Quando una persona ti si avvicina e ti dice se potete parlare, tu ti sentiresti lusingato. Peccato che la discussione su problemi pratici si snocciola per slogan da manifesti del PCI, del tipo:
ü È la strada giusta?
ü A che punto siamo?
ü Produrre! Produrre! Produrre!
ü Cresciamo!
ü Laureiamoci!
ü Siamo in ritardo!
ü Raggiungiamo gli obiettivi!
ü Etc. etc. etc.
Ma io dico, ma che cazzo di frasi sono? Mi hanno scambiato per l’uomo nuovo prodotto dalla rivoluzione socialista sovietica? Non mi pare che stò uomo nuovo sia durato molto, mi pare che certi modi di pensare erano belli e morti nel 1991 con la caduta del muro di Berlino.
La cosa che mi manda in bestia è che non ci si può presentare con la facciata di voler parlare, ragionare e discutere, per poi ridurre la discussione ad uno scontro di idee, dove le due parti una nega l’altra.
Di queste stronzate di dialogo, ne ho le palle piene, dalla mattina alla sera con gli altri. Tra me e me è già difficile negoziare con me stesso. Se poi mi ci si presenta con frasi da slogan, vado di bestia.
Se mi nascessero dei figli e mi parlano per slogan da PCI, li strangolo tutti e due. L’ideale ha avuto una sua forza, ha dato un grosso contributo, ma nel quotidiano l’idealismo ha rotto solo i coglioni.
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