Invecchiate da oltre 15 anni. |
Un giorno difficile, mentre fuori impazzisce l'estate, bussa alla porta una viandante, è subito intesa. E' estate, c'è bisogno di dimenticare, di vivere, di far festa. Risate, bei pensieri, vita che scorre, felicità, voglia di fare, costruire, esserci e noi. Il contadino sente che è giunto il momento per stappare quelle bottiglie messe a riposo per tanti anni. Saprà che avranno un sapore genuino. Va nel profondo della cantina, prende le ultime bottiglie e stappatele, le offre al conviviale.
Chi è dall'altra parte, buona bevitrice, capisce la qualità del vino, invecchiato sapientemente ma nonostante tutto ancora vivace e forte. Ha bevuto troppo in questi ultimi anni e vino di pessima qualità, avvelenato e fatto non per forza con l'uva. Assapora dal bicchiere e presa dall'estasi si tracanna la prima bottiglia, la seconda, la terza e così via. Se ne riempie la pancia fino a colmare le fratture che porta appresso e sentirsi finalmente piena come non mai prima d'ora. Si rifocilla, ricompone e poi se ne va via, scomparendo a poco a poco.
Le bottiglie sono finite ed ora la cantina è vuota, capita, ma vendemmierò nuovamente ed altre e più buone bottiglie la riempiranno.
Un grazie a Catia, per avermi insegnato ad assaporare il vino.
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