C'era una volta l'Italia divisa in due grandi gruppi: quelli che lavoravano e quelli che avevano dei privilegi. L'Italia che lavorava, indipendentemente dal titolo, produceva ed aveva. L'Italia dei privilegi sapeva che con un titolo, uno qualunque anche di "Presidente dell'associazione Amici delle bocce" (nulla togliere alle bocce) poteva andare dai lavoranti e farsi garantire/mantenere i privilegi .
Fatta l'Unità, passato il Fascismo e finita la Guerra, per l'Italia lavorante e senza titoli si aprì una congiuntura socio/economica per cui si poteva far studiare i figli fino all'università, far acquisire un titolo e sperare che almeno loro avessero potuto continuare la tradizione familiare del lavorare.
I figli di questa generazione "semplice", che sperava in un futuro migliore per i pargoli, riuscì grazie alla congiuntura a laurearsi e ad assumere un titolo.
I più fortunati videro i figli con un titolo e continuare la tradizione del lavorare.
I fortunati videro i figli raggiungere un titolo, ma morirono prima di vederli continuare la tradizione del lavorare .
I meno fortunati videro i figli raggiungere un titolo, ma capirono che non avrebbero continuato la tradizione familiare del lavorare, dato che una volta raggiunto l'obiettivo capirono che lo stesso permetteva di andare dagli altri e farsi mantenere i privilegi.
Gli Sfortunati videro i figli raggiungere un titolo, ma non capirono che i figli non volevano continuare la tradizione del lavorare, perché farsi mantenere ed avere dei privilegi era molto più facile che rimboccarsi le maniche e lavorare.
I figli degli Sfortunati via – via hanno prodotto un ceto "dirigente" italiano vorace e affamato, a fronte di una Italia lavorante sempre più esigua, stanca ed invecchiata. Ceto che vedendosi crescere i titoli, aumentava la propria voracità e motivazione che lo spingeva a sfamarsi con l'altra parte del paese.
Con il passare del tempo il paese Italia è cambiato, depauperato, stretto tra la speculazione, l'ingessamento e l'incapacità di rinnovarsi. Invece di espandersi, ha preferito mantenere ad oltranza lo status quò, finché ha potuto. Ciecamente ha mantenuto tutto ingessato, ma solo fino a quando ha potuto. Ma intraprendere la strada del mantenere lo status quò vuol dire non crescere, ovvero l'anticamera della crisi di cui oggi noi nuove generazione paghiamo lo scotto.
Sul gruppo della generazione degli stupidi che si ostinavano a far studiare i figli per forza ne parlerò in un altro post.
Fatta l'Unità, passato il Fascismo e finita la Guerra, per l'Italia lavorante e senza titoli si aprì una congiuntura socio/economica per cui si poteva far studiare i figli fino all'università, far acquisire un titolo e sperare che almeno loro avessero potuto continuare la tradizione familiare del lavorare.
I figli di questa generazione "semplice", che sperava in un futuro migliore per i pargoli, riuscì grazie alla congiuntura a laurearsi e ad assumere un titolo.
I più fortunati videro i figli con un titolo e continuare la tradizione del lavorare.
I fortunati videro i figli raggiungere un titolo, ma morirono prima di vederli continuare la tradizione del lavorare .
I meno fortunati videro i figli raggiungere un titolo, ma capirono che non avrebbero continuato la tradizione familiare del lavorare, dato che una volta raggiunto l'obiettivo capirono che lo stesso permetteva di andare dagli altri e farsi mantenere i privilegi.
Gli Sfortunati videro i figli raggiungere un titolo, ma non capirono che i figli non volevano continuare la tradizione del lavorare, perché farsi mantenere ed avere dei privilegi era molto più facile che rimboccarsi le maniche e lavorare.
I figli degli Sfortunati via – via hanno prodotto un ceto "dirigente" italiano vorace e affamato, a fronte di una Italia lavorante sempre più esigua, stanca ed invecchiata. Ceto che vedendosi crescere i titoli, aumentava la propria voracità e motivazione che lo spingeva a sfamarsi con l'altra parte del paese.
Con il passare del tempo il paese Italia è cambiato, depauperato, stretto tra la speculazione, l'ingessamento e l'incapacità di rinnovarsi. Invece di espandersi, ha preferito mantenere ad oltranza lo status quò, finché ha potuto. Ciecamente ha mantenuto tutto ingessato, ma solo fino a quando ha potuto. Ma intraprendere la strada del mantenere lo status quò vuol dire non crescere, ovvero l'anticamera della crisi di cui oggi noi nuove generazione paghiamo lo scotto.
Sul gruppo della generazione degli stupidi che si ostinavano a far studiare i figli per forza ne parlerò in un altro post.
AVE ATQUE VALE e che Dio ci aiuti in questa crisi strutturale.
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