Di merda da mangiare .
Gli interpreti di questa scena tratta da “L'allenatore nel pallone”, sono il noto Lino Banfi nella parte dell'allenatore Canà ed il benemerito Camillo Milli nel ruolo del Presidente della Longobarda.
Le battute sono poche ma la bravura degli attori, di un Camillo Milli che prepara la situazione e di un superbo Lino Banfi che la porta a conclusione con un volto raffigurante una maschera drammatica in perfetto stile del Dramma Greco, si gioca su poche battute:
Questo glielo darò domenica sera, dopo la partita.
Silenzio di Canà. Riprende il Presidente:
Canà? La vedo strano. Come si sente?
Canà digrigna i denti e fa scorrere un paio di secondi dove la vicenda dolorosa e la problematica dell'esistenza sono rappresentate e racchiuse nella drammaticità del suo volto che assume le sembianze di maschera da attore greco antico:
Come uno che ha mangiato una tonnellata e mezza di merda. Pesante da digerire sa.
Con questo spezzone di video si apre un nuovo scaffale nell'isola di Melee, dove si trovano le Tonnellate e mezza di merda mangiate, può capitare di mangiare e forse mangerò nella vita.
Dall'ambiente familiare, associativo, universitario, lavorativo, di amicizie, di conoscenze, di piazza, di incontri, di discussioni, dove in quel momento all'interno della bocca si materializza un gusto a dir poco vomitevole. La lingua si gonfia dentro la bocca, si incolla al palato, sembra che hai metallo, dietro un retrogusto di amaro si fa via – via strada sul dorso delle papille. Vorresti sputarlo o mettere qualcosa di vivo, anche acqua andrebbe bene, la saliva si addensa diventando bava, le labbra si chiudono e non riesci neanche a parlare.
Oggi se sento la situazione in questione presentarsi, almeno posso dire pensando a Lino Banfi:
Mi sento come uno che gli si dice di mangiare una tonnellata e mezza di merda. Pesante da digerire.
Capita..
Le battute sono poche ma la bravura degli attori, di un Camillo Milli che prepara la situazione e di un superbo Lino Banfi che la porta a conclusione con un volto raffigurante una maschera drammatica in perfetto stile del Dramma Greco, si gioca su poche battute:
Questo glielo darò domenica sera, dopo la partita.
Silenzio di Canà. Riprende il Presidente:
Canà? La vedo strano. Come si sente?
Canà digrigna i denti e fa scorrere un paio di secondi dove la vicenda dolorosa e la problematica dell'esistenza sono rappresentate e racchiuse nella drammaticità del suo volto che assume le sembianze di maschera da attore greco antico:
Come uno che ha mangiato una tonnellata e mezza di merda. Pesante da digerire sa.
Con questo spezzone di video si apre un nuovo scaffale nell'isola di Melee, dove si trovano le Tonnellate e mezza di merda mangiate, può capitare di mangiare e forse mangerò nella vita.
Dall'ambiente familiare, associativo, universitario, lavorativo, di amicizie, di conoscenze, di piazza, di incontri, di discussioni, dove in quel momento all'interno della bocca si materializza un gusto a dir poco vomitevole. La lingua si gonfia dentro la bocca, si incolla al palato, sembra che hai metallo, dietro un retrogusto di amaro si fa via – via strada sul dorso delle papille. Vorresti sputarlo o mettere qualcosa di vivo, anche acqua andrebbe bene, la saliva si addensa diventando bava, le labbra si chiudono e non riesci neanche a parlare.
Oggi se sento la situazione in questione presentarsi, almeno posso dire pensando a Lino Banfi:
Mi sento come uno che gli si dice di mangiare una tonnellata e mezza di merda. Pesante da digerire.
Capita..
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