia disposti ad investire una certa cifra per acquistare maggiori prodotti e scampare un prezzo più basso.
Vediamo.

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