giovedì 12 ottobre 2017

Bentornata

Taglia 54 .
Era da un po di tempo nell'aria, il peso era stato lasciato per strada ed i risultati confermati, o meglio stabilizzati.
Ho un appuntamento con una ragazza a Messina, due chiacchiere non fanno male e conoscere persone nuove aiuta a dimenticare le vecchie. L'armadio però è pieno di roba, non tutta indossabile specialmente al primo incontro.
Prendo il primo pantalone ma non calza bene, prendo un secondo capo di abbigliamento e non mi convince molto. Il tempo stringe e devo far strada, abbino una camicia di riserva sostituendo l'azzurra macchiata. Non è il massimo come volevo ma va bene, un sospetto di profumo mi accompagna nella partenza.
Incontro quasi claustrofobico, possibilità di inserirsi nel discorso poche; lei va a mano libero. Però mentre camminiamo mi sento osservato ed osservo. La sensazione di destare interesse mi gratifica ma un po mi sento inappropriato in quei vestiti così larghi ed inadatti.
Finita la chiacchierata ed arrivati i momenti dei saluti, sento il bisogno di comprar qualcosa per Me. Sarà l’incontro non andato bene, ma sento svegliarsi dentro un bisogno: darmi una sistemata, non tanto per gli altri, quanto per Me stesso.
Era nell'aria da un po, ma proprio quella sera, superato il nubifragio in autostrada, mi fermo alla Benetton. Un occhio cade sulla mia sagoma allo specchio, mi vedo deformato dai pantaloni, guardo le taglie e mi domando “Taglia 54? Perchè no..” . È un azzardo, voglio provare.
Entra il piede e lì è normale. Scivola il polpaccio e non ho la sensazione di “stretto”. Arrivo a sollevarlo alle tante temute cosce e la sensazione è di vestibilità a guanto. Chiudo il bottone con semplicità e lasciata andare la pancia sento contenerla, non stringerla.
È fatta, un pantalone taglia 54 nuovamente per Me. Fatta cassa e notata la cassiera niente male, prendo la via dell’auto per tornare a casa.

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