Lo stato Italiano potrebbe essere paragonato strutturalmente ad una casa, dove ogni cosa ha la sua funzione ed è necessaria. Se le varie parti della casa non vengono riparate o meglio ancora sostituite nel momento del danneggiamento, si avvia la strada del decadimento della struttura.
Con questo paragone voglio dire che se in un paese che non è cresciuto, dove i posti di lavoro sono sempre gli stessi di 20 anni fa, aumentati non per una crescita strutturale con nuove opportunità lavorative, ma con una scelta politica di dividere il lavoro esistente in 2 parti o peggio ancora in tante piccole parti, con contratti a termine e precariato lavorativo, da una parte abbiamo aumentato l’occupazione sulla carta, dall’altra abbiamo dato un colpo alla struttura dello stato italiano, fondato sul lavoro.
Aggiungo un’altra considerazione, se i ragazzi di oggi, futuri cittadini dello stato italiano di domani, sono formati da una classe docente: vecchia, non aggiornata, confusa dalle continue riforme scolastiche e circolari di governo, demotivata, malata e non rappresentata. Cosa credete che esca fuori da quegli istituti scolastici? Cittadini ? Nooo, gente incazzata che non vuole imparare nulla, demotivata e soprattutto ignoranti.
La lista potrebbe continuare con altri pezzi del nostro paese che se ne vanno, peggiorando la situazione, alterandola e rischiandola di comprometterla. Cosa possiamo fare? Singolarmente tanto, anzi tantissimo, perché poi noi singoli individui siamo i mattoni dello stato italiano e se non c’è il cemento dei servizi dello stato, facciamo già un primo passo pagando tutti le tasse, poi il resto vien da se…
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