martedì 28 gennaio 2014

Una pinta ...

Di bolle ...
E' sera, quasi notte. L'altrui silenzio mi fa impazzire, sento scavare dall'altra parte  un profondo fossato per tendermi un agguato. Decido di far sortita, travestitomi di vesti non mie, mi aggiro per la piazza e scatto foto sui muri delle altrui dimore .
Ciò che ne esce non è piacevole, anzi, è un pugno allo stomaco, forte, secco e ben assestato. Dolore da animale ferito si sguinzaglia dal ventre, come nero inchiostro sgorga a fiotti avvelenandomi l'animo. Dolore e rabbia si stringono la mano, soffocando in uno strangolamento simmetrico quel poco che resta di rispetto altrui. Una frenesia nel raccoglier pezzi si scatena.
Una cronistoria lunga quasi un anno e se non di più, con tanti momenti passati assieme, foto di Lui che abbracciava Lei, Lei che metteva la mano sulla coscia di Lui,  cuoricini postati sull'altrui bacheca e tag vari su altrettante fotografie. Stasera quello che mi sono andato a ricordare, tanto per farmi incazzare quel poco che mi serve per farmi contorcere le viscere è la poesia dedicata davanti ad una pinta, non di birra.
Quelle braccia ora fanno gesti, suggerendo idee e pensieri: non solo fumo gli passava, pure denaro. Visto che la situazione è difficile, le due braccia mimano una scenetta da teatro dei burattini: forse sarà tornata tra le sue braccia. O in quelle di chissà chi altro?
I miei calci nei coglioni me li sono presi abbondantemente per questa sera.

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