Oggi ci sono stati i funerali della mamma di un mio vecchio compagno di scuola elementare: Concetta Foti. All’età di 60 anni una neoplasia ematica se l’è portata via dopo un lungo periodo di ospedali, trasfusioni di sangue, piastrine ed una ultima spiaggia di trapianto autologo dal figlio minore. Il risultato è che Sabato sera è spirata al reparto di ematologia a Reggio Calabria, nel nervo sciatico del donatore si conficcato un frammento osseo causandogli fortissimi dolori, una famiglia è stata distrutta e l’ennesima morte per neoplasia si aggiunge ai tanti defunti del Capo di Milazzo.
Era una donna dal cuore grande, insieme alla mia nonna materna e mia madre, per me era e resterà sempre un esempio di emancipazione femminile. Una emancipazione di fatti, di silenziose lotte concrete, di parole spese sui traguardi piuttosto che sul “pelo”, dai discorsi chiari e lineari. Una donna fantastica.
Ricordo la sua perenne sigaretta accesa, quante ne fumava, ma la cosa che la contraddistingueva era che non puzzava mai di fumo.
In un Capo di Milazzo dei ruggenti anni 80, dove giocavi con Maurizio ( il figlio / compagno di classe) al Vic – 20 ma rischiavi di rimanere senza acqua corrente, mi insegnò a lavarmi nella bacinella con poca acqua. Mi disse con una dolcezza ed una fermezza che ancora a quasi venti anni di distanza sento dentro:
– Quella è l’acqua con cui ti laverai, se te ne serve dell’altra serviti pure, ma sappi che ci dobbiamo lavare ancora tutti quanti.
Una donna forte e sempre fiera, non ci pensava due volte a sgridarti per metterti sulla strada, ma aveva la dolcezza di saperti prendere per il verso giusto e rabbonirti.
Nella mia fantasia immagino che il mar Tirreno l’abbia raccolta da Reggio e portata via con se, in un posto dove finalmente smetterà di soffrire, lontana e protetta dagli agenti cancerogeni, dove possa riposare in pace, con il suo bel sorriso che le illuminava la faccia e il viso sempre fiero.
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