In cui fa freddo . |
Lo sapevi, da tempo,
lo scansi come un lebbroso, ignorandolo, evitandolo, accantonato e
nascosto. E' quel posto che tu credi esser piccolo – piccolo, quasi
insignificante e trascurabile, ma che è grande e consuma ciascuno di
noi. E' il buio senza luna, senza stelle, il freddo che morde le
gambe la notte mentre dormi, nebbia fitta che non fa vedere nulla e
toglie il fiato, cella frigorifera che schiaccia con le porte crespe
di ghiaccio il cuore e quasi lo ferma, facendogli perdere qualche
colpo del trotto.
Hai provato a farlo
vedere ad altri, a farli entrare. Non volevano entrarci, gli faceva
paura perchè non sono folli. Appena glielo mostravi, loro si
impaurivano e se ne andavano, scappavano, ignoravano il posto tanto
freddo. Forse uno ha provato ad immergervisi, ma non l'hai sopportato
e dopo 3 anni lo hai mandato via.
Fino a che hai
creduto tramite Loro che quel posto non esistesse, a non dargli tanta
retta, non perchè non esiste, ma perchè ti convincevi tramite gli
altri che non esisteva, perchè gli altri lì non volevano ne
entrarci e ne vederlo.
Poi è arrivato uno
Strano che ti ha detto che quella è una tua parte e forse dovresti
farci i conti e la pace. Ti si è immerso dentro trattenendo il
fiato, nonostante c'era freddo, folle, pazzo, deficiente. Stava
dandoti una mano. Ma tu non la volevi e te ne eri già andata via,
senza dirlo e lasciandolo in balia delle acque gelate.
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