venerdì 18 febbraio 2011

JK Rowling .

Scrive bene.

Da un paio di mesi mi sono avventurato nel leggere la saga di Harry Potter, dei 7 tomi rilasciati dall'autrice, me ne restano 4 da visionare.
Ci ho messo un po di tempo prima di iniziare a legger la saga, principalmente per via dell'eccessiva pubblicità . Non nego l'aver visto i film, rimanendone piacevolmente colpito, da cui ho tratto spunti di riflessione personale quali idee e post per il blog.
Arrivato al film della prima parte dell'ultimo libro ( Harry Potter e i doni della morte), qualcosa dentro si me smosso: una voglia di provare di prima mano le emozioni e le sensazioni suscitate dal libro.
Armato della mia fida tessera Coop 25 aprile, andai alla Mondadori di Palermo ed acquistai il primo tomo (NB: edizione economica, cioè senza fronzoli) . Lo aprii, lo iniziai a leggere e spinto dalla paura di rimanere senza il secondo tomo, lo comprai e continuai la lettura senza interruzione. In pratica mi sono tuffato con tutti i piedi dentro al mondo del maghetto dalla cicatrice sulla fronte.
Nel leggerlo ho ricevuto delle critiche (e quando mai se si fa una cosa per se stessi), ma piuttosto che viverle passivamente, mi hanno dato spunto per riflettere.
La critica principale mossa è stata su una presumibile collocazione del libro in una letteratura per l'adolescenza; accusato il colpo e ragionato su cosa mi piace della scrittura dell'autore, ho ribattuto che l'opera ha vari livelli di approfondimento: andiamo dalla lettura superficiale adatta a dei ragazzi in cerca di avventura, ad una più profonda; dove la Rowling smuove le tetre fila dell'animo umano per suonarle e che ne esce fuori non è sempre facile da digerire.
Aggiungo pure che l'autrice scrive bene, e quando si fa bene una cosa le critiche fioccano abbondanti, perché probabilmente sarà andata ad intaccare una serie di presunti scrittori medio-bassi a cui ha distolto il prezioso pubblico ottenuto con tante copie sbandierate ai 4 venti delle 100'000 copie vendute in 4 settimane; vuoi perché la letteratura che ne esce fuori è una letteratura per ragazzi più profonda, completa, dotata di quella parte nera, fredda ed oscura che di solito quel tipo di letteratura non tratta o che comunque tratta di striscio. Vuoi perché si sarà fatta strada tra scrittori per ragazzi della nuova generazione, in maniera meritocratica e cioè: LEI scrive bene, LORO scrivono meno bene. Di conseguenza chi compra e fa politica scegliendo cosa comprare, sceglie quello che meglio gli si addice; lasciando a secco gli altri scrittori.
Ma lasciamo stare gli scrittori e chiudiamo sull'opera. La scrittura è leggera, veloce e chiara, un capitolo si legge tutto di un fiato, le descrizioni sono belle, lineari e non eccessive, lasciando la libertà al lettore nell'immaginarsi la situazione (anche se le illustrazioni aiutano bene), la trama è fluente e difficilmente torni indietro per rileggere quello che hai appena letto perché non l'hai capito (regalo di Stefano D'Arrigo nell'Horcinus Horca), concludendo con una intensità nel trasmettere le emozioni che non sentivo da parecchio tempo.
Sono proprio contento che la JK Rowling abbia iniziato a scrivere, perché in questi tempi nuovi, non c'è bisogno di leggere e rileggere vecchi scrittori decrepiti del secolo scorso, ma gente contemporanea in grado di dar forma con le parole alle emozioni, sensazioni e situazioni che girano nei nostri tempi, piuttosto che interpretare con l'aruspicina le pagine consunte e logore di vecchi romanzi portati via dai fatti attuali dalla corrente del la vita.
Buona lettura

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