L'immagine rappresenta la moneta da 1 €, unità elementare per gli scambi economici, dotata di un potere di acquisto. Fino a qua prendo in considerazione il concetto prettamente economico dello strumento, ma se mi fermassi un attimo a pensare e lo guardassi con occhi sociali, la moneta acquista dei valori in più .
E' una unità elementare che può essere investita in ambito sociale, sanitario, civile, prevenzione ed in tutti quei contesti dove si possano comprare servizi che a loro volta abbiano degli effetti a breve, medio e lungo termine su gli utenti oggetto dei servizi.
In pratica 1 moneta può essere benissimo una unità elementare di investimento sociale, dove la decisione porta la moneta in oggetto verso un mercato piuttosto che un altro, di conseguenza determinando una influenza su chi vende, su chi acquista e su chi riceve l'acquistato. Il denaro quindi si arricchisce di una componente sociale, diventando strumento di scelta politica ( stiamo alla larga dai discorsi estremi o estremizzati ).
Se decidessi di investire 1 € nell'acquisto di un'auto a basso impatto ecologico piuttosto che una ad olio combustibile, farei una scelta economica di investimento in ambito ecologico, cioè politica ecologista.
Se decidessi di investire 1 € nella formazione giovanile, farei una scelta politica di investimento in ambito culturale ottenendo a medio – lungo termine un effetto di elevazione culturale sulla popolazione interessata.
Se decidessi di investire 1 € per rinnovare il vestiario delle forze dell'ordine, farei una scelta politica in ambito di sicurezza.
Se decidessi di investire 1 € per comprare una barretta di cioccolata in un negozio equo e solidale, piuttosto che un prodotto di multinazionale, non solo faccio una scelta di politica sanitaria ( l'alimentazione ), ma anche una scelta politica in ambito etico dove decido di supportare forme di produzione eque.
In definitiva voglio dire che “1€” diventa una unità di scelte politiche, in particolare si apre la strada del controllo collettivo dei processi sociali, dove si può far far prevalere l'interesse e il bene comune sugli interessi privati che in questi ultimi tempi ci hanno condotto ad una situazione sociale, economica, lavorativa ed ambientale tutt'altro che rosea.
Questa non vuol essere un esplicita dichiarazione di abolizione totale o parziale della proprietà privata dei mezzi di produzione, ma semplicemente una finestra per introdurre nei mezzi e modi di produzione l'interesse collettivo come valore aggiunto e da rispettare, fermo restando l'interesse personale al profitto. Senza scordare che il profitto di per se stesso non è un male da condannare, ma un elemento utile per nuovi investimenti in ambito sociale. Signori sto semplicemente delineando in neo – socialismo del terzo millennio, dove l'interesse collettivo è un bene da rispettare ed il profitto un traguardo da raggiungere per ottenere strumenti di politica sociale.
E' una unità elementare che può essere investita in ambito sociale, sanitario, civile, prevenzione ed in tutti quei contesti dove si possano comprare servizi che a loro volta abbiano degli effetti a breve, medio e lungo termine su gli utenti oggetto dei servizi.
In pratica 1 moneta può essere benissimo una unità elementare di investimento sociale, dove la decisione porta la moneta in oggetto verso un mercato piuttosto che un altro, di conseguenza determinando una influenza su chi vende, su chi acquista e su chi riceve l'acquistato. Il denaro quindi si arricchisce di una componente sociale, diventando strumento di scelta politica ( stiamo alla larga dai discorsi estremi o estremizzati ).
Se decidessi di investire 1 € nell'acquisto di un'auto a basso impatto ecologico piuttosto che una ad olio combustibile, farei una scelta economica di investimento in ambito ecologico, cioè politica ecologista.
Se decidessi di investire 1 € nella formazione giovanile, farei una scelta politica di investimento in ambito culturale ottenendo a medio – lungo termine un effetto di elevazione culturale sulla popolazione interessata.
Se decidessi di investire 1 € per rinnovare il vestiario delle forze dell'ordine, farei una scelta politica in ambito di sicurezza.
Se decidessi di investire 1 € per comprare una barretta di cioccolata in un negozio equo e solidale, piuttosto che un prodotto di multinazionale, non solo faccio una scelta di politica sanitaria ( l'alimentazione ), ma anche una scelta politica in ambito etico dove decido di supportare forme di produzione eque.
In definitiva voglio dire che “1€” diventa una unità di scelte politiche, in particolare si apre la strada del controllo collettivo dei processi sociali, dove si può far far prevalere l'interesse e il bene comune sugli interessi privati che in questi ultimi tempi ci hanno condotto ad una situazione sociale, economica, lavorativa ed ambientale tutt'altro che rosea.
Questa non vuol essere un esplicita dichiarazione di abolizione totale o parziale della proprietà privata dei mezzi di produzione, ma semplicemente una finestra per introdurre nei mezzi e modi di produzione l'interesse collettivo come valore aggiunto e da rispettare, fermo restando l'interesse personale al profitto. Senza scordare che il profitto di per se stesso non è un male da condannare, ma un elemento utile per nuovi investimenti in ambito sociale. Signori sto semplicemente delineando in neo – socialismo del terzo millennio, dove l'interesse collettivo è un bene da rispettare ed il profitto un traguardo da raggiungere per ottenere strumenti di politica sociale.
L'immagine appartiene al rispettivo proprietario .
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