Da aprire e svuotare . |
Da
bambino mi piaceva aprire il cassetto della scrivania e vedere cosa
custodiva. Il più delle volte un'accozzaglia che aspettava di avere
un senso. In basso i quadernoni, i quaderni più piccoli sopra e via
via a salire una piramide di cose più piccole impilate ed addossate
sul margine lungo. Tutto perfetto, spazi recuperati la massimo, ma
tirar fuori una cosa era un'impresa, tanto che mi incazzavo ( e mi
incazzo), davo ( e do) uno sbotto, mandavo ( e mando) all'aria tutto
e tiravo ( e tiro ) fuori quello che mi serviva ( e serve) . Un caos
della malora affollava lo spazio e si ricominciava daccapo.
Diciamo
che in questo ultimo anno mi sono trovato la testa e la vita piena di
cose, belle, sistemate, organizzate ed impilate, troppe. Siano esse
cattive, belle, piacevoli e spiacevoli. Persone, conoscenti, luoghi,
cose da fare, comprate perché desiderate, realizzare perché volute,
cercate perché non avute, provate perché non ancora usate,
d'impiccio perché pesanti da portare.
Un
paio di mesi or sono mi sono armato di strumenti vari quali "faccio",
"provo", "organizzo", "diario tappe",
"butto", "metto da parte", "dimentico",
“compro”, “vendo”, “restituisco”, etc. tutte fatte con lo
spirito messo in campo per riparare la bici a Bergamo, quando ce la
misi tutta per fare una cosa che volevo fare, per far del bene a me e
condividerlo con chi mi stava accanto.
Poi
è arrivata la visita dal medico del 15 Settembre, dove ho aggiunto
un punto importante decidendo di trovare un senso alla ginecomastia e
prendendomi cura di altre mie parti che chiedevano attenzioni. Il
fatto è che ho iniziato a muovermi. Forse ho iniziato a muovermi già
quella sera nel bagno di casa, quando mi concessi un bagno
rilassante per me e feci il punto della situazione sul da farsi,
sulle varie cose da sbrigare con i primi soldi presi lavorando
nuovamente.
La
parte del riparar la bici, non può esser tenuta in un cassetto e
questo potrebbe esser svuotato, per far spazio e cimentarsi, così
come si è cimentata nel lavoro da lavapiatti, nel bivacco sui
Peloritani, nell'ascesa a Monte Scuderi, nell'andare dal medico per
risolvere alcuni problemi di salute che mi porto dietro da tempo e
non mi facilitano, ma appesantiscono nella corsa della vita.
C'è
da uscire la parte positiva della bici, usarla per svuotare questo
cassetto, svilupparla, sostenerla, scremarla dalle parti eccessive
della mania, vivere il tempo rimastomi, dato che quando misi sul
tavolo per una persona il dono del presente condiviso, del domani
donato e del disinteressamento verso il passato, questa non lo volle.
Ritiro
le cose e le tengo per me, ma sopratutto le uso per svuotare questo
cassetto troppo pieno.
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